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Parco Nazionale dell’Appennino Lucano: la corda si è spezzata

25 giugno 2018 | 21:40
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Parco Nazionale dell’Appennino Lucano: la corda si è spezzata

Associazione Ambiente e Legalità: “Siamo ormai  al becero e fastidioso vociare delle comari del vicinato”

Siamo ormai  al becero e fastidioso vociare delle comari del vicinato. Sulla gestione del Parco dell’Appennino Lucano bisogna  intervenire e dare un deciso taglio al passato, la misura è colma! Era l’estate del 2016 quando ci “incuriosimmo”sul modo di gestione di  quel Parco. I Lavori di realizzazione e gestione del progetto “sentieristica dell’area parco – Ambito 4”furono iniziati il 27 maggio 2016, in periodo di nidificazione nelle  Murge di S. Oronzio in area ZSC, si parlò di danneggiamento dell’habitat di alcuni Grifoni e chiedemmo la immediata sospensione dei lavori ed il rispetto delle  procedure autorizzative previste. Gli uffici  regionali ordinarono tempestivamente la sospensione dei lavori , l’area fu sottoposta a sequestro preventivo con decreto del GIP  e, successivamente, il  RUP,una dipendente del Parco, insieme ad altre figure  è stata citata a giudizio.  Il direttore del Parco, Fogliano, ebbe a  dichiarare che i lavori erano sospesi per motivi tecnici- sic!-e che l’Ufficio Tecnico dell’Ente Parco avrebbe proceduto ad approfondimenti circa il regime autorizzativo dell’intervento- su Topolino la materia non era ancora stata trattata-.Di li a poco anche il Ministero dell’Ambiente con la Direzione competente   intervenne puntualizzando  l’iter procedurale e ce ne dette riscontro. Da allora capimmo che bisognava “ATTENZIONARE LA GESTIONE DI QUEL PARCO” e non ci sbagliavamo.

Sul finire del 2017 cercammo di seguire gli ulteriori sviluppi  ed il ripristino ambientale  eseguiti nella Murgia di S.Oronzio per quei lavori che erano stati sospesi dagli uffici regionali a seguito della nostra segnalazione e poi sottoposti a sequestro dalla magistratura di Lagonegro. Sul sito Amministrazione Trasparente del Parco non trovammo nulla  circa i verbali delle Conferenze di Servizio e la documentazione prodotta malgrado il proponente della conferenza fosse il PNAL. Interessammo l’ANAC che avviò una attività di vigilanza sul Parco e  dispose un processo di implementazione della sezione “Amministrazione Trasparente”. Non riteniamo sufficiente quanto disposto ma raccogliendo l’indicazione che lo stesso ufficio vigilanza sugli obblighi di trasparenza dell’Anac ha fornito ci avvarremo dell’accesso civico previsto dall’art.5 del d.lgs 33/13 per richiedere tutte le determine dirigenziali e provvederemo noi a pubblicarle nella loro interezza e non già solo il frontespizio dove, tra l’altro, l’oggetto è indicato in modo criptico. Sarà un albo pretorio del PNAL differito. Di sicuro verranno adottate forme di boicottaggio che contrasteremo interessando le Procure competenti e la stessa Anac. Si quella della Trasparenza ridotta ma consentita, purtroppo, è una scappatoia  usata dai furbetti per non far sapere al contadino quanto è buono il formaggio con le pere. La trasparenza che noi chiediamo è quella adottata da tutti i Parchi e dagli enti territoriali.Malgrado la trasparenza sul sito del Parco oggi sia ridotta al 40% si è avuto modo di verificare le incongruenze e che abbiamo già notificato al Ministro ed agli uffici ministeriali competenti sia sulla individuazione della terna sia sulle modifiche pilotate della variazione della dotazione organica.

Dal Dicembre del 2017 è iniziata una attività di vigilanza serrata ad abbiamo saputo ed ovviamente interessato il Ministero che la Procura della Corte dei Conti di Basilicata ha citato a giudizio 15 persone che hanno avuto a che vedere con il PNAL. Tra i citati vi sono 5 degli attuali 7 consiglieri in carica, i membri del collegio dei revisori e 5 funzionari dell’ente tra cui il Fogliano. Le contestazioni riguardano l’incarico dirigenziale attribuito al Fogliano ed il Procuratore,  all’atto della emissione  della citazione a giudizio, affermò come l’incarico dirigenziale di Fogliano  allo stato degli atti risultasse illegittimo e dannoso.

Fatti ancora più gravi per la corretta gestione del Parco sono risultati essere: L’indebito rimborso di ferie  non godute a favore del Fogliano, anche personale appena assunto sa che le ferie vanno godute e non sono monetizzabili e che vi sono pesanti  sanzioni  a garanzia del diritto alle ferie che è alienabile. Altre contestazioni sempre rivolte al Fogliano è stata l’indebita corresponsione dei buoni pasto , l’indebito rimborso di spese di missione, stesso dicasi per spese di carburante con utilizzo improprio dell’auto privata. Le ultime contestazioni mosse possono configurare dolo o colpa grave ed essere di competenza non solo della procura contabile.  Dobbiamo dare atto che l’attività della Procura della Corte dei Conti assistita dalla Guardia di Finanza è stata molto dettagliata e puntuale. Nel 2018 la situazione precipita perché il Consiglio  Direttivo, struttura atta a riscaldare le sedie, indica una terna dalla quale  il Ministro dovrà scegliere il Direttore del Parco; il Ministero chiede di annullare la delibera e di ritenere cessato dall’incarico di Direttore il Fogliano e di sostituirlo, in attesa della nomina del nuovo, con personale interno avente alcune caratteristiche professionali. Il bando per individuare la terna viene rifatto ma con modalità da carboneria , senza la dovuta pubblicità  per non aumentare il numero dei concorrenti, però il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, l’avviso del bando subisce una riapertura dei termini perché occorre pubblicarlo anche sulla Gazzetta Ufficiale, la voce si sparge ed i concorrenti dai 20 del primo bando diventano 43. Nessun problema! in una notte la terna viene scelta e coloro che riscaldano la sedia la approvano , questa volta sono tutti inseriti nell’elenco dei direttori, il Dr. Melfi ed il Dr. Delorenzo hanno un curriculum di tutto riguardo, il terzo l’Architetto Fogliano ha un atto di citazione a giudizio.

La nomina di un Commissario per il Parco appare la più logica  e l’abbiamo richiesta  al Ministro ma i tempi ci appaiono lunghi ed il Parco non può essere amministrato  da un Geometra f.f. e da un direttore la cui nomina è “cessata” ma non è stato sostituito malgrado il Ministero il 9 Maggio abbia dato sette giorni di tempo per farlo. Il Ministro nomini tempestivamente il Direttore  tra i due che hanno le carte in regola e che compongono la terna favorendo, se possibile, il concorrente più giovane e con aspettative professionali in ascesa. Il Parco tornerà a corretta gestione. Le forze politiche, quelle del Governo del Cambiamento, intervengano  con determinazione anche perché, per loro, la ricreazione è finita mentre quelle che rappresentano quello che una volta era definito il Partito Regione facciano un atto di umiltà ed ammettano che il Melone è uscito troppo bianco tanto da essere immangiabile! Malgrado l’intervento non sia stato conciso ci rendiamo conto di non essere stati esaustivi nel descrivere la nera realtà del Parco  ma contiamo di integrare. C’è parentopoli che va approfondita così come l’adesione notturna e silenziosa al GAL Lucania Interiore

Associazione Ambiente e Legalità

Pio Abiusi