La cricca delle aste fallimentari: “Mi hanno tolto tutto, aiutatemi”
La disperazione di una donna 50enne, vittima del “sistema” tarantino delle aste, finita in mezzo alla strada. Non ha più niente, ma i debiti sono ancora da pagare
Caterina Cuscito è un’ex commerciante che ha dovuto fare i conti con la crisi e con la solita banca. Prima le espropriano la casa, poi mettono all’asta due locali commerciali e un’autorimessa.
La signora Caterina ritiene di aver subito espropriazione per oltre il doppio del valore dei debiti… ed oggi è senza un soldo e senza tetto, la sua residenza è in auto con la roba che l’accompagna. E i debiti sono ancora da saldare.
E’ sempre la stessa storia nel tribunale di Taranto: beni venduti a prezzo vile, procedure fallimentari che durano da oltre 30 anni, persone dichiarate fallite per tutta la vita, senza alcuna possibilità di provare a rialzarsi. Tentativi di concussione, acquirenti di beni all’asta sempre i soliti in odore di criminalità.
Ce ne siamo occupati più volte con la nostra inchiesta “Vite all’asta”. Storie di cittadini vessati, finiti nel tritacarne delle procedure fallimentari, “puniti e torturati” dallo Stato che dovrebbe difenderli. Per le nostre inchieste siamo stati denunciati, ma noi non molliamo.
L’audio della telefonata che pubblichiamo fornisce il senso della disperazione di una donna 50enne, Caterina Cuscito, vittima del “sistema” tarantino delle aste.
La donna, disperata, chiama il suo avvocato per chiedere aiuto.