Magneti Marelli. Preoccupazione per i livelli occupazionali. I lavoratori scrivono alla Regione

16 ottobre 2018 | 17:35
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Magneti Marelli. Preoccupazione per i livelli occupazionali. I lavoratori scrivono alla Regione

In una lettera inviata al presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella, all’assessore regionale al lavoro e alla formazione Roberto Cifarelli e all’azienda, i  lavoratori della Magneti Marelli degli stabilimenti di Melfi e di Tito chiedono un intervento urgente del governo della Regione Basilicata per conoscere i piani industriali e avere certezze sui livelli occupazionali della Magneti Marelli società del gruppo Fca.

“In questi giorni le notizie apprese dai giornali locali e nazionali in merito alla vendita della Magneti Marelli sono allarmanti in quanto non sono chiari gli obiettivi di tale operazione e le ricadute in termini occupazionali – spiega Giorgia Calamita, della Fiom Cgil Basilicata – Nonostante più volte la Fiom Cgil nazionale abbia chiesto un confronto per avere certezze e garanzie future per tutti i lavoratori del gruppo, a oggi non è mai stato convocato un tavolo con le organizzazioni sindacali e il Governo, demandando le notizie alla stampa senza poter costruire un vero confronto sindacale che possa parlare anche dei lavoratori.

La vendita annunciata della società del gruppo Fca è un fatto preoccupante per tutti i lavoratori coinvolti, soprattutto alla luce di una ulteriore riduzione produttiva annunciata ieri dalla direzione aziendale della Magneti Marelli di Melfi dei modelli Jeep Renegade, Fiat 500X, Fiat Panda.  In seguito a questo e alla cessazione delle attività del modello Punto e Alfa Romeo Mito, la Fiom Cgil Basilicata ha dovuto firmare un incremento del contratto di solidarietà in termini percentuali del 48%, di cui i lavoratori coinvolti sono 287 per un periodo che va dal 23 Luglio al 31 Gennaio 2019.

“I lavoratori e la Fiom Cgil – conclude Calamita – ritengono necessario pertanto che ci sia un intervento della Regione Basilicata che possa istituire un tavolo sindacale per un confronto vero sul piano occupazionale, industriale e del futuro della ricerca e dello sviluppo dell’auto”.