Di Maio sulle questioni petrolifere non potrà nascondersi a lungo

26 settembre 2018 | 15:47
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Di Maio sulle questioni petrolifere non potrà nascondersi a lungo

Noscorie Trisaia: “Il silenzio sui barili di catrame e l’Ilva di Taranto non giova ai 5 Stelle”

La Basilicata non è l’Ilva di Taranto, qui i posti di lavoro nelle aree di ricerca petrolifera li abbiamo persi e non guadagnati, soprattutto in agricoltura, vedasi i dati Istat del decennio 2000-2010 in Val d’Agri dove le aziende agricole che hanno chiuso sono circa il 60% (il doppio del resto della regione). C’è più emigrazione e più povertà rispetto a 10 anni fa in Basilicata secondo i dati statistici e i posti di lavoro creati nel petrolio sono poca cosa rispetto a quelli persi nelle economie locali nel lungo periodo. Il petrolio è incompatibile con la ricchezza acqua, bene supremo che soddisfa 4 regioni (compreso la Campania di Di Maio) e alimenta la stessa Ilva, con il nostro mar Jonio e con le nostre economie locali. L’attività estrattiva ha processi industriali molto impattanti a livello ambientale e anche sanitario, la ricerca petrolifera consuma acqua e genera rifiuti in modo esponenziale. Di Maio con Conte e Costa ora non potranno più stare in silenzio rispetto ai pareri  su cui dovranno esprimersi sulla nostra regione in tema petrolifero.

I pareri da rilasciare a breve sono veramente tanti in virtù anche del decreto Sblocca Italia, per citarne alcuni :1) Il permesso masseria la Rocca alle porte di Potenza passato al Consiglio di Stato; 2) Il permesso nel mar Jonio D79 dove è passato l’air gun al Consiglio di Stato; 3) La V.I.A. sul pozzo Alli 5 posizionato  sul cluster Sant’Elia dove in totale sono previsti 5 nuovi pozzi petroliferi a Civita di Marsico in Val d’Agri; 4) La V.I.A. sul pozzo San Teodoro a Pisticci; 5) Il termine rinnovo  delle concessioni nel Metapontino; 6) il termine rinnovo della concessione Val d’Agri;7) Il permesso Tempa La Petrosa della Total sulla fascia Jonica in giudizio al consiglio di stato;8) La V.I.A. per il permesso di ricerca D84 nel mar Jonio. Senza contare tutti gli altri permessi di ricerca in itinere e senza entrare nelle procedure del decreto Sblocca Italia dove il governo potrebbe avere voce in capitolo sui  centri oli e sugli impianti di trattamento rifiuti petroliferi.

Di Maio con il suo governo non potrà più nascondersi a lungo insieme ai suoi parlamentari sulle questioni petrolifere e sulle nuove autorizzazioni al pari della Lega che invece purtroppo non si è mai pronunciata contro il petrolio in  terra lucana ma sempre a favore delle estrazioni petrolifere con i precedenti governi di centro destra. Il silenzio sui barili di catrame non gioca a favore del 5 Stelle che prima delle elezioni professava le rinnovabili ed era contro il fossile, non lo rende più credibile sulle questioni ambientali e territoriali soprattutto dopo quello che è successo con l’Ilva di Taranto e sui repentini cambiamenti di idea sul Tap. Il sacrificio della Basilicata verso l’Italia e gli interessi energetici è già stato enorme a livello ambientale, sociale ed economico mentre insistono su una intera regione: 17 istanze di ricerca petrolifera; 6 permessi di ricerca petrolifera; 19 concessioni di idrocarburi ;1 concessione di stoccaggio  (dati Unmig).

No Scorie Trisaia