Inchiesta sanità lucana: “Da un lato il sistema politico che decideva, dall’altra una moltitudine di questuanti”
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Emergono ulteriori dettagli sull’inchiesta che ha portato a trenta misure cautelari
“Dobbiamo accontentare tutti“. A parlare sarebbe il presidente Pd della Regione Basilicata, Marcello Pittella, (ai domiciliari da questa mattina) in un’intercettazione captata nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità lucana che questa mattina ha portato a 22 arresti, due in carcere e venti ai domiciliari.
“Un sistema di corruzione e asservimento della funzione pubblica a interessi di parte di singoli malversatori- quello che emerge dalle indagini- di cui fa parte una “moltitudine di questuanti espressione di pubblici poteri apicali”. Questuanti che -per il gip- si “interfacciano tra loro in uno scambio reciproco di richieste illegittime e promesse o dazioni indebite”
La ratio che muove ed è al centro di questo sistema- scrive ancora il giudice Nettis- è “sempre la stessa: la politica nella sua sempre più fraintesa accezione negativa e distorta, non più a servizio della realizzazione del bene collettivo ma a soddisfacimento dei propri bisogni di locupletazione e di sciacallaggio di potere e condizionamento sociale”.
La politica “che condiziona pesantemente” la gestione delle Asl lucane “ed in particolar modo le procedure selettive per assumere personale nella sanità”.
E questo- aggiunge il giudice- “non solo al fine di ampliare il consenso elettorale ma anche allo scopo di ‘scambiare’ favori ai politici di pari schieramento che governano Regioni limitrofe, come è il caso della Puglia e della Campania”.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Matera ed eseguite dalla Guardia di Finanza hanno evidenziato il “totale condizionamento della sanità pubblica da parte di interessi privatistici e da logiche clientelari politiche”.