Eolico selvaggio. Gli interessi forti di Terna spa e la Trasversale Lucana

17 aprile 2018 | 14:14
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Eolico selvaggio. Gli interessi forti di Terna spa e la Trasversale Lucana
Eolico selvaggio. Gli interessi forti di Terna spa e la Trasversale Lucana
Eolico selvaggio. Gli interessi forti di Terna spa e la Trasversale Lucana
Eolico selvaggio. Gli interessi forti di Terna spa e la Trasversale Lucana
Eolico selvaggio. Gli interessi forti di Terna spa e la Trasversale Lucana

L’impianto di Oppido Lucano di cui ci siamo già occupati è una prateria di anomalie e irregolarità con effetti devastanti sul territorio e sui cittadini. Ma si deve fare. Perché?

Chi è Terna spa

Terna è il proprietario principale della Rete di Trasmissione Nazionale italiana dell’elettricità in alta e altissima tensione: opera in un regime di monopolio naturale e svolge un servizio per la trasmissione e il dispacciamento dell’energia elettrica attraverso il Paese. E’uno dei principali operatori europei di reti per la trasmissione dell’energia, azienda quotata in borsa. Ha circa 4mila dipendenti, un ricavo nel 2017 di 2,2 miliardi di euro, gestisce 72mila e 880 chilometri di linee in alta tensione.

Che cos’è la Trasversale Lucana

E’ un elettrodotto che fa parte dell’intervento sulla rete elettrica nazionale denominato Trasversale Lucana che servirà a immettere in rete la produzione degli impianti di energia da fonti rinnovabili, in particolare eolico, autorizzati o in corso di autorizzazione e soprattutto fonte di ossigeno per l’eolico selvaggio. La rete si sviluppa da Avigliano-San Nicola di Pietragalla, attraversando diversi comuni per connettersi in fine all’elettrodotto Matera-Santa Sofia ai confini con la Puglia, con diverse stazioni elettriche. La Trasversale Lucana pur essendo autorizzata come opera connessa a singoli parchi eolici è stata sempre dichiarata di proprietà di Terna spa, ciò nonostante gli è stata successivamente volturata dalle società dei parchi eolici in maniera simulata e attualmente viene gestita dalla medesima.

Quelle procedure che non convincono i cittadini e le loro associazioni

Nel 2016 nel Comune di Oppido Lucano (PZ), sono iniziati i lavori per la costruzione di un Parco eolico e di una Stazione Terna 150 KV AT di raccolta e smistamento elettrico.

Il 9 settembre 2016, a lavori già iniziati, quindi ex-post e non ex-ante, è convocata un’assemblea pubblica per informare e rassicurare la popolazione sulla bontà delle opere. Ciò avviene in violazione delle normative europea Dir. 42/2001, di quella nazionale, Decreto legislativo 152/2006 e della Convenzione di Aarhus/2001, recepita con Legge 108/2001 dall’Italia che prevedono l’obbligo dell’informazione prima e non dopo l’avvio dell’opera.

Nella Conferenza di servizi conclusiva per il Parco eolico, svolta il 12 luglio  2012, il sindaco di Oppido Lucano esprime parere favorevole da un punto di vista urbanistico, senza aver proceduto con delibera consiliare secondo il D.lgs 327/2001. In tale occasione il sindaco, approva sia il Parco eolico, sia le opere infrastrutturali connesse della Trasversale Lucana. Il Parco eolico è autorizzato, successivamente con la Delibera di giunta regionale n. 485 del 2013, sulla base di uno studio anemologico (forza e direzione del vento) che, a parere di alcune associazioni, sarebbe fittizio, effettuato lontano dal territorio di Oppido Lucano, nel quale c’era carenza di vento, pur di accedere velocemente agli incentivi del GSE (Gestore dei Servizi Energetici) che attraggono investimenti meramente speculativi. (Continua nella pagina seguente)

La realizzazione della “Trasversale Lucana” include 4 stazioni Terna, di cui una nel Comune di Oppido, ubicata sopra un bacino idrogeologico, in violazione alla Direttiva Quadro sull’Acqua 2000/60/CE con il rischio ineludibile di inquinare la falda acquifera sottostante, serbatoio naturale per la sopravvivenza delle aziende agro-zootecniche e delle comunità residenziali, che nello studio d’impatto ambientale non sono state rilevate.

La presenza della Stazione Terna, in contrada San Francesco, in agro di Oppido Lucano, è predisposta, secondo la Relazione del progettista , per il convogliamento di energia di ben 11 parchi eolici e relative sottostazioni di trasformazione 30/150 KV, adiacenti alla Stazione, che dimostrano un evidente lottizzazione industriale dei terreni agricoli.

In questo caso, per evitare il rispetto della normativa europea e italiana della Via (Valutazione di impatto ambientale) cumulativa e della Vas (Valutazione ambientale strategica), i progetti dei singoli parchi eolici sono stati autorizzati con provvedimenti separati che hanno disatteso la direttiva 2014/52/UE, la sentenza della Corte di Giustizia Europea dell’11 febbraio 2015 e il Decreto legislativo 152/2006 (Codice Ambiente italiano), dove è sottolineato che deve essere sempre assicurata la valutazione dell’effetto cumulo.

La Trasversale Lucana sarebbe stata approvata contro la legge (art. 3 comma 1 e 2 del Decreto ministeriale del 10 settembre 2010 e  Delibera di giunta regionale n. 279 del 2013), come opera connessa a un minuscolo parco eolico di 20MW, e interessa i territori di Genzano, Oppido Lucano, Tolve, Vaglio e prossimamente Potenza/Avigliano, collegate tra loro con doppio elettrodotto ad Alta Tensione in entra/esce a 150 KV per complessivi 50 Km e asservimento di circa 500 ettari di terreno agricolo coltivabile.

Sebbene il progetto riguardi il territorio di gran parte dell’area nord della Regione Basilicata, esso è stato confezionato a piccoli lotti per camuffare la grandezza dell’opera che per legge doveva essere autorizzata a livello ministeriale e non dalla Regione.

Ai sensi di legge tutte queste opere, insistendo in aree agricole, imponevano varianti ai Piani urbanistici comunali, ai fini dell’asservimento ed espropriazione per pubblica utilità.

Al contrario i Comuni interessati hanno dato un generico parere favorevole e pur di recuperare “illecitamente” i ristori ambientali, che erano stati negati nella conferenza di servizio, hanno tollerato la realizzazione delle opere in violazione della Direttiva 2001/42/EC e delle leggi vigenti nazionali pregiudicando gli interessi della collettività e dei soggetti privati. (Continua nella pagina seguente)

Terna ammetta: “Non abbiamo la Vas”

Evidenziate tali criticità, in data 20 dicembre 2016, con i lavori quasi ultimati della Stazione di San Francesco, i dirigenti Terna, su invito del sindaco di Oppido e con 5 anni di ritardo, cercano di correre ai ripari e ammettono di non essere in possesso della Vas. Ne è seguita un’Interpellanza al Governo, presentata dai Deputati Placido e Scotto e su cui non c’è mai stata risposta. Tale silenzio del Governo ha rafforzato i timori sollevati dalle Associazioni ambientaliste locali Antigone ed EHPA che, nel frattempo hanno interloquito con l’Ufficio Energia del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, chiedendo un intervento in autotutela per ripristinare la legalità. Sia l’assessore che i funzionari preposti, pur consapevoli delle irregolarità procedurali contrastanti con la legislazione europea, avrebbero omesso qualsiasi intervento.

Fanno come gli pare in nome di un non ben precisato interesse pubblico

Nel contesto della realizzazione della Trasversale Lucana, si evidenzia un’incongruenza di fondo, relativa al modus operandi di Terna s.p.a. e della Regione Basilicata. Infatti, a fronte di un’opera che comprende la costruzione di 4 Stazioni ad Alta e Altissima tensione e di un doppio elettrodotto ad Alta Tensione di circa 50 Km, Terna si è dotata della Vas solo per un piccolo tratto di elettrodotto di circa 8 Km, che riguarda il percorso Stazione elettrica di Vaglio – Ferrovie delle Stato, mentre per l’intera opera Trasversale Lucana non si è dotata di alcuna Vas.

L’anomalia procedurale, inoltre, è riscontrabile nel fatto che l’intera opera trova la sua fonte in un’Autorizzazione unica regionale, quando, invece, si imponeva una procedura che avrebbe dovuto coinvolgere a livello statale il Mise, il Mibact e il Ministero dell’ambiente. Questo prevede il Protocollo operativo a cui sono soggette le opere di Alta e Altissima tensione e superiori ai 15 Km di sviluppo (allegati alla parte seconda del D.lgs152/2006, allegato II – progetti di competenza statale).

Quanto alla Regione Basilicata, si sottolinea il tentativo di avocare a sé con la legge regionale n. 18/2016, la competenza in materia di autorizzazione di reti elettriche a 150KV, riservata allo Stato, legge naturalmente impugnata dal Governo italiano.

L’utilizzo dei fondi europei

Il Mise (Ministero dello sviluppo economico italiano) periodicamente (ultimo avviso 15 giugno 2017), promuove Bandi per gli interventi sulla rete di Alta e Altissima tensione. Pertanto, il Mise con il PON Imprese e Competitività del FESR 2014-2020 ha invitato in esclusiva Terna, a proporre progetti per l’efficientamento della rete elettrica in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e, quindi, si presume che anche la che anche la Trasversale Lucana sia stata finanziata con tali fondi (Approvazione-elenco-progetti-ammissibili-Trasmissione-09-02-2018)In tal caso sarebbe un bel dire: prima fanno le opere e poi le finanziano.

Quanto al Programma operativo Fesr Basilicata 2014/2020, Asse Energia e mobilità, adottato nell’agosto 2015, c’è uno specifico riferimento a finanziamenti destinati alle smart grids per l’efficientamento delle reti energetiche. Poiché in Italia, in tale settore, è monopolista Terna Reti elettriche nazionali, si presume che Terna abbia beneficiato dei fondi Fesr. A riprova di ciò, si ricorda che il 10 ottobre 2016 c’è stato un incontro tra Terna e la Regione Basilicata sullo sviluppo della rete elettrica, ove è emersa la necessità di un cofinanziamento regionale per un ammontare complessivo di circa 50 milioni di euro, le cui delibere di approvazione sono introvabili.

Le richieste delle associazioni ambientaliste

Considerata la situazione appena narrata, le Associazioni ambientaliste locali hanno fatto alcune richieste alla Commissione Europea.

Controllare in Regione Basilicata la regolarità delle procedure seguite, coerentemente con quanto previsto dalle Direttive UE, verificare il corretto uso delle risorse Fesr. Verificare perché un’opera di valenza strategica quale è la Trasversale Lucana è priva di Vas e Via cumulativa.

Le associazioni, inoltre, propongono che a livello europeo ci sia un divieto per tutti gli Stati di erogare incentivi alle imprese operanti nelle fonti delle Energie rinnovabili. Infatti, dopo che Spagna, Germania e Danimarca hanno cessato di finanziare tali imprese, queste ultime si sono riversate in modo sconsiderato nel Meridione d’Italia e in particolar modo in Basilicata, fino a poco tempo fa, priva di un Piano Paesaggistico a tutela del territorio. A causa di ciò, l’eolico selvaggio sta devastando ogni potenziale sviluppo del settore agricolo, nonché del settore turistico, lacerando anche il tessuto sociale delle comunità territoriali.

E’ chiaro adesso perché il Parco eolico di Oppido Lucanos’adda fare. E’ chiaro perché la Regione Basilicata, nonostante tutto e tutti, con delibera n. 224/2018 proroga il termine di validità del giudizio di compatibilità ambientale alla Serra Carpaneto 3 srl proponente il Parco?

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