Basilicata. La Lega giustifica la violenza e la politica tace

1 dicembre 2018 | 12:59
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Basilicata. La Lega giustifica la violenza e la politica tace

Quella frase inquietante del segretario vicario regionale Massimo Zullino

Il segretario regionale vicario della Lega Basilicata, Massimo Zullino, in una nota stampa così scrive in riferimento alla vicenda della data del voto a maggio: “Lasciare allo sbando la Basilicata per altri sette mesi, con la situazione di dissesto dei bilanci regionali, con le aziende che versano in difficoltà, per non mollare poltrona e potere, per accontentare gli amici degli amici, giustificherebbe azioni pericolose di qualche facinoroso, nei confronti degli stessi colpevoli di questa situazione.

Questa gravissima dichiarazione è passata inosservata. O perché Zullino nel panorama politico lucano e all’interno della stessa lega conta quanto il due di briscola, oppure la politica ha perso il senso della ragione. Nessuno nella Lega ha smentito la dichiarazione di Zullino. E questo può starci poiché in quella affermazione vi è la sintesi violenta dell’anima leghista. Tuttavia, ci saremmo aspettati una levata di scudi da parte di altri esponenti politici.

La Lega di Zullino, che non sappiamo se è quella di Pasquale Pepe o di Antonio Cappielo ma che sicuramente è quella del “Capitano” Matteo Salvini, invita candidamente qualche facinoroso a compiere azioni pericolose contro esponenti della Giunta Regionale e magari più precisamente contro Flavia Franconi, poiché sarebbe giustificato.

Se la nostra interpretazione di quella frase non fosse corretta e qualcuno dovesse smentire il senso “violento” del pensiero zulliniano, ricordiamo che la lingua italiana in questi casi non ammette dubbi: “…Giustificherebbe azioni pericolose di qualche facinoroso, nei confronti degli stessi colpevoli di questa situazione.

Cari leghisti, la violenza non è giustificabile in alcun modo, mai. Ci aspettiamo una smentita, o un chiarimento e accetteremmo anche una dichiarazione di Zullino del tipo: “Scusate ma non so scrivere in italiano, volevo dire un’altra cosa”.