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Spesa Fondi europei, Basilicata in affanno

13 marzo 2018 | 13:29
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Spesa Fondi europei, Basilicata in affanno

“In tre anni spesi solo 8,8 milioni di euro degli 826 milioni di euro che costituiscono la dotazione del FESR 2014-20”.

A tre anni dall’approvazione dei Programmi operativi regionali la Basilicata fa registrare una spesa certificata di soli 27,3 milioni di euro, vale a dire il 2,4% della dotazione finanziaria complessiva dei due Programmi regionali FESR e FSE che ammonta a 1 miliardo e 115 milioni di euro, meno della metà della media nazionale che si attesta al 5,6% e nettamente inferiore allo stato di avanzamento che fanno registrare altre regioni del Sud Italia come la Sardegna( 6.7%), la Calabria(5,8%) o la Puglia(4,2%).

A dichiararlo, in una nota, il consigliere regionale Michele Napoli che aggiunge: Parliamo, ovviamente, di spesa certificata a dicembre dello scorso anno, ma il ritardo che fanno registrare alcune regioni, tra le quali la Basilicata, obbliga le stesse ad un grande sforzo, che dovrà essere compiuto nell’anno in corso, incrementando la capacità di rendicontazione delle risorse spese per raggiungere il target di spesa previsto al 31 dicembre 2018”.

L’analisi dei dati di Bruxelles, pubblicati nei giorni scorsi dal Corriere della Sera- prosegue Napoli- fa emergere una vera e propria situazione di affanno della Basilicata nella spendita delle risorse FESR, rispetto alle quali lo stato di avanzamento fa registrare una percentuale molto bassa, l’1,1%, che, in termini assoluti, significa che in tre anni siamo riusciti a spendere solo 8,8 milioni di euro degli 826 milioni di euro che costituiscono la dotazione del FESR 2014-20”.

il richiamo alla necessità di spendere prontamente e al meglio le risorse dei fondi strutturali europei-conclude il consigliere regionale- non deriva da una particolare propensione alla guerra dei numeri o delle date bensì dalle oggettive necessità della Basilicata in tema di rafforzamento della ricerca, dell’innovazione tecnologica, della competitività delle Pmi, di promozione di produzioni industriali eco sostenibili, di incremento dei sistemi di trasporto, oltre che di investimenti nel sistema dell’istruzione e della formazione superiore.

I fattori in grado, realmente, di determinare la crescita del nostro territorio e di combattere la povertà e la discriminazione sociale”.