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Cronaca
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Ho promesso a mio figlio una vita dignitosa: la lotta quotidiana di mamma Loredana

31 marzo 2018 | 10:39
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Ho promesso a mio figlio una vita dignitosa: la lotta quotidiana di mamma Loredana
Ho promesso a mio figlio una vita dignitosa: la lotta quotidiana di mamma Loredana
Ho promesso a mio figlio una vita dignitosa: la lotta quotidiana di mamma Loredana
Ho promesso a mio figlio una vita dignitosa: la lotta quotidiana di mamma Loredana

Suo figlio Francesco, 14enne di Potenza, per muoversi deve utilizzare una sedia a rotelle tra mille disagi quotidiani

No! Tu al cinema ci andrai!” Questa è la risposta di Loredana al figlio Francesco, 14 anni, che nei giorni scorsi si era organizzato con gli amici per andare a vedere un film al Cine Teatro Don Bosco di Potenza. 

Loredana ci racconta uno dei tanti episodi con cui ogni giorno lei e suo figlio devono fare i conti. “Sono arrivata al Cinema Don Bosco con i miei due figli, Daniele e Francesco. Mentre Daniele raggiunge i suoi amici, io e Francesco aspettiamo il portiere per salire la sedia a rotelle sulla pedana. Il portiere, dopo vari tentativi e una chiamata a non so chi, ci comunica che la pedana è rotta.

Francesco dice “lo sapevo” ed io gli rispondo “Tranquillo Kikko”, lui ribatte: “Mà non importa, andiamo a casa, lo vedrò un’altra volta”. Ai suoi occhi e alle sua espressione non ho resistito: salgo le scale, lo abbraccio forte, avvicino piano la sedia a rotelle al primo gradino, metto i freni e lo sollevo come faccio sempre. Piano piano con lui faccio le scale”.

Mamma no – dice Francesco – facciamo brutta figura, poi ti tratteranno male!” Loredana continua a stringere suo figlio per le scale. Finalmente siamo arrivati in sala, ho seduto Francesco e con una carezza gli ho augurato buona visione e l’ho invitato a sorridere e a non avere il broncio perché non ha fatto nessuna brutta figura”.

In macchina – racconta Loredana – ho pianto per rabbia e per amore perché mio figlio deve poter sorridere, vivere la città, non sentirsi mai solo e differente”.

Dopo che Loredana ha protestato, il Cinema Don Bosco ha provveduto a riparare la pedana. Possibile che per ottenere un diritto si debba alzare la voce continuamente? Loredana, però, tiene a precisare che i gestori del Cinema, a differenza di tante altre strutture, si sono scusati e attivati per migliorare il servizio. “Di questo li ringrazio e mi auguro che nessun altro ragazzo come il mio Francesco in futuro possa rimanere deluso”. 

Non è la prima battaglia che affronta questa mamma: ha denunciato anche alla Procura la problematica della sedia a rotelle che non entrava negli ascensori, chiedendone alla Asl una con determinate caratteristiche. 

La donna ha raccontato quello che era accaduto anche sul suo profilo facebook. Il vicesindaco e assessore alle Opere Pubbliche, Sergio Potenza, ha commentato il suo post: “Il racconto colpisce al cuore. La sensibilità di un ragazzo, il non voler arrecare fastidio e la dignità nell’affrontare la difficoltà, lascia un senso di inadeguatezza. Una scala che diventa una barriera ad un momento conviviale e di felicità. Un impedimento che diventa la differenza”. Parole!

Loredana infatti racconta che ogni volta che ha fatto presente queste situazioni di disagio, gli amministratori le hanno sempre risposto “Io non sapevo”, “Io non conosco”. “Dove eravate – chiede – quando portavo mio figlio in braccio per le scale della biblioteca, dove eravate quando le scuole non accettavano mio figlio per le sue condizioni?”

Potenza si difende: “Mi dice quando ha comunicato un problema allo scrivente e non ha ricevuto risposta?” La solita storia, insomma. La questione non è risolvere il problema quando si presenta, ma agire a monte per rendere la città di Potenza accessibile e vivibile anche per i ragazzi come Francesco.

Loredana tiene a farci vedere anche la risposta, al suo post, del consigliere tesoriere, del Consiglio nazionale ingegneri, Michele Lapenna che scrive: “Quel locale privo di accesso per i diversamente abili va chiuso!” “E allora – risponde la donna – tutti gli uffici e le strutture pubbliche inadeguate dovrebbero chiudere? Perché non le adeguate voi?” Nessuna risposta. 

Francesco è stato escluso da tante scuole. “L’Istituto sportivo pedagogico che rientra nel Liceo delle Scienze Umane “E. Gianturco” – racconta sua madre – diretto dal dirigente Antonio La Guardia non ha accettato mio figlio. Poi però in un’intervista a Buongiorno Regione dice che le scuole sono inclusive. Ma quando mai?”. Per fortuna, ci sono scuole come il Liceo Classico “Quinto Orazio Flacco”, guidato dalla preside Silvana Gracco, che accolgono gli studenti come Francesco.

Oltre al cinema, Francesco ha un’altra passione: lo sport: ha ottenuto il titolo di campione nazionale di para arcieri lucani, tiro con l’arco. Non può, però, tifare per il Potenza perché allo Stadio non c’è un accesso per i disabili.

“Nell’indifferenza totale, ci racconta ancora Loredana, ci sono stati esponenti politici che non hanno girato la testa dall’altra parte. I consiglieri regionali Michele Napoli, Gianni Rosa e Nicola Benedetto, ad esempio, mi hanno aiutato quando ho fatto presente che mio figlio doveva combattere con barriere architettoniche che non gli consentivano di potersi muovere. Tuttavia, quelle più difficili da sradicare sono le barriere mentali. Mi dicono – arrabbiata afferma – ma tanto tu hai agevolazioni! Che ne sanno loro di quando mio figlio sta male la notte? Che ne sanno che ho dovuto abbattere un muro di casa tre volte perché le misure della sedia a rotelle non si trovavano?”

Sono pronta a qualsiasi lotta. Non chinerò la testa a nessuno, solo al Padre Eterno. Non ho paura di niente. Ho promesso a mio figlio di permettergli una vita dignitosa. Sono solo preoccupata del suo avvenire quando io non ci sarò più”.