Sul voto a maggio gatta ci cova. “E’ un colpo di Stato”

15 novembre 2018 | 09:47
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Sul voto a maggio gatta ci cova. “E’ un colpo di Stato”

Che tanto zelo da azzeccagarbugli del PD e dei suoi sodali derivi dalle vicende di Pittella o peggio dal prossimo rinnovo delle concessioni petrolifere che si vorrebbero prima delle elezioni?

Non credo che in uno stato democratico la scadenza elettorale possa essere questione de iure condendo invece che de iure condito. Per questo, pur non essendo un legale, incuriosito dall’affermazione del sindaco di Melfi, che le elezioni regionali in base all’art. 7 della legge 111 del 2011 debbano tenersi a maggio mi ha spinto a qualche verifica.

Può una legge dello Stato prolungare di ben sei mesi, pari al 10%, una legislatura regionale? Questa legge vale solo per la Basilicata o anche per l’Abruzzo dove le elezioni si sono già fissate al 10 febbraio?

Per questo motivo sono andato a guardare la legge citata da Valvano che afferma che le elezioni regionali debbano tenersi in concomitanza con le elezioni europee “…  compatibilmente con quanto previsto dai rispettivi ordinamenti, in un’unica data nell’arco dell’anno.”

In altri termini se c’è una compatibilità di scadenze, ossia se le scadenze elettorali dei vari organi cadono nello stesso intervallo di tempo si accorpano.

Non poteva essere altrimenti poiché la norma costituzionale, art. 122 comma 1 che è legislazione prevalente, recita: “Il sistema d’elezione … omissis …  del Presidente e degli altri componenti della Giunta regionale nonché dei consiglieri regionali sono disciplinati con legge della Regione nei limiti dei princìpi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica, che stabilisce anche la durata degli organi elettivi.”

Ossia la legge elettorale è fissata dalla Regione e la durata degli organi elettivi è fissata dalla legge ordinaria, che nella fattispecie è all’art. 5 della Legge 2 luglio 2004, n. 165 che fissa in 5 anni la durata della legislatura.

Non mi resta quindi che leggere la legge regionale N° 20 del 20 agosto 2018 che infatti all’ art. 5, dice che le elezioni: possono aver luogo a decorrere dalla quarta domenica precedente il compimento del periodo previsto dalla legge dello Stato in base all’articolo 122, comma 1, della Costituzione e non oltre il termine di cui all’art. 5 della Legge 2 luglio 2004, n. 165.”

In altri termini l’articolo stabilisce l’intervallo di tempo in cui si devono tenere le elezioni.

Il “possono” pur nella ambiguità (voluta?) del legislatore non deve trarre in inganno perché le leggi elettorali stabiliscono sempre i termini minimi e massimi in cui si devono tenere le elezioni e d’altro conto senza i termini in cui si devono tenere le elezioni che legge elettorale sarebbe? Se non fosse così, ferma restando la scadenza del consiglio, ogni consiglio regionale potrebbe tenere le elezioni anche, ad esempio, tre anni dopo la scadenza.

Le elezioni devono quindi tenersi entro la scadenza naturale del consiglio altrimenti che poteri ha il consiglio scaduto? Che legittimità avrebbero gli atti prodotti?

Il successivo comma, della stessa legge regionale, recita:

“Il Presidente della Giunta regionale, sentito il Presidente del Consiglio regionale, fissa la data delle elezioni ed emana il decreto di convocazione dei comizi almeno sessanta giorni prima della data di celebrazione delle elezioni.”

Il combinato disposto delle varie norme, se la lingua italiana fa fede anche nelle norme, porta a concludere che:

  1. Il consiglio regionale della Basilicata scade il giorno 18 novembre alle 24 (art. 5 legge 2 luglio 2004)
  2. Le elezioni si sarebbero dovute tenere nel lasso di tempo compreso da 4 domeniche prima della scadenza e la data della scadenza e quindi al massimo entro domenica prossima (Art. 5 legge regionale 20 comma 1)
  3. AL massimo entro il 19 settembre si sarebbero dovute convocare le elezioni (Art. 5 legge regionale 20 comma 1)
  4. L’osservazione di Valvano è irrilevante, Lo sarebbe stata se la scadenza del consiglio fosse dal 25 aprile al 26 giugno.

Che c’è di sbagliato nel mio ragionamento? Con un comportamento simile degli organi preposti per le elezioni politiche parleremmo di tentativo di colpo di Stato, forse il comportamento del Presidente della Giunta e del Presidente del consiglio regionale merita un esposto alla Procura della Repubblica.

Mi sorge un dubbio. Che tanto zelo da azzeccagarbugli del PD e dei suoi sodali derivi dalle vicende di Pittella o peggio dal prossimo rinnovo delle concessioni petrolifere che si vorrebbero fare prima delle elezioni?