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Eolico selvaggio. A Balvano si aspetta il morto

30 ottobre 2018 | 13:31
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Eolico selvaggio. A Balvano si aspetta il morto
Eolico selvaggio. A Balvano si aspetta il morto
Eolico selvaggio. A Balvano si aspetta il morto
Eolico selvaggio. A Balvano si aspetta il morto
Eolico selvaggio. A Balvano si aspetta il morto
Eolico selvaggio. A Balvano si aspetta il morto

Che cosa deve ancora accadere prima che si dia retta alle suppliche dei cittadini e alle inchieste del nostro giornale?

“Sembrava che stesse atterrando un elicottero sul tetto della nostra casa”. A parlare sono Maria e Giovanni Bovino, marito e moglie di Balvano che ci raccontano cosa è accaduto ieri,  29 ottobre intorno alle 18.30. “Ad un tratto un rumore enorme. Sembrava ci fosse un elicottero sulla casa”. Giovanni esce e scopre che invece una delle pale eoliche a pochi passi dall’uscio di casa è andata in stallo e fa un rumore indescrivibile: “Un rumore assordate, girava in modo così veloce che abbiamo temuto potesse esplodere da un momento all’altro”. Maria, impaurita, ha accusato un malore ed è dovuto intervenire il 118. Nel frattempo Giovanni ha chiamato anche i carabinieri che sono intervenuti e hanno messo in sicurezza l’area. “Una notte da incubo”.

A poca distanza dalla casa di Giovanni, sull’uscio della casa di Mario e Maria, un’altra pala perde olio e loro e i due bambini adesso temono che quel mostro eolico possa esplodere. Vivono nella paura. Quella pala è a ridosso della strada attraversata ogni giorno dallo scuolabus.

Che cosa ancora deve accadere prima che qualcuno dia retta agli appelli dei cittadini sui rischi di quell’impianto eolico scriteriato a due passi dalle abitazioni? Che cosa deve ancora accadere prima che si dia retta alle inchieste del nostro giornale e a quelle del Corriere della Sera e de La Stampa di Torino?

Torniamo a dire ciò che abbiamo scritto nel nostro ultimo servizio.

Abbiano visto una torre di dimensioni o caratteristiche geometriche o meccaniche, diverse rispetto alla dimensione prevista da progetto ed utilizzata per il calcolo della fondazione, espone a rischio cose e persone sottostanti o in prossimità di essa in caso di cedimento strutturale. Inoltre, in questo caso, la documentazione depositata e i calcoli effettuati non risulterebbero conformi all’as built (disegni costruttivi finali e altri disegni indicanti tutte le successive modifiche strutturali), con grave colpa del collaudatore delle strutture. Anche le caratteristiche della navicella comportano notevoli riflessioni in termini di rischio in quanto la stessa è composta da molte componenti che agiscono in modo singolo o accordato al fine di determinare il massimo trasferimento di potenza elettrica alla rete.

Le altre torri

Da una verifica delle torri si nota una doppia apertura per l’accesso all’interno della stessa ai fini manutentivi. L’apertura originaria è situata ad un’altezza variabile tra i 4 m e i 10 m. Mentre l’apertura posticcia è situata alla base della torre ed utilizzata come unico ingresso. Questa osservazione visibile nelle foto fa emergere un aspetto: l’ingresso principale alla base della torre fa parte di un pezzo aggiunto per aumentarne l’altezza che mostra nervature elicoidali lungo la superficie esterna dell’aggiunta. Inoltre, la colorazione del pezzo aggiunto denota la sua recente costruzione a differenza della vetustà della torre originaria che probabilmente non può essere certificata per il nuovo utilizzo in recupero.

Una tipologia siffatta avente due aperture ad altezze diverse, corrisponde alla torre di progetto?

L’azione delle forze in gioco è stata dimensionata considerando la differenza d’azione meccanica tra le nervature della torre originaria e le corrispondenti, diverse per forma e per tipologia, del prolungamento alla base?

La navicella

All’interno della navicella sono collocati gli organi di comando, il moltiplicatore, diversi motori elettrici e attuatori un circuito oleodinamico per la riduzione di velocità e lo stallo e altri componenti elettrici e meccanici. Tutto questo all’interno di aerogeneratori rigenerati o prodotti/distribuiti da fabbriche locali, sono spesso revisionati dopo un’operatività di circa 35-40 anni in altri stati UE. Tutto ciò comporta un’elevata rumorosità dovuta a parti meccaniche tecnologicamente obsolete e fisicamente usurate. Il rumore prodotto inquina gli ambienti circostanti fino ad inquinare ambienti di vita normalmente destinati ad uso abitativo residenziale.

Il rotore

Il rotore è composto da un mozzo e da tre eliche ancorate ad esso mediante un sistema a ghiera che garantisce la rotazione delle stesse sul rispettivo asse. Bene, la lunghezza delle eliche determina il diametro di rotore che rappresenta il principale parametro di un aerogeneratore. Dal diametro di rotore dipende quasi esclusivamente l’energia prodotta da un aerogeneratore. Infatti, maggiore è questo parametro, maggiore sarà la produzione a parità di condizioni. Per la maggior parte degli aerogeneratori da 60 kW di potenza nominale, il diametro iniziale del rotore varia tra i 17 m e i 21 m, mentre nelle installazioni di Balvano in un primo momento il profilo delle eliche installate era di tipo obsoleto e molto rumoroso, mentre in successive manutenzioni si sono apportate modifiche mediante sostituzioni delle eliche con componenti di dimensione maggiore fino a raggiungere anche diametri di 25 m.

Questa operazione sarebbe stata condotta a rischio della tenuta meccanica della torre e degli ancoraggi di fondazione oltre al rischio di cedimento della fondazione stessa.

Altre anomalie

In caso di imbardata ( rotazione della turbina intorno al proprio asse verticale) a seguito di controllo della coppia o variazione della direzione del vento, la navicella ruota su una ralla (cuscinetto) ancorata alla torre eseguendo gli azionamenti determinati dal controllo elettronico. Questo movimento genera una vibrazione delle parti meccaniche e della struttura che si propaga all’interno della torre amplificandosi e fuoriesce producendo rumore ad elevata potenza.

I controlli elettronici di vecchia generazione agiscono in modo lento rispetto alle dinamiche da controllare causando la continua imbardata del rotore in condizioni di vento variabile o di variazione rapida della direzione del vento. Anche questo sottopone i cittadini a dosi massicce di rumore, soprattutto nelle ore notturne.

La distanza tra le torri degli aerogeneratori non è sufficiente a garantire la ricomposizione laminare del tubo di flusso secondo la legge di Betz. Questo causa l’impatto di aria turbolenta sugli aerogeneratori posizionati sottovento riducendone le prestazioni e aumentandone la rumorosità.

Ne consegue che se da progetto la distanza minima rispettata tra le torri risultava 6 volte il diametro di rotore, dopo la sostituzione delle eliche del rotore, le torri non sarebbero più correttamente posizionate. Bisognerebbe quindi verificare se la nuova distanza e i nuovi diametri siano conformi ai dati di progetto.

Quelle due pale ferme

C’è una pala, probabilmente in manutenzione, ferma. Ferma anche la pala a fianco, mentre tutte le altre sono in funzione. Che cosa significa? Probabilmente che per le due pale esiste un solo sezionatore motorizzato, mentre ogni pala dovrebbe avere il suo sezionatore e questa è una delle condizioni per ottenere la Pas (procedura autorizzativa semplificata) per un impianto da 60 KW. Se, al contrario esiste un solo sezionatore per più pale, in questo caso due, il KW sono 120 e si configura una situazione per cui la Pas non potrebbe essere concessa.

Questo sarebbe gravissimo. Ripetiamo la domanda già formulata nel luglio scorso: Qualcuno ha controllato o intende fare un controllo?