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Il macho Salvini venuto su a uova sbattute

17 marzo 2019 | 10:28
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Il macho Salvini venuto su a uova sbattute

Non è più il tempo del rispetto formale, chi si fa pecora il lupo se la mangia e davvero sembriamo tanti canditi agnelli nel periodo di Pasqua.

Per il macho Salvini venuto su a uova sbattute o ancor più virilmente succhiate direttamente dal guscio, soltanto dei “cannaroli” avrebbero avuto motivo di protestare per la sua venuta. Intanto arriva nella doppia veste di segretario della lega e ministro, così le spese per la campagna elettorale sono coperte dallo stato, ci tratta per quel che meritiamo, una psicopatologica massa spinta dal nuovo vento del fascismo, immemore delle offese e il dispregio con cui il leghista dalla felpa facile ha trattato i parassiti meridionali.

Ma oggi c’è profumo di soldi, le multinazionali pronte a comprare permessi e favori per continuare a sfruttare il più grande giacimento petrolifero  d’Europa, lasciandoci magari oltre ai tumori anche il nuovo deposito nazionale delle scorie nucleari. Il territorio è ampio e poco più di 600 mila residenti, sempre di meno per mancanza di speranza e nuova emigrazione, sono facilmente gestibili, con  facili specchietti o una bella riserva.

Mi dispiace di non essere stata in piazza con gli altri a manifestare contro il decreto sicurezza, le nuove leggi fasciste che nascondendosi dietro la paura generata del pericolo migranti sta impedendo di fatto l’esercizio delle lotte sindacali e di manifestazioni, con pene assurde per un blocco stradale mentre si prepara la strada agli sceriffo fai da te, allargando il diritto alla legittima difesa al fumus della percezione del pericolo.

Per difendere  il nostro passato di emigranti, figli e nipoti di gente partita con le valige di cartone chiuse con lo spago, verso le miniere del Belgio, le fabbriche svizzere e tedesche, l’America, l’Argentina e il Venezuela, trattati con lo stesso disprezzo, con gli autoctoni pronti a difendere la loro sicurezza con referendum e mazze contro gli invasori, senza che riuscissero a vedere un singolo viso, il singolo bisogno. Contro chi  ha messo in pericolo vite umane proibendo l’approdo sulla terra ferma contro le millenarie leggi del mare e avvalla i lager libici come la migliore politica di blocco delle evasioni di massa dalla guerra e dalla fame.

Non è più il tempo del rispetto formale, chi si fa pecora il lupo se la mangia e davvero sembriamo tanti canditi agnelli nel periodo di Pasqua.

Rosalba Guglielmi – Coordinatrice regionale USB Basilicata