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Dorme in auto da mesi. La storia di Carmine a 20 anni dal terremoto

5 ottobre 2018 | 18:03
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Dorme in auto da mesi. La storia di Carmine a 20 anni dal terremoto

A Trecchina, in provincia di Potenza, sta portando avanti la battaglia di sua madre Serafina, morta senza poter rientrare nella sua casa

Nella storia della famiglia di Carmine Marotta, 60 anni originario di Trecchina, c’è una data a far da spartiacque: 9 settembre 1998. Quel giorno la Basilicata del Sud fu colpita da un terremoto che provocò danni a diverse abitazioni. Tra queste, quella in cui viveva la madre di Carmine, Serafina Ferraro, la maestra Fifina come tutti la chiamavano in paese. 

Serafina Ferraro davanti alla sua casa di Trecchina

La casa di zia Fifina fu dichiarata inagibile e la donna dovette lasciarla in attesa degli interventi di ricostruzione post sisma. Di Serafina abbiamo scritto più volte su questo giornale. (leggi qui) Abbiamo scritto di lei, ormai 90enne, determinata a combattere per tornare nella sua casa. Abbiamo scritto delle lungaggini e purtroppo abbiamo scritto della sua morte avvenuta nel 2017 senza poter vedere la fine di quei lavori, e dei suoi appelli inascoltati per poter tornare a morire nella sua casa di Trecchina. Carmine ha raccolto il testimone da sua madre. E’ tornato a Trecchina da Prato, da mesi dorme in macchina e ha fatto diversi scioperi della fame. La casa negata alla sua anziana madre è sì nella sua disponibilità, ma non può abitarci perché “è un colabrodo”. 

Carmine Marotta

Lavori dichiarati conclusi dopo 19 anni. Per comprendere la storia bisogna fare un passo indietro. I lavori di ricostruzione furono dichiarati ultimati nel 2015. I tecnici della direzione lavori certificano a luglio 2017 la fine dei lavori e la corretta esecuzione degli stessi autorizzando anche, come risulta dal verbale di corretta esecuzione, il rientro delle persone allontanate al momento del sisma. E’ toccato al figlio di Serafina, Carmine, rientrare in casa dopo quasi 20 anni. All’amarezza di non potervi essere tornato con sua madre si è però aggiunta l’amarezza di constatare che i lavori non erano stati eseguiti secondo le prescrizioni progettuali e che l’esecuzione a regola d’arte lasciava molto a desiderare.

“La casa è un colabrodo”. Con l’intervento di un tecnico di parte Carmine Marotta chiede alla direzione lavori ed alla impresa edile di sistemare quanto non eseguito secondo progetti e relativo capitolato. Fra i vizi rilevati anche delle abbondanti infiltrazioni di acqua da alcuni punti dal tetto, da un terrazzo e dagli infissi esterni. “A volte l’acqua si infiltra nell’impianto elettrico e gocciola dalle lampadine del piano sottostante- racconta Carmine- Purtroppo l’acqua si infiltra anche sulle travi di legno che si impregnano”.

Iinfiltrazioni d’acqua

“Il collaudo non si può fare”. A seguito di ciò viene nominato un ingegnere che dovrà redigere un Collaudo Tecnico Amministrativo dopo aver verificato lo stato degli immobili. Fatti i primi sopralluoghi sia alla casa della famiglia Marotta e ad altre abitazioni che fanno parte del medesimo condominio obbligatorio, il tecnico comunica che lo stato di fatto non consente il collaudo degli stessi. Dopo avere contattato Direzione Lavori, impresa edile e amministratore condominiale si dimette dall’incarico per motivi personali.

Nel febbraio 2018 il condominio provvede a nominare un nuovo ingegnere collaudatore. Dopo aver effettuato due sopralluoghi (a cui partecipano i direttori dei lavori, l’amministratore condominiale, i condomini, i tecnici di parte e dei condomini e il responsabile della impresa edile esecutrice dei lavori ), in marzo ed in giugno 2018, vengono predisposte le bozze definitive del Verbale di Constatazione dei danni e lo stesso viene condiviso a mezzo mail con i tecnici della Direzione Lavori e  l’amministratore condominiale.

Nel corso dei sopralluoghi l’impresa edile si dimostra disponibile a sistemare quelli che erano i difetti ed i vizi contestati dai tecnici di parte e dalla Direzione Lavori unitamente all’ingegnere collaudatore. L’amministratore condominiale a metà giugno 2018  trasmette a tutti i condomini il verbale di constatazione in bozza definitiva ricevuto dall’ingegnere collaudatore con elencati i vizi da lui rilevati nel corso dei sopralluoghi e i relativi lavori di ripristino da effettuarsi a breve scadenza per non aggravare i danni da infiltrazione di acqua.

“I danni, come per miracolo, scompaiono”. Seguono vari incontri fra tecnici, amministratore e impresa edile. A metà luglio l’amministratore comunica ai condomini che l’impresa edile, nel corso di una riunione per predisporre i lavori da fare non ha firmato il verbale per cui resta tutto fermo in attesa di nuovi sviluppi. Passano altri mesi. I condomini inviano pec al collaudatore chiedendo di procedere alla riparazione in danno all’impresa secondo le prescrizioni di legge ma non succede nulla fin quando a fine settembre arriva la comunicazione da parte dell’amministratore condominiale con la quale annuncia che non è stato raggiunto alcun accordo con l’impresa a edile per la sistemazione degli immobili e trasmette il verbale di constatazione redatto dall’ingegnere. “Qui l’amara sorpresa- spiega Carmine- molti dei lavori che erano stati inseriti nella bozza di giugno, quella definitiva, non sono più in elenco. Come se i danni grazie al miracolo di qualche Santo si fossero riparati da soli”. 

Piove e Carmine dorme in macchina. Siamo ad ottobre e le piogge di questi giorni stanno aggravando la situazione già precaria della copertura della casa di Marotta, ogni volta che piove entra acqua in casa e le travi interessate continuano a bagnarsi ed a perdere parte della loro funzione statica. Dal sisma, intanto sono trascorsi 20 anni. Da settimane Carmine dorme in auto dinanzi alla propria abitazione, ha sospeso solo in questi ultimi giorni perché con febbre alta, e viene attualmente ospitato da un amico. 

Cosa chiede Carmine, a 20 anni dal terremoto: Ottenere i certificati di abitabilità e quindi di poter abitare nella sua casa, cosa che potrà avvenire solamente dopo che il collaudatore rilasci un verbale di consistenza che comprenda tutto quanto aveva già indicato in precedenza (in giugno) e che vengano fatti i lavori per poter collaudare e dare l’abitabilità definitiva alla casa.

La cosa certa è che Carmine Marotta, ancora con la febbre addosso,  da stasera tornerà a dormire in auto, dinanzi a quella casa in cui è nato 60 anni fa e dove spera di poter tornare presto a dormire in un comodo letto. 

Auto in cui dorme Carmine

Nel frattempo  un altro condomino dello stesso comparto, quindi medesima impresa edile e medesima direzione dei lavori, ha fatto richiesta di un Accertamento Tecnico Preventivo al Tribunale di Lagonegro in quanto anche la sua abitazione presenta problemi di infiltrazioni di acqua pur essendo stati certificati lavori eseguiti a regola d’arte.