Antonio La Cava, animatore di sogni e di nuove realtà

9 gennaio 2019 | 12:52
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Antonio La Cava, animatore di sogni e di nuove realtà

Commendatore della Repubblica, orgoglio di tutti i lucani. Lui è la Basilicata che vogliamo

Con il suo “bibliomotocarro” attraversa paesi e contrade, raduna bambine e bambini intorno ai libri, nel gioco della lettura, nei mulinelli dei sogni. Antonio, il maestro, è un sognatore solidale, non tiene per sé il futuro che immagina ma lo condivide, lo costruisce insieme a chi quel futuro lo rappresenta fino in fondo: le bambine e i bambini.

Ogni sua fermata è una bottega immaginaria di artigianato della fantasia, dove empatia e creatività sono gli strumenti per manufatti e soggetti di bellezza. Il pensiero mette le ali ai racconti che prendono il volo nei sogni e nei bisogni di chi ancora è capace di incantarsi tra le pagine di una favola.

Basta guardarlo negli occhi quando racconta le sue stupende avventure. Quegli occhi brillano, parlano come un carillon, parlano di storie e narrazioni antiche e puntano su orizzonti sconosciuti e necessari. Antonio, il Maestro, è il simbolo di una lucanità ideale, quella dei sogni che camminano coi piedi per terra e con lo sguardo in un altrove da scoprire. La lucanità del pensiero che danza nelle piazze allegre eppure malinconiche. La lucanità di chi si preoccupa del mondo e combatte per migliorarlo.

Il Maestro Antonio è un esempio da imitare, di quelli che copiare non fa male. Un simbolo, di quelli da esibire con umiltà, perché Antonio è umile nella sua grandezza.

Lui ora è Commendatore al Merito dell’Ordine della Repubblica, onorificenza meritata, “per l’impegno profuso, nel corso della sua vita, nella promozione del valore della cultura”. Orgoglio di tutti i lucani.

Quando ci incontriamo in me rimane sempre l’impronta delle sue parole e soprattutto del suo sguardo perso nella profondità dello spazio. Lui guarda non si sa dove mentre racconta, mentre spiega, mentre prova a portarti a bordo delle sue idee, senza strattonarti, ma con la mano tesa a dire: “Vieni, è bello qui.

In fondo lui è un trampoliere dell’amore, l’amore che sparge pollini di bellezza sul terreno arido della modernità.

Grazie Maestro, per quello che sei e per quello che fai. E’ bello qui, in questa terra, godere della tua semina “oltre i confini, fino ai margini”. E’ la Basilicata che vogliamo.