Elezioni regionali. La caccia al personaggio e i soliti pataccari

20 ottobre 2018 | 13:22
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Elezioni regionali. La caccia al personaggio e i soliti pataccari

La prossima competizione elettorale sarà un’opportunità epocale, unica, per questa regione martoriata

E’ come nella pubblicità dei cosmetici o anche dei profumi. Per vendere devi mostrare un uomo o una donna belli, attraenti, intriganti, desiderabili. Lo specchio di ciò che vorremmo essere, il riflesso percettivo della nostra mortificata apparenza fisica. Il consumatore tipo che vorremmo essere.

E’ come nella pubblicità dei divani o delle patatine. Per vendere devi mostrare il personaggio, quello amato dal target dei consumatori, la celebrità, il testimonial.

In questo caso si tratta di un personaggio “che è noto al pubblico (attore, personaggio sportivo, intrattenitore, ecc.) Per i suoi risultati in aree diverse da quella della classe di prodotto.”

Dunque si punta sulla credibilità o sull’attrattività del personaggio famoso anche se la sua storia ha nulla a che fare col prodotto reclamato.

Certa politica, specie in campagna elettorale, adotta gli stessi metodi dell’advertising. Oltre a reclamare prodotti (promesse e programmi elettorali) punta a venderli (vincere le elezioni) candidando personaggi ritenuti “credibili” o “attraenti”. Veri e propri testimonial della bontà della proposta elettorale (prodotto). E questo accade, anche se il personaggio nulla ha a che fare con il prodotto. Un testimonial cioè politicamente debole, spaesato, che nulla conosce dei meccanismi di governo, seppure molto capace nel suo campo di attività.

I lucani alle prossime elezioni dovrebbero evitare di subire una campagna pubblicitaria che persuada i consumatori-elettori a votare per i fighetti o le fighette o a votare per il luminare di turno famoso studioso di semiotica o di astronomia.

Le prossime elezioni segneranno un’opportunità epocale, unica, per questa regione martoriata.

Perciò stiamo attenti. Il personaggio candidato presidente può testimoniare la presunta qualità di un prodotto ma se quell’azienda non è credibile neanche quella qualità è credibile.

Se quell’azienda ha inquinato, ha distribuito prodotti manomessi, ha truffato i consumatori e le sue merci sono state più volte ritirate dagli scaffali, dobbiamo pensarci due volte prima di dare credito al testimonial (lautamente pagato per persuaderci) e spesso egli stesso vittima della sua vanità e venialità.

Anche perché i proprietari e i manager di quell’azienda sono gli stessi.

Quindi, sia il Pd e associati, sia il Centro destra, pare si accingano a sfilare dal cilindro il personaggio simbolico, il testimonial, la celebrità che dovrà persuadere gli elettori circa la qualità della loro proposta, delle loro promesse. Non lasciamoci ingannare. Dietro di lui o di lei ci sono sempre loro e il loro modo di produrre e di vendere. Gli stessi che hanno più volte ingannato gli elettori.

Non bisogna fidarsi delle aziende i cui titolari e manager sono sempre gli stessi che hanno fallito. Un prodotto nuovo può essere rilanciato con credibilità se l’azienda che lo produce ha mandato a casa i vecchi manager e ha fatto un percorso di riconversione della missione e dei processi produttivi consegnando nelle mani di persone capaci e credibili l’impresa. Tutto questo non è avvenuto nella holding di Centro sinistra e tanto meno nelle consociate di Centro destra. Loro punteranno tutto sui testimonial, sulle celebrità, sui personaggi.

Perché hanno sempre trattato la politica come mercato e gli elettori come consumatori a cui piazzare le solite patacche.

Chi mangia schifezze non deve poi lamentarsi dei dolori di pancia. Questa volta non lasciamoci ingannare. In caso contrario o siamo stupidi o siamo complici.