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Basilicata come Fontamara

23 novembre 2018 | 10:10
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Basilicata come Fontamara

Di Bello (Liberiamo la Basilicata): “La nostra terra oppressa dai signori del petrolio, della monnezza e dell’eolico selvaggio”

Liberiamo la Basilicata stigmatizza il gravissimo ed intollerabile silenzio che accompagna tutti i neo eletti a Camera e Senato rispetto alla tragedia che vive la Basilicata da qualche anno a questa parte, che vede l’emorragia di posti di lavoro ormai in fase di accelerazione senza vie d’uscita per totale mancanza di programmazione Regionale e Nazionale che possa in qualche modo dare un segno di discontinuità con il presente e contemporaneamente una aggressione senza precedenti delle Multinazionali di Petrolio, rifiuti, eolico selvaggio ed acque.
L’ultima acqua minerale a conduzione locale Itala ha chiuso per fallimento, aveva una gestione prettamente familiare fatta da padre e figli ed il Tribunale ha sancito che per l’ammontare dei debiti con un solo pozzo attivo non avrebbe potuto far fronte all’esposizione e ne ha decretato il fallimento. Tutte le altre fonti storiche sono ormai nelle mani delle multinazionali tra cui la più nota è quella della Coca Cola.

La Storia della Basilicata somiglia molto al Romanzo Fontamara di Ignazio Silone, sopruso commesso da un influente gerarca fascista, detto ‘l’Imprenditore’, ai danni dei Fontamaresi.  Infatti costui aveva acquistato da qualche tempo le terre di don Carlo Magna, un grosso proprietario terriero ormai ridotto in condizioni economiche assai precarie. L’Impresario, un politico assai intrigante e abile negli affari, intende bonificare quelle povere e sterili terre facendo deviare l’unico corso d’acqua della zona, che era la vita dei Fontamaresi.  Solo per mezzo di quell’acqua i contadini da anni sopravvivevano, coltivando i campi irrigui sottostanti nella valle. Ma nessuno a causa della forza di quel momento del Partito Fascista poteva fermare l’Imprenditore, un uomo senza scrupoli, politicamente sostenuto dai fascisti e dai signori locali; tanto più che egli era  diventato podestà del capoluogo.

I Fontamaresi povera gente, ingenua, impotente si trovarono da soli a far fronte alle mire ambiziose di questo spregiudicato uomo senza scrupoli. Per di più egli ha la connivenza della classe dirigente locale, tra cui don Circostanza, don Abbacchio, il Cavalier Pelino, i quali tutti operavano in suo favore, cercando di convincere il popolo alla nuova situazione politica. Dinanzi al furto dell’acqua, tanto preziosa per loro, i contadini reagirono immediatamente, ma interviene Don Circostanza, il quale, d’accordo col notaio, si burlò della povera gente dividendo l’acqua in parti ‘uguali’: tre quarti andavano all’Impresario e gli altri tre quarti ai contadini! Lì per li i contadini non compresero la beffa, ma ben presto furono  costretti alla fame per il furto “legale” della loro acqua. Di qui i torbidi e la rivoluzione.

Ecco questo è il quadro che si presenta oggi in Basilicata, una Legge fatta per Genova che contiene al suo interno uno strano codicillo che aumenta di 20 volte i limiti degli idrocarburi nei fanghi da spandere nei campi ad uso agricolo, un costante aumento dei pozzi che vengono stillati alla popolazione come una saetta del padreterno ineludibile e sui quali nessun politico neo eletto ha speso una sola parola di contrasto, un emendamento di una parlamentare M5S che chiede l’aumento delle concessioni ai petrolieri che farebbe entrare nelle casse dello Stato mezzo milione di euro… ridicolo se si pensa a quanto guadagnino le compagnie sull’estratto in Basilicata e non solo e con quell’emendamento è come se si dicesse prego accomodatevi agli altri 17 permessi di terra ferma che bussano alle porte a partire proprio da Masseria La Rocca che dicasi Brindisi di Montagna e che in effetti si trova a 4 Km in linea d’aria con la città di Potenza.

E vogliamo parlare delle pale eoliche? Avete fatto caso al vento che fa girare quelle migliaia di pale eoliche disseminate sulle nostre colline e nelle nostre campagne? Ce le ritroviamo di fianco alle strade anche quelle principali come la Basentana, o accanto a Masserie ed Agriturismo. Quelle pale sono buone solo a fare guadagnare centinaia di miliardi di euro ad alcuni imprenditori privati, che non solo disturbano la quiete secolare delle nostre morbide colline devastandone la loro bellezze ma si  arricchiscono  con i nostri territori ed i nostri soldi, anche quelli che paghiamo con le bollette elettriche alla voce: incentivi per le energie rinnovabili.

Noi pensavamo stesse arrivando un vento nuovo e constatiamo come per i Fontamaresi che ci è piovuta addosso l’ennesima beffa, già con la legge contro gli avvelenamenti e le discariche abusive ci eravamo resi conto che qualcosa non andasse per il verso giusto, si faceva e si fa distinguo tra chi avvelena con autorizzazione e chi no.

Oggi prendiamo atto che i petrolieri, i signori della monnezza, i signori dell’eolico e mettiamoci dentro anche i signori spalma fanghi inquinati hanno avuto il sopravvento su quello che avrebbe dovuto essere il nuovo corso al grido onestà onestà oggi per loro potrà essere possibile continuare a saccheggiare ed avvelenare a patto che indossino le casacche del nuovo colore che avanza.

Ma non pensiate che siano persone ciniche ed opportuniste quando mai, chi fa delle buone azioni e fa solidarietà lo fa con il cuore e non lo fa sapere, infatti il decreto salva ladri passato a voto segreto ci racconta che sebbene a processo in Basilicata ci siano altre maggioranze rispetto a quelle della Lombardia o del Veneto gli stessi potranno beneficiare della prescrizione come gli altri, per buona pace del processo già in ritardo di scontrinopoli fino ad arrivare ai processi contro lo stesso Pittella tutti dovranno dire grazie alla Lega, al M5S ed ai tanti che per la loro assenza o per il loro voto a favore della legge salva ladri hanno votato per questi colleghi conterranei… L’unica cosa che accomuna i nuovi emergenti con i superstiti della vecchia classe politica è il sostegno di casta, ed ecco arrivare anche l’aiutino che non ti aspetteresti o forse si magari combinato ed organizzato nel dietro le quinte.

Liberiamo la Basilicata punta anche il dito verso quel mondo del sindacato che ha perso completamente la sua bussola e nel disorientamento totale ha dimenticato il periodo per altro neppure molto lontano nel quale scendeva in piazza per manifestare contro Berlusconi ed appare quasi incantato come quegli uccellini bloccati dallo sguardo del serpente un attimo prima di essere fagocitati tutti nessuno escluso rappresentano qualcosa che nulla ha a che vedere con il periodo nel quale si difendeva il diritto dei lavoratori e si esercitava quella sana pressione per produrre reale sviluppo, occupazione ed infrastrutture. Viene da chiedersi se sia stato questo l’umus nel quale è nato il nuovo modello di lavoratore che deve chinare la testa dire SI e non protestare pena il mancato rinnovo del contratto perennemente sul filo del rasoio perché nelle mani di quei caporali autorizzati denominate agenzie interinali… prendere una percentuale dal datore ed una dal lavoratore non è proprio il massimo e ci fa dire che il terzo millennio è molto vicino all’ottocento e per certi aspetti precede il periodo della rivoluzione Francese.

Liberiamo la Basilicata dice No allo strapotere delle Multinazionali e No all’agire supino ed accomodante di questa classe politica e sindacale responsabile totalmente del declino, dell’emigrazione e della disperazione in cui si ritrovano migliaia di cittadini che vedono quale unica strada possibile per continuare a vivere quella di emigrare verso qualche località del Nord Italia o peggio ancora all’estero.

Giuseppe Di Bello Liberiamo la Basilicata