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Il Consiglio Regionale non faccia quell’errore

7 giugno 2018 | 11:53
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Il Consiglio Regionale non faccia quell’errore

Mobilità interna. Sarebbe inspiegabile un costo aggiuntivo, e inutile, a carico dei contribuenti

Nell’aprile scorso il Consiglio Regionale ha pubblicato l’avviso di mobilità interna per 1 posto di redattore ordinario nell’ufficio stampa del Consiglio, riservato al personale di ruolo della Giunta e del Consiglio.

Alla selezione sono stati ammessi gli unici due candidati: Loredana Costanza, dipendente a tempo indeterminato della Regione Basilicata in servizio presso la sezione Consiglio regionale – Struttura di Coordinamento Informazione, Comunicazione ed Eventi e il dott. Giovanni Scandiffio, dipendente a tempo indeterminato della Regione Basilicata in servizio presso la sezione Consiglio regionale – Ufficio Segreteria dell’Ufficio di Presidenza. Quest’ultimo ammesso con riserva.

Il 9 giugno, dinanzi alla Commissione i candidati dovranno sostenere il colloquio per la valutazione delle conoscenze e competenze professionali. Dunque sembrerebbe che a vincere sarà Loredana Costanza, già addetto stampa dell’ex sindaco di Potenza e attuale presidente del presidente del Consiglio Regionale, Vito Santarsiero.

Che c’è di male? Niente. La signora Costanza proviene dal Comune di Potenza, prima in comando e poi trasferita alla Regione, correttamente inquadrata con la categoria D del Contratto Collettivo Nazionale Enti Locali, stessa categoria con cui era stata assunta al Comune e con cui presta servizio alla Regione da oltre due anni. La domanda è dunque: perché questa mobilità?

Non vorremmo che, come ci segnalano fonti interne al Palazzo, il motivo fosse legato a interessi che nulla hanno a che fare con l’interesse pubblico. Non vorremmo, per esempio, che il direttore generale del Consiglio Regionale, Domenico Tripaldi, uomo politicamente vicino a Santarsiero, all’esito della procedura di mobilità decidesse di trasformare il contratto della signora Costanza da Categorie D Enti Locali in contratto privatistico da giornalista. Ciò vorrebbe dire un aumento di stipendio, per la signora Costanza, di circa 1500 euro netti al mese.  Il direttore potrebbe farlo invocando l’applicazione di una legge regionale del 2001.

Stiamo facendo il processo alle intenzioni? No, stiamo semplicemente mettendo le mani avanti affinché si eviti un possibile, grave, errore. Un provvedimento in tal senso, infatti, potrebbe configurare i reati di abuso d’ufficio, truffa ai danni dello Stato, e danno erariale. E spieghiamo perché.

Il 22 maggio 2018 è entrato in vigore il nuovo Contratto Collettivo del comparto Regioni-Enti Locali che prevede, tassativamente e senza possibilità di deroghe, che il personale addetto ai servizi giornalistici nelle regioni e negli enti locali sia inquadrato nella categoria D1. E’ evidente dunque che l’eventuale trasformazione del contratto a favore della signora Costanza avverrebbe successivamente all’entrata in vigore del nuovo CCNL e a nulla varrebbe la presunta giustificazione circa il fatto che la procedura di mobilità sia stata avviata prima del 22 maggio 2018.

A nulla varrebbe invocare la legge regionale n.7/2001 per una serie di motivi che qui sarebbe noioso e lungo illustrare.

A parte tutto, non crediamo che il presidente del Consiglio Regionale Santarsiero e il direttore generale Tripaldi vogliano assumersi la responsabilità di un provvedimento che sarebbe razionalmente inspiegabile e amministrativamente dubbio.

Soprattutto, sarebbe difficile, in caso contrario, rispondere ad una semplice domanda: Perché?