La protesta |
Cronaca
/

Trasporto pubblico Potenza, lunedì 26 marzo scioperano i dipendenti della Trotta Bus

20 marzo 2018 | 10:48
Share0
Trasporto pubblico Potenza, lunedì 26 marzo scioperano i dipendenti della Trotta Bus

Dalle 10.15 alle 14.15 il personale incrocia le braccia per le mensilità arretrate

La Filt Cgil di Basilicata proclama per la giornata di lunedì 26 marzo lo sciopero di 4 ore dalle 10.15 alle 14.15 di tutto il personale Trotta Bus.

La decisione è stata presa a seguito dell’assemblea che si è svolta lunedì 19 marzo del segretario della Filt Cgil Michele Cafagna e le Rsa con i lavoratori della Trotta Bus.


“Emozionante constatare la numerosa partecipazione della forza lavoro, considerando che molti dei lavoratori hanno utilizzato il proprio tempo libero nonostante l’assemblea fosse retribuita – afferma Michele Cafagna, segretario generale Filt Cgil Basilicata – Tante ed inevitabili anche le problematiche oggetto di discussione e pendenti ancora sui tavoli ufficiali.


La Filt Cgil ha ribadito l’importanza di stare con e in mezzo alla gente sviscerando in maniera precisa e puntuale ciò che da anni, precisamente da quando l’azienda si è insediata nel lontano gennaio 2016, il tutto è rimasto irrisolto.

Come sindacato lamentiamo la revoca unilaterale degli accordi di II livello da parte aziendale provocando gravi conseguenze sul piano economico e normativo, andando a ledere diritti acquisiti e compromettendo le corrette relazioni industriali. Singolare la posizione dell’amministrazione rimasta colpevolmente silente dimostrando una scarsa considerazione al problema oltre che una velata incapacità a gestire il soggetto attuatore.
Crediamo a questo punto che un cambio della guardia non sia più procrastinabile se non si apporteranno da subito correttivi definitivi e risolutori.

Le mensilità di gennaio e febbraio ad oggi non sono state ancora erogate, molti dipendenti non hanno in regola le proprie posizioni ai fondi previdenziali, le corse saltano senza preavviso e i cittadini ne fanno le spese.

Sono solo alcuni dei motivi che sanciscono il fallimento delle intenzioni e della chimera di un servizio efficiente, elementi sui quali vestire un progetto a lungo termine.

Lo sciopero – conclude Cafagna – sia da monito e da sollecito a riaprire il confronto con temi e argomentazioni atti a dirimere le controversie pendenti”.