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Quel manifesto della Lega lucana con le mani legate

1 ottobre 2018 | 17:25
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Quel manifesto della Lega lucana con le mani legate

Alberto da Giussano, per unire gli Italiani contro Federico Barbarossa, legò metaforicamente i giunchi, affinché le mani rimanessero libere per combattere

Tra i capolavori della Natura e dell’evoluzionismo, sicuramente emerge il corpo umano, con le sue 5 proiezioni spaziali di libertà, espresse magnificamente da Leonardo da Vinci. Se tutti ci soffermassimo sulla bellezza delle nostre mani, sulla magia e l’armonia di movimento che esse sono in grado di esprimere, nessuno vorrebbe mai vederle legate, cosa capitata su un manifesto della Lega Lucana. A me, naturalmente, ha colpito la corda che può anche essere uno strumento di salvezza, ma attorno a due mani, evoca privazione di libertà e altro.

Di fronte a un semplice commento della scrivente, peraltro, sulla pagina pubblica del Senatore Pepe, subito si è finiti sul personale. Qualcuno ha espresso dubbi sulla mia capacità di comprensione, altri, tra cui donne leghiste mi hanno accusato di essere una di “Sinistra o Grillina” e che per farmi capire meglio il messaggio sono disponibili a farmi un disegno, accostandomi, infine, all’ex ministro Fedeli. Bene, a tali persone, visto che per me siamo solo persone e non Maschio e Femmina, confermo di essere ideologicamente una dei tanti delusi della Sinistra Progressista che avrebbe cambiato l’Italia, sinistra che ho attaccato quando era potente, soprattutto in Basilicata. Tuttavia, sono orgogliosa della mia formazione, anche se adesso mi vergogno in particolare per la Sinistra lucana che rimane in silenzio, di fronte a tutto quello che sta accadendo.

Quanto a chi mi ha offeso, rispondo semplicemente dicendo che la storia ha riconosciuto il valore di tante donne della sinistra, mentre, per la Lega la storia si deve ancora esprimere. Precisato questo, ricordo a tutti i leghisti che anche il ministro Salvini ha militato tra i Comunisti Padani, tra cui fu eletto inizialmente, poi, nella vita, tutto può cambiare. A quel tempo vivevo a Bergamo, dove, per la massa ero “una terrona” e per le brave persone, una che meritava rispetto. Con certezza posso dire di aver creduto nei 5 Stelle, purtroppo, a differenza della Lega, sono stati più ingenui, hanno preso i Ministeri più complicati con eredità che avrebbero dovuto verificare prima e adesso hanno bisogno di un grande coraggio sia Roma, sia in Basilicata. In questo periodo sono solo una cittadina, un soldato semplice come tutti gli ambientalisti che mi onoro di avere come amici.

Facciamo osservazioni ai progetti di devastazione della Basilicata, proponiamo soluzioni alternative, discutiamo sui pro e sui contro e abbiamo inviato anche suggerimenti per il Piano triennale regionale anticorruzione. Voi, invece, parlate come se foste ancora all’opposizione e aggiungo che non ho mai trovato, sui progetti impattanti per la nostra Terra, una sola firma di opposizione di chi, negli incontri pubblici, si fa paladino di ambiente e legalità, questo potrebbe indurci a scendere in campo se non altro per chiedere a ogni candidato che si presenterà alle elezioni cosa ha fatto finora per la Basilicata.

Chiudo, ricordando a tutti i leghisti che il leggendario Alberto da Giussano, per unire gli Italiani contro Federico Barbarossa, legò metaforicamente i giunchi, affinché le mani rimanessero libere per combattere. Studiare, per me, continua ad essere un onore, a prescindere da chi è il ministro dell’Istruzione.

Porzia Fidanza