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Cronaca
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Lagonegro, Procura indaga su cranio ritrovato a Rotonda. E’ di una donna morta 35 anni fa

15 giugno 2018 | 13:00
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Lagonegro, Procura indaga su cranio ritrovato a Rotonda. E’ di una donna morta 35 anni fa
Lagonegro, Procura indaga su cranio ritrovato a Rotonda. E’ di una donna morta 35 anni fa
Lagonegro, Procura indaga su cranio ritrovato a Rotonda. E’ di una donna morta 35 anni fa
Lagonegro, Procura indaga su cranio ritrovato a Rotonda. E’ di una donna morta 35 anni fa

Nella zona, nel 1984, scomparve la 27enne Maria Antonietta Flora, maestra in una scuola materna di Lagonegro

La Procura della Repubblica di Lagonegro indaga per far chiarezza sul ritrovamento di un cranio, avvenuto circa due mesi fa, in un fondo agricolo di Rotonda. Secondo le prime indiscrezioni i resti apparterrebbero a una donna la cui morte risalirebbe a circa 35 anni fa. 

Ripercorrendo le cronache dell’epoca, emerge il caso di Maria Antonietta Flora, 27enne di Lagonegro, scomparsa il 10 novembre 1984. 

Maria Antonietta Flora, all’epoca faceva la maestra in una scuola materna di Lagonegro. Il 10 novembre del 1984 la donna esce di casa intorno alle 19 a bordo della sua auto. “Esco, vado a fare un’iniezione”, avrebbe detto prima di lasciare la sua abitazione nella quale non fa più ritorno. Il giorno dopo, intorno alle 13.30, in una piazzola di sosta dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, vicino lo svincolo di Lagonegro Sud, qualcuno vede un’auto ferma. E’ una A 112 Autobianchi di colore blu. E’ l’automobile di Maria Antonietta. Della maestra nessuna traccia, ma nell’auto ci sono macchie di sangue.

Il perito dell’epoca si limita a dire che con molta probabilità quel sangue appartiene alla donna scomparsa. Il sangue fu rinvenuto sullo sportello lato guida, sul blocco di accensione dell’auto, sul bordo superiore dello sportello lato guida all’interno e all’esterno, sul paraurti posteriore sinistro. Ma nessuna traccia di sangue viene rinvenuta sull’asfalto circostante. Sulle impronte presenti nell’auto nessun riscontro. Già dalle prime ore le indagini appaiono complicate, ma anche approssimative. In seguito, anche i testimoni e gli indagati non aiuteranno gli inquirenti a risolvere il mistero, con le loro dichiarazioni e smentite spesso contraddittorie.

Gli inquirenti sono convinti che la donna è stata uccisa. I sospetti cadono su un giovane commerciante di carni, anche lui di Lagonegro. Secondo la ricostruzione emersa dalle indagini, la sera del 10 novembre 1984, giorno della scomparsa, l’uomo avrebbe incontrato Maria Antonietta nei pressi dello svincolo di Lagonegro Sud. Il macellaio però dichiarò che l’incontro era avvenuto il giorno prima. Per gli inquirenti quell’indizio fu sufficiente a disporne l’arresto: il giovane -secondo la tesi dell’accusa- avrebbe ucciso la maestra dopo l’ennesimo rifiuto della donna di cedere alle sue avance. Il macellaio viene arrestato il 15 marzo 1986. Rimane in carcere due anni. Nel 1988 viene assolto. Nel 1992 la sentenza di assoluzione diventa irrevocabile.

In tutti questi anni la famiglia di Maria Antonietta ha sperato che si giungesse alla verità ma la scomparsa della giovane donna è rimasta un caso irrisolto. Gli accertamenti disposti dalla Procura di Lagonegro sui resti umani trovati a Rotonda potrebbero rappresentare una svolta o riconsegnare la vicenda della maestra alla lunga lista dei tanti misteri lucani ancora senza soluzione.