Eolico selvaggio. Il vento conserva molti segreti, si nomini una Commissione d’inchiesta

31 marzo 2019 | 20:11
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Eolico selvaggio. Il vento conserva molti segreti, si nomini una Commissione d’inchiesta
Eolico selvaggio. Il vento conserva molti segreti, si nomini una Commissione d’inchiesta
Eolico selvaggio. Il vento conserva molti segreti, si nomini una Commissione d’inchiesta
Eolico selvaggio. Il vento conserva molti segreti, si nomini una Commissione d’inchiesta

È ora di fare luce sulle irregolarità e sulle responsabilità amministrative e politiche, sulle connivenze tra istituzioni locali, società di gestione, imprese, studi di progettazione, banche, che hanno causato il disastro eolico lucano

Il sindaco di Tolve e senatore della Lega Pasquale Pepe deve ancora rispondere alle domande di questo giornale in relazione alla gestione della vicenda dei cantieri eolici nel territorio del suo Comune. E ci deve ancora spiegare perché un sindaco e senatore non proferisce parola se due giornalisti e due accompagnatori vengono aggrediti in un cantiere, quasi fantasma, nel territorio del suo Comune.

E ci deve anche spiegare perché laddove esiste l’invasione di pale e lo scempio del paesaggio i sindaci sono amici suoi e del suo schieramento. Questo potrebbe spiegarcelo anche Vincenzo Baldassarre, neoeletto consigliere regionale e sindaco di San Chirico Nuovo il quale non si è accorto del disastro accaduto nell’area archeologica devastata da un cantiere eolico. E non si è accorto che appena qualche giorno fa, nel suo paese da lui amministrato, è esplosa una bomba a danno di un suo cittadino. Neanche una parola, un commento, una frase fatta di solidarietà al malcapitato compaesano.

In politica queste cose dovrebbero contare e raccontare. Ci auguriamo, anche se non abbiamo dubbi, che nell’azione di governo della nuova Giunta regionale e nell’azione legislativa del nuovo Consiglio prevalgano la massima trasparenza e il rispetto esemplare e puntiglioso della legalità. D’altronde un ex generale della Guardia di Finanza dovrebbe essere una garanzia. Tuttavia, le aspirazioni, le ambizioni di taluni personaggi, dentro e fuori la politica, dentro e fuori le istituzioni, non saranno facili da gestire.

Si cominci con l’annullare quella sciagurata legge n. 4 del 13 marzo 2019, approvata dal Consiglio in regime di proroga, in fretta e furia, con cui si introduce il raddoppio del contingente di potenza elettrica installabile con l’eolico e si mette il bastone tra le ruote ai proprietari degli immobili limitrofi ai parchi.

Si cominci con la verifica del rispetto delle leggi negli impianti già attivi, da Balvano a Ruoti, Da Oppido Lucano a Tolve, da San Chirico Nuovo a Cancellara, da Potenza a Tricarico a Cirigliano e in tutto il Materano, nel Vulture-Melfese e nell’Alto Bradano.

Si nomini una Commissione regionale d’inchiesta, indipendente, che faccia luce sulle irregolarità e sulle responsabilità amministrative e politiche della Regione Basilicata e dell’Arpab, sulle connivenze tra istituzioni locali, società di progetto, imprese, studi di progettazione, banche, che hanno causato il disastro eolico lucano. Perché il disastro esiste, quello almeno non lo si può negare.