Le trame dell’inganno. L’aristocrazia degli interessi che domina sulla Basilicata

18 maggio 2018 | 18:28
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Le trame dell’inganno. L’aristocrazia degli interessi che domina sulla Basilicata

Il partitismo amorale, gli ominicchi e la “mafia” lucana

Qui, da almeno 30 anni, il potere è in pochi fondamentali e “strategici” settori: l’energia, il petrolio, l’acqua, i rifiuti. E’ chiaro che in questi settori i player principali sono Eni, Enea, Sogin, Total, Shell, Edf, Fiat, Terna, insieme alle loro articolazioni societarie.  Tutti, in un modo o nell’altro collegati da interessi reciproci. Intorno a questa “aristocrazia” di interessi orbitano attori secondari locali, funzionali agli scopi economici e finanziari dell’Olimpo nazionale e multinazionale. Si tratta di poteri subordinati che hanno un ruolo fondamentale sul territorio. La Società Energetica Lucana, L’acquedotto Lucano, in primo luogo. Intorno a questi poteri subordinati si espande un arcipelago di enti e istituzioni da tenere necessariamente al “guinzaglio”. E sono in prima battuta l’Arpab, Tecnoparco, i dipartimenti regionali della Sanità, dell’Ambiente, delle Attività produttive e delle Infrastrutture, persino l’Università. In sostanza la Politica regionale.

Questi ultimi organismi, articolati nelle connessioni vitali con i poteri subordinati e con i Poteri superiori, funzionano da service governato dalla politica locale e dalle sue ramificazioni territoriali di base. I livelli politici e quelli “imprenditoriali” si intrecciano in un coacervo di affari “secondari”, ma ugualmente succulenti.

Intorno all’Aristocrazia degli interessi, nazionale e multinazionale, mediati dal potere locale, si radunano imprese piccole e medie, società, speculatori, che aspirano a sedersi in una delle stanze della locanda degli affari. Società dell’eolico, quelle della gestione delle discariche e degli impianti dei rifiuti, quelle del conto terzi, società di servizi, centri di ricerca e laboratori di analisi, quelle che lavorano nella sicurezza. Intorno ad alcune di queste aziende o società si insinuano gruppi criminali che a loro volta approfittano delle condizioni di fragilità del territorio per avviare start up di malaffare.

In questo scenario si anima l’azione del partitismo amorale e si nutre l’esercito dei mediocri.

Se il partitismo è un indirizzo politico che attribuisce ai partiti una funzione fondamentale nella vita politica, che cos’è il partitismo amorale? E’ un abuso politico che attribuisce ai partiti o, meglio, alle consorterie interne ai partiti, il diritto a prevaricare le istituzioni e la società.  Ed è su questa forma di abuso che si costruiscono i cosiddetti sistemi di potere locali.  Sistemi a loro volta amorali e ramificati in mille reticoli collaterali ai partiti.

Officine del consenso fondate su una “sapienza artigiana”. Se ricevi il contributo previsto dalla legge pinco pallo, devi sapere che l’artefice del tuo beneficio è il politico Caio Sempronio, al quale devi essere riconoscente. Tu imprenditore – si fa per dire- ogni volta che devi assumere decisioni di un certo tipo hai l’obbligo di chiedere il permesso a quel Caio. Il quale ti dirà di assumere tizio o ti suggerirà i fornitori. Quel tizio e i fornitori a loro volta saranno riconoscenti a quel Caio. Quel Caio ha bisogno di una stampa docile e amica. Quindi suggerisce all’imprenditore e ai fornitori di trasferire risorse a certi giornali amici sotto forma di pubblicità. Quei certi giornali hanno, per questo, un occhio di riguardo per Caio e per le questioni care a Caio.

Il sistema così generato si stratifica su diversi livelli. Dal partito all’associazione, dall’ente sub regionale al Municipio, dalla radio alla tv, dalla stampa all’organizzazione di eventi, dalle sagre ai concerti. Un sistema che pervade le organizzazioni di rappresentanza delle imprese, del commercio, dell’agricoltura, delle corporazioni. Il circuito in forme e dimensioni diverse è replicato negli spazi vitali della società e dell’economia. In questi luoghi-spazi di manutenzione del partitismo amorale, agiscono migliaia di mandatari con il compito di gestire le succursali delle officine del consenso. All’interno di ogni partito esistono diversi Caio che danno origine a filiere di interessi. Questi Caio a volte combattono gli uni contro gli altri, più spesso si mettono d’accordo e si dividono territori, assessorati, enti, risorse, concorsi pubblici. Divorano il futuro e ingabbiano le speranze.

Il club dei “Caiosempronio” decide gli incarichi, le carriere, gli affari di centinaia di persone che a loro volta riproducono su scala minore lo stesso meccanismo coerente con gli obiettivi della filiera. In basso alla piramide agiscono esseri umani senza spina dorsale e con la lingua penzolante che s’infilano negli anfratti del sistema per assaporarne le ossa. Ominicchi che ti fanno soffrire per una pratica edilizia, per una licenza, per un’autorizzazione, per una visita medica. Un sistema ramificato capillarmente.

L’oligarchia del partitismo amorale governa allo stesso modo delle vecchie e più feroci monarchie. O forse si comporta peggio delle mafie. Vincoli morali artificiali, legami d’affari, uso privatistico e sciagurato delle risorse pubbliche sono le caratteristiche di questo apparato  di potere. Nulla da invidiare alle mafie più organizzate. Il partitismo amorale è funzionale a quell’aristocrazia degli interessi, nazionale e multinazionale, che esercita il dominio sulla Basilicata.

Grazie a questo sistema la Basilicata subisce un gigantesco inganno travestito da benevolenza. E’ sottoposta alla distruzione ambientale e alla faciloneria colpevole di chi oscura le verità. E’ ridotta in povertà nonostante le ricchezze. Grazie a questo sistema la Basilicata è vittima di se stessa.