Marcello Pittella e le verità nascoste

21 febbraio 2019 | 11:05
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Marcello Pittella e le verità nascoste

Il centro sinistra non morirà da fesso ma da furbo

Il Centro sinistra lucano non smette mai di sorprenderci. Carlo Trerotola, farmacista potentino uomo di destra per storia personale e politica, è il candidato presidente della coalizione. Il nome lo ha ufficializzato Marcello Pittella a conclusione di un’estenuante trattativa tra le diverse anime del Pd e del Centro sinistra, in un’affollata conferenza stampa.

Prima di annunciare il “vincitore”, l’ex gladiatore, ha narrato la storia della sua legislatura e del “confronto” nel Pd e con gli alleati. Ha pianto Pittella, ha commosso la platea di sostenitori e traditori che erano seduti alle spalle dei giornalisti. Stanco nel volto e nelle parole. E’ stata dura convincere tutti, da Speranza a Santarsiero, da Lacorazza a Margiotta, che l’unica soluzione per non morire da fessi sarebbe stata il “terzo gode”. L’unica a non essere convinta è stata Carmen Lasorella, elegantemente tornata sui suoi passi denunciando l’inciucio. E ha ragione. Infatti, il Pd e gli alleati non moriranno da fessi ma da furbi. Il terzo, Carlo Tretrorola non godrà per nulla.

A parte le chiacchiere sventolate con sapiente recitazione dall’ex governatore sull’apertura alla società civile e bla bla bla, la verità potrebbe essere verosimilmente un’altra. E ve la raccontiamo.

Nel Centro sinistra nessuno voleva l’altro. Carmen Lasorella avrebbe rappresentato una sintesi dignitosa e forse anche vincente. Ma l’alta probabilità di perdere le elezioni ha spaventato tutti gli aspiranti a un seggio in Consiglio. Con Lasorella un seggio in meno da spartire tra i vecchi volponi.

E allora ecco spuntare un farmacista di periferia, noto ai suoi clienti del quartiere e assolutamente sconosciuto in Basilicata. Una brava persona, con una storia politica e personale di destra, quella destra dei valori che sembra scomparsa da tempo.

Lui, Trerotola, farà il candidato presidente della Coalizione ma non sarà candidato in alcuna lista. Quindi siederà in Consiglio solo se il centro sinistra si piazzerà secondo a urne chiuse. E nel caso dovesse aggiudicarsi un seggio sono già pronte le dimissioni. Già, il buon farmacista, lascerà il posto a qualcun altro.

Trerotola, uomo di destra, funzionerebbe da specchio per le allodole per quegli elettori di centro destra, soprattutto leghisti, che non hanno digerito la candidatura imposta da Berlusconi dell’ex generale Vito Bardi. Tutti i delusi da questa scelta avranno un’alternativa di voto, peccato che dovranno sopportare una pesante dissonanza cognitiva. Insomma, il farmacista un po’ spacca a destra.

Nel caso, improbabile, di vittoria della coalizione, Trerotola funzionerebbe, suo malgrado, da “testa di legno” di un comitato di vecchi volponi, Pittella in testa, che, di fatto, governerà la Regione. Non ce ne voglia il dottor Carlo, ma il rischio, lui lo sa, che ciò avvenga è concreto. Tant’è che i suoi famigliari e gli amici più cari sono già a lavoro per costruire intorno a lui un “cordone di protezione” dai veleni e dai tranelli della politica.

Tuttavia, questo non accadrà, perché è evidente ormai, che il centro sinistra lucano non morirà da fesso ma da furbo. Si presenterà alle elezioni con una protesi civile a tempo determinato. Una protesi di destra. Una domanda rimane aperta: Perché un uomo come Carlo Trerotola si è lasciato convincere da quel plotone di gattovolpisti?

Sullo sfondo l’inciucio di cui parla Carmen Lasorella in un video diffuso l’altro ieri in cui annuncia la sua dignitosa ritirata dalla competizione. Perché la giornalista parla di inciucio e di “niente di più nuovo del vecchio”? Si riferisce alle ragioni che hanno determinato l’accordo interno alla coalizione sulla spartizione degli eventuali pochi seggi in Consiglio? Si riferisce ad accordi tra pezzi del centro sinistra e pezzi del centro destra, magari con la Lega di Pasquale Pepe?

Lo sapremo, forse, a urne chiuse e avvertiremo i segnali nel corso della campagna elettorale.

Fatto sta che il Centro sinistra ha offerto uno spettacolo indecoroso. Per giorni interi nel segreto di stanze buie i capi consorteria hanno “discusso” e poi deciso fregandosene degli iscritti. E poi danno lezioni di democrazia agli altri.

E sentire Pittella che, con le lacrime agli occhi, parla di classe dirigente, di programmi futuri per la Basilicata, di apertura alla società civile, fa un po’ senso. Sentirlo parlare di una Basilicata che grazie a lui è oggi cambiata in meglio, fa sorridere con una certa amarezza chi sa bene in quali condizioni è oggi questa terra. Che dire, è carnevale.