L’appalto nella nebbia. Chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco di Balvano e altri
Rimandata l’udienza. Costantino Di Carlo accusato di abuso d’ufficio nella vicenda dell’affidamento di una cava
E’ stata rinviata per un impegno del Gup l’udienza preliminare prevista per oggi 9 aprile che doveva decidere sul rinvio a giudizio richiesto dal pm nei confronti del sindaco di Balvano, di ex e attuali assessori, del segretario comunale e dell’ex responsabile dell’Ufficio Tecnico. La nuova udienza è stata fissata il 14 settembre prossimo. Il legale del sindaco ha chiesto che il suo assistito renda interrogatorio e si sarebbe riservato di decidere per un rito alternativo. A carico degli imputati pende anche una querela per reiterazione del reato il cui fascicolo sembrerebbe sia stato già assegnato a un pm. Vediamo i fatti.
Quella gara che non si voleva fare
Si tratta della cava di calcare dolomitico “La Pedicara”, di proprietà del Comune. Nel marzo 2003 con una delibera il Comune rinnova il contratto di fitto con la ditta Cava La Pedicara di Santagata Gerardo snc. Con Sentenza n. 51/2012 il Tar Basilicata annulla sia il contratto sia la delibera. In sostanza il Tribunale amministrativo, su istanza di una ditta concorrente, impone il rispetto della legge, e cioè che bisogna affidare la Cava attraverso una procedura di evidenza pubblica.
Nonostante il contratto fosse stato annullato dal Tar, il 3 aprile 2012 il Comune di Balvano lo rinnovava fino al 19 dicembre 2016.
A questo punto il Tribunale amministrativo, su ricorso della ditta concorrente, la D.M. s.a.s., con Sentenza n°406/12 ordina al Comune di Balvano di ottemperare alle statuizioni pronunciate dallo stesso Tar nella Sentenza n. 51/12, e stabilisce che: “Il Collegio concede al Comune di Balvano il termine di 30 giorni dalla notifica o dalla comunicazione in via amministrativa della presente decisione, per l’indizione dell’apposito procedimento di evidenza pubblica, volto a selezionare il concessionario della Cava, di proprietà comunale, (…) prevedendo come unico requisito di ammissione l’iscrizione alla C.C.I.A.A.. Nel caso di inutile decorso del predetto termine è nominato sin d’ora Commissario ad acta il …, il quale nei 30 giorni successivi provvederà ad indire, in sostituzione del Comune, il suddetto procedimento di evidenza pubblica, portandolo a conclusione fino alla stipula del contratto di affitto con la ditta aggiudicataria, previa unilaterale risoluzione del contratto, stipulato il 3.4.2012 tra il Comune di Balvano e la società Cava la Pedicara di Santagata Gerardo e C. s.n.c..”
Finalmente la gara e l’aggiudicazione
Dopo un nuovo intervento del Tar finalmente il Comune di Balvano il 5 aprile 2013 pubblica il Bando di gara. Ma la D.M. s.a.s. non partecipa perché il RUP/Segretario Comunale, Angela Stolfi, nell’ambito del procedimento avrebbe omesso reiteratamente di comunicare all’istante legale rappresentante della D.M.s.a.s. il quantitativo di materiale inerte presente sull’area oggetto di gara, informazione ritenuta necessaria al fine di effettuare una congrua offerta di gara. Per questi fatti la Stolfi è tra coloro per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio.
Dopo ben 8 mesi dalla data ultima di presentazione delle offerte (8 giugno 2013) e ben 10 sedute della commissione di gara, finalmente, il 4 febbraio 2014 la gara viene aggiudicata alla ditta “Cava La Pedicara di Santagata Gerardo snc che offriva un canone annuo totale di 240mila euro. A questo punto tutto sembrerebbe concluso. E invece…
Il Comune ha un fiuto per gli affari (degli altri)
La Società Cava La Pedicara snc di Gerardo Santagata ha vinto la gara, ma chiede una proroga del vecchio contratto, quello annullato dal Tar per due volte. Il Comune di Balvano gli concede la proroga, nonostante la gara e nonostante l’obbligo di stipulare un nuovo contratto in conformità all’offerta economica di 240mila euro di canone. Perché? Il vecchio contratto prevede un canone di circa 53mila euro. Riepilogando: il Tar l’8 febbraio 2012 annulla il contratto del 2003 e la giunta comunale lo rinnova il 3 aprile 2012; il Tar il 31 luglio 2012 ordina alla giunta comunale la risoluzione unilaterale del contratto stipulato il 3 aprile 2012 e la giunta lo rinnova nuovamente con la delibera n. 36 del 13 marzo 2017.
Che strano. Il Comune di Balvano anziché adoperarsi per dare corso ad un contratto più vantaggioso per l’ente pubblico, si adopera per far risparmiare alla Ditta aggiudicataria circa 190mila euro l’anno che fino ad oggi ammonterebbero a 950mila euro circa di “bonus”. Strano vero?
La domanda dei cittadini e la Corte dei Conti
Quindi un qualunque onesto cittadino di Balvano si chiede: Perché la società “Cava La Pedicara di Santagata Gerardo & C. s.n.c.” vince la gara e, invece di sottoscrivere il nuovo contratto chiede e ottiene il rinnovo di un contratto che oltre ad essere stato annullato dal Tar sarebbe dovuto essere oggetto “di risoluzione unilaterale” del Comune? E perché il Comune di Balvano non incassa una differenza di canone pari a circa 190mila euro l’anno? Già, perché? Ce lo diranno i giudici a conclusione dell’eventuale processo.
Intanto il Tar in data 24 luglio 2017 invia gli atti alla Corte dei Conti per la valutazione del danno erariale che ammonterebbe a circa 1 milione di euro. Il Tar, rinviando la documentazione alla Corte contabile, scrive che il Comune di Balvano ha “artificiosamente prolungato il contratto alla società Cava La Pedicara snc.”
Intrecci societari curiosi
Soci di Cava La Pedicara di Santagata Gerardo e C. S.n.c. sono, oltre Gerardo, Santagata Stanislao, Vincenzo e Angelo, e cioè gli stessi soggetti che compaiono nella compagine sociale della Te.ge.st srl (quella dell’eolico di cui ci siamo già occupati) unitamente al già vice sindaco Domenico Teta. L’allora vice sindaco era (ed è) in società nella Te.ge.st srl con i soci della società “La Pedicara snc”, e cioè Santagata Stanislao, Vincenzo e Angelo. Nella Te.ge.st srl sono soci anche tali Pacella Gerardo e Costantino cugini del sindaco Costantino Di Carlo.
Tra la documentazione processuale, in particolare nella querela per reiterazione di reato, leggiamo di un’informativa del Corpo Forestale dello Stato nella quale si parla di rapporti anomali che legherebbero i fratelli Santagata (figli del titolare della società “Cava La Pedicara di Santagata Gerardo & C. s.n.c.”) ed il sindaco Costantino Di Carlo, rapporto teso a mantenere le rispettive posizioni di vantaggio; l’uno (sindaco) sfruttando la capacità economica degli altri (Santagata) per “favori elettorali”, gli altri (Santagata), per ottenere rinnovi dei contratti per la coltivazione dell’area di cava sostanzialmente gratuiti, sfruttando i “favori” del sindaco e delle sue giunte.
Nell’informativa i redattori scrivono che in base a “informazioni confidenziali”, il sindaco di Balvano “avrebbe ricevuto un appartamento in Potenza, alla via Mazzini, dalla ditta Cava La Pedicara, come dono per aver concesso l’area di cava alla Società Cava La Pedicara”.
Per completezza di cronaca va precisato che nessuno degli imprenditori Santagata è coinvolto nella vicenda giudiziaria.