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Flat tax? Potere al Popolo Basilicata in piazza “per denunciare l’inganno”

28 giugno 2018 | 11:07
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Flat tax? Potere al Popolo Basilicata in piazza “per denunciare l’inganno”

Manifestazione sabato 30 giugno alle 18 a Potenza

Potere al Popolo Basilicata scenderà in piazza a Potenza, sabato 30 giugno alle 18 (Piazza Mario Pagano) per denunciare l’ultimo inganno di questo sistema neoliberista che il governo PentaLeghista sta attuando, in perfetta continuità con quelli precedenti, ancora una volta per favorire i ricchi e i grandi patrimoni, a danno delle classi più deboli.

La flat tax è un tipo di tassazione che cancella quanto previsto dall’articolo 53 della Costituzione, la quale afferma il principio della progressività del sistema tributario. In quest’ultima, infatti, le tasse devono essere proporzionali al reddito: chi percepisce un reddito più alto paga, in percentuale e in proporzione, più di coloro che percepiscono di meno. La flat tax, dunque, per essere attuata comporta la modifica della costituzione, in quanto introduce l’abolizione dell’equa proporzione delle tasse in base al reddito: una tassa unica per tutti, 15% per Salvini-Di Maio, 25% per la destra non al governo. In sostanza un risparmio notevole per i redditi più ricchi, con la motivazione che tale tassa rilancerebbe l’economia, liberando nuove risorse; invece, non solo non farebbe ripartire l’economia (perché in periodo di crisi chi ha soldi non li investe per creare posti di lavoro o innovazione), ma alimenterebbe solo i grandi patrimoni, da reinvestire all’estero in prodotti finanziari, e il debito pubblico, inducendo forti tagli ai servizi pubblici e comuni (la solita ricetta capitalista della crescita infinita, la stessa che ha provocato le devastazioni e le crisi attuali).

La flat tax è utile solo a chi ha redditi molto alti, a discapito del ceto medio, dei precari e del popolo, e si somma ai disastri sociali già provocati dal Jobs Act e dall’abolizione dell’articolo 18.

Attualmente: chi ha un reddito annuo di 300.000 euro paga circa 112.170 euro lorde di tasse; chi ha un reddito annuo di 40.000 euro paga circa 11.520 euro lorde di tasse.

Con una flat tax al 15%: nel primo caso si andrà a pagare 45.000 euro, risparmiando circa 70.000 euro; nel secondo caso pagherà 6.000 euro, risparmiando 5.500 euro. In tal modo la metà dei risparmi andrebbe ai redditi più alti e si aprirebbe un buco di 50 miliardi nei conti pubblici. E questi sono fonti di bilancio che servono allo Stato per mantenere e tutelare servizi, scuola, sanità, welfare e diritti soprattutto ai più deboli.

Qualora il governo dovesse invece orientarsi per una flat tax articolata in due scaglioni (fino a 80mila euro con aliquota del 15%, oltre 80mila euro con aliquota del 20%), e con una  base imponibile costituita dal reddito familiare e non da quello individuale, come per l’Irpef, ciò potrebbe porre problemi di costituzionalità, perché penalizzerebbe le coppie sposate (che dovrebbero sommare i propri redditi e quindi più facilmente sarebbero sottoposte alla maggiore aliquota). La progressività sarebbe attuata con una deduzione di 3.000 euro, da moltiplicare : per il numero dei componenti se il reddito familiare è inferiore a 35mila euro; per il solo numero di quelli a carico nel caso di reddito familiare tra 35mila e 50mila euro; zero oltre questa cifra.

Nella tabella sono riportate delle simulazioni relative a una famiglia di quattro persone, di cui due percettori di reddito e due figli a carico. Il reddito familiare è la somma dei redditi dei due partner. La tabella mostra l’Irpef ora pagata da alcune famiglie e cosa cambia con la flat tax a due scaglioni. La riduzione di gettito sarebbe di circa 50 miliardi.

Ad esempio, la famiglia con reddito totale di 30mila euro oggi paga 210 euro di Irpef. Con la flat tax ne pagherebbe 780, ma potrà avvalersi della clausola di salvaguardia, e dunque in questo caso non cambierebbe nulla. I vantaggi crescono invece velocemente per i redditi alti: circa 9mila euro per redditi familiari di 80mila euro.