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Maggioranza Pd alla ricerca disperata di consenso

28 giugno 2018 | 11:32
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Maggioranza Pd alla ricerca disperata di consenso

Romaniello: “Si è raggiunto il massimo nella delegittimazione del Consiglio regionale e delle sue regole più elementari”

Alle 21 e 10 minuti di ieri sera ho abbandonato l’aula del Consiglio regionale non potendo più sopportare l’arroganza della maggioranza che, in barba ad ogni minimo rispetto dell’aula e delle corrette relazioni con le minoranze e senza alcun contegno, continuava ad approvare emendamenti al collegato. Emendamenti  in cui si trattava di tutto: dalle norme sulla sanità a quelle sull’urbanistica, dai rifiuti al personale.

Occorre sottolineare che, nel corso delle Commissioni congiunte, il Direttore Generale della Giunta aveva affermato che non ci sarebbe stato alcun maxi- emendamento. Per tale motivo, i vari Dipartimenti e la Giunta hanno utilizzato l’espediente di far presentare i vari emendamenti direttamente ai Consiglieri man mano che i lavori proseguivano, tanto che nella stragrande maggioranza dei casi gli stessi Consiglieri proponenti facevano fatica ad argomentare, tanto da arrivare, in alcuni casi, a chiedere che le spiegazioni venissero fornite dai componenti della Giunta.

Si sono approvate norme che sicuramente saranno impugnate dal Governo nazionale per non competenza, come quelle in materia di sanatorie. Un metodo che fa impallidire quelli di berlusconiana memoria.

Abbiamo provato, come minoranze, a stare sul merito, al fine di contribuire come sempre fatto fin ora ad approvare quanto necessario nell’interesse dei nostri concittadini. Ma l’atteggiamento di questa maggioranza, che ha prodotto l’eclatante risultato di non ottenere la parifica dei bilanci dal 2015 ad oggi, con il modo di procedere utilizzato oggi in Consiglio ha toccato il fondo, tanto da costringere chi, come il sottoscritto, considera un dovere verso i cittadini garantire sempre la presenza  in Consiglio, ad andare via. Perché si può sopportare tutto, tranne che essere trattati come dei burattini che schiacciano solo un bottone.

Con quanto accaduto ieri sera si è raggiunto il massimo nella delegittimazione del Consiglio regionale e delle sue regole più elementari.

I provvedimenti adottati, per oltre il 90%, nulla hanno a che vedere con il bilancio e l’urgenza legata a scadenze come quelle riguardanti i precari o i lavoratori dei centri per l’impiego, in quanto attinenti a modifiche di leggi ordinarie su cui sono le Commissioni che approfondiscono e definiscono, come previsto da norme e regolamenti.

Anche un bambino capisce che questi sono gli ultimi tentativi di questa maggioranza per cercare di rafforzare la sua rete clientelare e di consenso politico. Pensavamo che la sconfitta elettorale del 4 marzo avrebbe indotto ad introdurre correzioni per ridare dignità alla politica. Invece ci siamo dovuti ricredere. Persistono atteggiamenti arroganti e di autosufficienza , non comprendendo che politiche tendenti ad accontentare gli amici, scontentano tanti altri, spingono sempre più i comuni cittadini a percepire il voto come inutile o, comunque, quando ne hanno la possibilità, a votare chiunque pur di mandare a casa l’attuale classe dirigente.

Il dramma maggiore, purtroppo, è che Renzi e i suoi seguaci non hanno distrutto solo il Pd, ma l’intero centro sinistra, con danni enormi per tutti, facilitando l’avanzata della cultura dello scontro e dell’odio, che è esattamente l’opposto della necessita di far prevalere la cultura dell’ascolto, del confronto e della coesione sociale, della partecipazione e della democrazia, fattori fondanti irrinunciabili per il prevale dell’interesse generale sul particolare.

Giannino Romaniello, consigliere regionale Basilicata