Elezioni regionali. I tatticismi del Pd e gli arcieri contro il M5S

29 ottobre 2018 | 14:33
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Elezioni regionali. I tatticismi del Pd e gli arcieri contro il M5S

Si potrebbe consolidare nelle prossime settimane un corto circuito politico con agganci sociali che rischia di consegnare la Basilicata nelle mani della Destra di potere o del Centro sinistra dello strapotere

Il Pd lucano, con la complicità di un Centro destra che non protesta, fa di tutto per ritardare il giorno del voto. Lo fa nella speranza che il M5S venga ulteriormente bastonato da una propaganda mediatica e politica architettata sui presunti errori del Governo. In qualche settimana sperano di recuperare qualche zero virgola di consenso? Oppure sono addirittura convinti di tornare a vincere, grazie ai tatticismi?

Cerchiamo di capire. E’ probabile che le “disgrazie” governative del M5S abbiano una qualche influenza sul voto delle regionali. Che si produca cioè, sul voto di opinione, una specie di “effetto rimpianto”: era meglio quando stavamo peggio col Pd. Un effetto creato in primo luogo da tre fattori che agiscono su una parte dell’elettorato “moderato incazzato”: le posizioni indigeribili della Lega di Salvini, la percezione che il M5S navighi nella confusione e che sia avviluppato nel “ciclone razzi-fascista”; la manovra economica e finanziaria del Governo vittima quotidiana di un cecchinaggio senza precedenti.

Questi fattori sono amplificati da un sistema mediatico aggressivo nei confronti dei pentastellati. Giornali e Tv dalla Rai a Mediaset sparano ogni giorno cartucce pesanti contro esponenti del M5S.

In questa situazione il Pd ha ragione a voler procrastinare la data del voto. Tuttavia ha torto quando crede di ottenere dei vantaggi da questa tattica. L’eventuale logorio del M5S non porterà voti al Pd, non nella misura immaginata da alcuni suoi esponenti. Porterà voti all’astensionismo e alla Lega.

Va notata, in Basilicata, la reazione di ex penta stellati, attivisti, iscritti e simpatizzanti, ex elettori che in queste settimane anziché combattere quello che hanno sempre considerato il “nemico” (Pd e il suo sistema di potere) si esercitano come arcieri dilettanti a scoccare frecce contro il M5S, e cioè contro l’unica forza oggi in grado di rappresentare l’alternativa a Pittella e compagni.

Si potrebbe consolidare nelle prossime settimane un corto circuito politico con agganci sociali che rischia di consegnare la Basilicata nelle mani della Destra di potere o del Centro sinistra dello strapotere. Sia la Lega di Pasquale Pepe, sia il Pd di Pittella sembra si facciano l’occhiolino di nascosto in vista di future alleanze post elettorali in Consiglio regionale. Può sembrare fantapolitica ma a pensar male spesso ci si azzecca.

Le questioni aperte in Basilicata sono enormi. Qualcuno crede al fatto che chi ha governato fino ad oggi in chiaro (Il Pd e alleati) e in scuro (opposizione ambigua e esponenti oggi della Lega ieri sparsi ovunque nelle botteghe del potere, sempre implicati nella spartizione di poltrone) lasci così facilmente nelle mani di quei “sconsiderati” pentastellati tutti gli affari rimasti in sospeso e quelli che arriveranno? Assolutamente no.

Con i 5S salterebbero poltrone, posizioni consolidate, sistemi di relazioni, circuiti affaristici. Sarebbe la catastrofe per il “sistema” se questi “scapestrati” dovessero governare la regione. Il Pd e il Centro destra fanno bene a preoccuparsi.

Come ho già scritto altre volte, e come già detto in più occasioni ad alcuni esponenti  dei movimenti civici, sarebbe preferibile questa catastrofe alla continuità travestita di nuovo e che odora di vecchio gattovolpismo. Perché l’altra catastrofe, quella più pericolosa, sarebbe riconsegnare la Basilicata nelle mani di chi l’ha ridotta com’è. E quest’ultima catastrofe è facile che accada. Basta sparare a zero contro il M5S e creare liste e listarelle per frammentare il voto e favorire così il Pd e compagni. Liste e listarelle che, nella sostanza delle cose, non sono alternative al sistema ma al M5S checché ne dicano i fautori. Ad ogni modo i sondaggi danno ragione delle forti chance del M5S perché probabilmente tanti cittadini in silenzio, fuori dall’agone politico, hanno già deciso su chi scommettere.

Il M5S ha fatto, fa e farà errori. Questo non giustifica il fatto che le persone e i gruppi più intelligenti si lascino strumentalizzare, seppure involontariamente, da chi spera di riprendersi il potere. Criticare e assumere posizioni politiche anche dure contro il M5S è legittimo. Non è però opportuno mandare a puttane l’unica possibilità che i lucani hanno di ricominciare. E questa possibilità, che piaccia o no, risiede nel successo elettorale del M5S.

Esistono differenze politiche? Legittimo. Esistono contrasti personali? Chi non ne ha. Questa volta, però, più che in termini politici occorre ragionare in termini di opportunità o anche opportunistici se volete. La rivoluzione comincia con la destrutturazione del potere, non con la demolizione di chi quel potere vuole destrutturarlo. Che sia il buon senso a prevalere. Il resto non scade, tutto è rinviabile a dopo la dipartita politica del vecchio sistema di potere.