Ai domiciliari due chirurghi dell’Istituto clinico lucano e uno dell’azienda sanitaria di Potenza. Arrestato anche l’amministratore unico della clinica privata convenzionata
I carabinieri del Nas di Basilicata, Campania e Puglia nell’ambito di un’inchiesta denominata “Ricoveri ordinari”, nella mattinata di oggi, hanno eseguito sei misure cautelari, quattro ai domiciliari e due divieti di dimora.
Agli arresti domiciliari sono finiti l’amministratore unico dell’Istituto Clinico Lucano di Potenza (ex Clinica Luccioni), Walter Di Marzo, due chirurghi della stessa clinica, Mario Muliere e Paolo Sorbo, e un medico dell’Asp, Archimede Leccese.
Divieto di dimora per Lorenzo Tartaglione, direttore sanitario della clinica, e Giuseppe Rastelli direttore amministrativo.
Falsi interventi chirurgici e fatture gonfiate.
Secondo quanto emerso dalle indagini, avviate dalla Procura di Potenza, dopo una denuncia presentata dalla Azienda sanitaria di Potenza, gli indagati avrebbero falsificato cartelle cliniche e fatture.
Le falsificazioni, in alcuni casi, sarebbero state addirittura grossolane come nel caso, di richieste di rimborso per interventi chirurgici di idrocele (ingrossamento dei testicoli) effettuati su pazienti donne.
Alla Guardia di Finanza è invece toccato scoprire costi gonfiati per l’acquisto di dispositivi medici effettuati dalla clinica con maggiorazioni anche del 900%. Disposto, inoltre, il sequestro preventivo di beni pari a circa 2,5 milioni di euro.
I particolari dell’inchiesta sono stati illustrati questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, dal procuratore Francesco Basentini, dalla pm Veronica Calcagno e dal tenente colonnello dei Nas, Vincenzo Maresca.