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Ennesima morte sul lavoro, non si può parlare di fatalità

18 aprile 2018 | 16:16
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Ennesima morte sul lavoro, non si può parlare di fatalità

Romaniello: “L’impresa non può considerare la sicurezza un costo”

Ho partecipato questa mattina al presidio promosso dal sindacato dei metalmeccanici davanti ai cancelli della ex Ponteggi Dalmine per il tragico incidente mortale sul lavoro che ha colpito la famiglia Picerni.

Si tratta del quarto incidente mortale sul lavoro dall’inizio del 2018. Ancora una volta un giovane lavoratore perde la vita sul lavoro. Il lavoro che in questi ultimi anni è stato svalorizzato e reso sempre più precario.

In questo caso, fermo restando che gli organi competenti ci auguriamo ricostruiscano la dinamica dell’incidente, sicuramente anche questa ennesima morte è da attribuire al fatto che sulla sicurezza in questi ultimi anni di crisi, poco si è investito e la stessa ricerca sui nuovi e più avanzati sistemi poco ha prodotto.

Le Istituzioni, gli organi competenti devono fare di più ma sinceramente è l’impresa che non può considerare la sicurezza un costo. Non esiste la fatalità come a volte qualcuno afferma e ogni infortunio è sempre dovuto all’assenza di tutte le necessarie misure di sicurezza.

Alla famiglia Picerni ed in particolare alla moglie, ai figli e ai parenti, va la mia personale vicinanza augurandomi che a partire dallo sciopero indetto per venerdì dal sindacato confederale Cgil-Cisl-Uil, seguano da parte di istituzioni, enti di prevenzione e sistema delle imprese atti concreti per fermare le morti sul lavoro.

Giannino Romaniello, consigliere regionale Leu