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Quella truffa che genera corruzione

15 giugno 2018 | 09:55
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Quella truffa che genera corruzione

“Lo stadio di Roma ne è solo l’ultimo esempio. E non ci saranno cambiamenti o terze repubbliche che tengano”

Nel 2010 il Movimento astensionista denunciò per truffa e appropriazione indebita tutti i partiti che incameravano i rimborsi elettorali previsti per le principali tipologie elettorali (elezioni politiche di Camera e Senato, elezioni regionali ed europee). Il valore di quei fondi, costruiti in base al principio di sovranità degli elettori, era costituito da 1 euro per ogni avente diritto al voto, per i cinque anni di legislatura prevista per ognuna di dette istituzioni elettive. Circa 250 milioni di euro per ognuna di esse.

Dov’era la truffa? Nel fatto che, in fase di riscossione, non veniva tenuto conto, come invece avrebbe dovuto, il complessivo dei singoli voti ma le fatidiche percentuali di attribuzione del potere, ottenute rapportando gli stessi voti sull’ammontare di quelli utili espressi e non in rapporto all’intero corpo elettorale. Cosa significa questo? Che se i voti utili fossero stati per esempio tutti e 50 milioni, su un numero di altrettanti elettori aventi diritto, non ci sarebbe stata alcuna truffa e i partiti avrebbero avuto tutto il sacrosanto diritto di spartirsi, secondo le percentuali di destinazione dei consensi, i 250 milioni di euro di ogni fondo.

Se invece, come accaduto fino ad allora, i voti utili non erano più il 100 per cento dell’intero corpo elettorale ma per esempio il 70 per cento di esso, quindi col 30 per cento di astenuti, bianche e nulle, i partiti avrebbero dovuto spartirsene 175 e non tutta la posta dei 250…

Analogamente alla faccenda dei rimborsi, abolita in fretta e furia grazie ai governi Monti e Letta e alle pressioni di un’alta carica dello Stato che supplicò i pm di chiudere la questione nel totale silenzio dei media pena la totale implosione del sistema politico italiano, c’è un altro aspetto che ancora oggi nessuno ha il coraggio di tirare in ballo.

E’ il sistema stesso dell’attribuzione del potere. Un sistema che gioca pesantemente anch’esso sui parametri di sovranità, alterando in questo caso il concetto di “voto” e modificandolo per “voto utile”.

Il voto è l’espressione plebiscitaria del pensiero politico di ogni elettore. Astensionisti e annullisti inclusi. Verso i quali i partiti, i media, i sondaggisti, le stesse Istituzioni dovrebbero rispettare la volontà senza appropriarsi impunemente di quelle deleghe o consensi che chi si astiene non consegna loro.

Se la gestione del potere avviene non più nel rispetto della sovranità dei cittadini ma sulla base esclusiva di una spartizione politica dei soli voti utili espressi, i consigli nazionali, regionali, comunali, delle partecipate e degli innumerevoli Enti pubblici che si insediano su nomina esclusiva dei partiti, non potranno che operare non nel rispetto delle esigenze della collettività ma favorendo, in una grande maggioranza dei casi, condotte corruttive e dispendiose del denaro pubblico generante spessissimo favori e tangenti.

In uno stato come l’Italia, con un livello di corruttela ormai endemica, per ogni caso faticosamente scoperto dalla magistratura ce ne saranno almeno dieci, o più, che rimangono nel buio di quella connivenza criminale tra politica e mafie, partiti e faccendieri. Lo stadio di Roma ne è solo l’ultimo esempio. E non ci saranno cambiamenti o terze repubbliche che tengano…

Antonio Forcillo, portavoce nazionale Movimento Astensionista Politico Italiano (CVDP – Commissione di Vigilanza  per la Democrazia Partecipativa)