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Il muro della paura: Qui può crollare tutto

16 aprile 2018 | 19:32
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Dopo il cedimento di un muro di sostegno, avvenuto il 28 marzo scorso a Potenza, i residenti di via Consolini temono per la loro incolumità

Avete in mente il detto “dopo il furto la porta di ferro”? Non sempre è valido. Spesso capita che la porta rimanga spalancata e anche divelta per lungo tempo. Specie quando in campo c’è la pubblica amministrazione con i suoi doveri, le sue prerogative, le sue circolari, le sue competenze e incompetenze. Accade che crolla un muro di sostegno, la sera del 28 marzo scorso, a Potenza in Via Consolini.

A monte del crollo una struttura in costruzione. Di fronte, a pochi metri, un palazzo abitato da decine di inquilini. A valle del crollo una strada frequentatissima da auto e pedoni. Di fianco il rischio che un’altra ala del muro crolli.

Quella sera accorrono vigili del fuoco, carabinieri, polizia, protezione civile. Il giorno dopo i tecnici del Comune. Rumore, parole, spavento, preoccupazioni. Eppure da quel giorno nulla più si muove. Silenzio. Qualcuno si preoccupa di transennare l’area, ovvero l’accesso alla strada che gli inquilini del palazzo normalmente devono percorrere per raggiungere le loro abitazioni.

Qualche metro di nastro bianco e rosso su uno scenario anonimo. Che cosa significhi quel transennamento e quel nastro bisogna interpretarlo. Perché nessuno, proprio nessuno, ad oggi ha lasciato un messaggio ufficiale, del tipo: zona di pericolo, ordinanza del sindaco numero tot, vietato attraversare. Nulla. Intanto a monte del crollo una baracca piena di materiali pesanti è lì sospesa nel vuoto pronta a cadere sul selciato, o sulla testa di un ignaro passante, da un momento all’altro. Sospesa su una trave spezzata e sul costone di detriti del muro crollato.

E’da decenni che quel muro regge a piogge temporali, nevicate copiose. Eppure sembra che sia stata l’ultima nevicata a dargli l’estrema unzione. Anche se a monte vi è uno stabile, ancora in costruzione da circa 7 anni, che si affaccia direttamente sul costone del muro crollato. Non è banale pensare che anche quella costruzione sia a rischio.

Sono passati ormai 18 giorni da quella sera. E i cittadini che con le loro finestre e i loro balconi si affacciano sullo spettacolo indecoroso e pericoloso della frana, non sanno cosa stia accadendo. Nessuno, fino ad oggi si è degnato di informarli, di dire qualcosa. Chi si sta occupando della vicenda? Il Comune? I Vigili del Fuoco? La Protezione Civile? E quali sono gli sviluppi, che cosa si intende fare? Queste sono le domande che pongono i cittadini.

Noi ci abbiamo provato. Abbiamo contattato il Comune, un geometra dell’Ufficio tecnico al telefono ci ha detto che “la pratica è in itinere e che la messa in sicurezza dell’area è nella responsabilità del proprietario.” Si tratterebbe (ndr) dello stesso privato cittadino, ditta costruttrice, proprietario dell’opera edilizia a monte del muro crollato. “Altre informazioni – ci dice il geometra – non posso fornirle, dovrei essere autorizzato dall’ingegnere.”  Ma l’ingegnere non riusciamo a contattarlo. A quanto pare l’area interessata all’evento è di proprietà privata. La strada sottostante però è pubblica, di pertinenza comunale.

I Vigili del Fuoco assicurano al telefono che “nell’immediatezza al momento dell’accaduto non vi erano pericoli per l’incolumità pubblica”.  Per quanto riguarda la baracca appesa a monte del crollo ci dicono: “la baracca non ha peso ed è difficile che venga giù, almeno questo abbiamo riscontrato sul momento” (il 28 marzo,ndr).

Sarebbe il caso che qualcuno si faccia vivo a via Consolini e informi i cittadini. Sarebbe il caso che qualcuno rassicuri gli inquilini del palazzo e dica qualcosa.

I residenti di via Consolini si augurano che almeno in questo caso non si proceda con il solito sistema per cui a pagare le conseguenze di tutto siano solo i cittadini. Magari mettendo a riparo i burocrati e la burocrazia da possibili responsabilità per eventuali ulteriori episodi nefasti, a danno degli inquilini. Accade già in altre circostanze: divieti, cartelli di pericolo, chiusura della strada e tutti lor signori sono a posto. Intano la frana rimane lì a disposizione dei passanti curiosi con il vezzo della fotografia. Strada piena di buche? Anziché riparare la strada si preferisce un bel divieto di transito. Strada pericolosa? Anziché risolvere il pericolo, basta un bel limite di velocità.

Questa volta però non può funzionare. Il pericolo a via Consolini è evidente, eventuali inadempienze e ritardi possono fare del male, molto male. “E non basterà un divieto di transito a garantire la tranquillità dei residenti. Né basterà un prevedibile e, non auspicabile, tira e molla tra Comune e privato cittadino proprietario del costone protagonista del crollo, nonché costruttore dell’edificio sovrastante il costone crollato.”