Eolico selvaggio. Fanno gli affari sulla pelle dei bambini
L’impianto di Contrada Serra dei Visconti a Balvano, in provincia di Potenza, è un’offesa alla dignità dei cittadini. Quelle torri eoliche sono un monumento al dominio della politica senza scupoli
Siamo a Balvano, nell’area che si estende tra Contrada Serra dei Visconti, Guardalupo e Cupolo. Lo scenario è spettrale in questo giorno di pioggia e nebbia. Accanto ai tralicci di alta tensione le pale eoliche, tante pale addossate l’una sull’altra. E’ una”piantagione” di turbine. Rumoreggiano continuamente e quando ti avvicini immagini un mostro che domina lo spazio e minaccia i tuoi passi.
L’effetto cumulo è evidente. Nonostante qualcuno voglia negarlo.
In Contrada Serra dei Visconti le case sono circondate da questi “mostri” che rendono la vita impossibile a chi ci vive. Gente che ha lavorato per decenni all’estero, o fuori della Basilicata, per poi costruirsi una casa nella terra di origine e vivere in santa pace nelle stupende campagne della zona. In un paesaggio un tempo meraviglioso.
Quel sogno è svanito per Mario, Maria e i suoi due bambini. Mario si è costruito una casa eco-sostenibile, ha una turbina eolica e un pannello solare da cui ricava l’energia per tutti gli ambienti. E’ un sostenitore delle energie rinnovabili. Eppure è costretto a combattere contro chi quella energia la produce violando le regole più elementari, violando i diritti degli altri, distruggendo terreni agricoli e paesaggi, per lo scopo del denaro. Mario e la sua famiglia vivono ormai una vita devastata dal rumore delle pale che circondano a breve distanza la sua casa, devastata dal fenomeno dell’ombreggiamento intermittente. Il rumore è insopportabile. E quell’effetto stroboscopico delle ombre proiettate dalle pale rotanti degli aerogeneratori eolici allorquando il sole si trova alle loro spalle, è altrettanto insopportabile. La loro casa è sottovento: la situazione peggiore che possa capitare. Mario non si arrende, conduce una battaglia per ottenere giustizia. Ha raccolto 150 firme tra gli abitanti della zona: “Devono smantellare questo scempio e eliminare i pericoli a cui siamo sottoposti”.
Non cambia la situazione per Carmine, emigrato in Germania dove ha lavorato una vita. Tornato nella propria terra, lo hanno ingannato. “Dacci il terreno, mettiamo una pala, niente di che. Ti paghiamo anche un fitto”. Nessuno ha informato Giuseppe sulle conseguenze di quelle pale, a ridosso della sua casa, sulla vita della sua famiglia. “Mi hanno ingannato, se avessi saputo non avrei ceduto alle loro offerte”. Carmine ha problemi cardiaci, quei decibel nelle orecchie e quell’ombreggiamento intermittente, compromettono ogni giorno le sue condizioni di salute.
Quella di Pasquale è una storia simile. Emigrato anche lui per mettere da parte il denaro necessario alla costruzione della sua casa. Il sogno, realizzato, è stato violentato da quell’impianto eolico. Anche qui le pale a ridosso dell’abitazione.
Abbiamo visto con i nostri occhi
Non vi sarebbe rispetto delle distanze tra una pala e l’altra, tra le pale e la strada comunale, tra le pale e le abitazioni. Non esisterebbe uno studio fonometrico dell’area che insiste in una zona agricola e rurale. Su quella strada transita lo scuolabus almeno 4 volte al giorno e sul ciglio di quella strada le pale si fanno minacciose.
In diversi punti i cavidotti di collegamento delle turbine sembrano interrati sopra le condutture dell’acquedotto in esercizio. Energia elettrica a contatto con l’acqua. E anche il sapore dell’acqua dei rubinetti, per effetto della ionizzazione, è cambiato. Non sappiamo se esiste una relazione sull’impatto ambientale di quell’impianto. Non esiste un’ indagine fonometrica degna di questo nome.
Nello scavo di fondazione per la collocazione di una turbina, ci dice Mario, sarebbe emersa una sorgente d’acqua, ma la pala l’hanno montata ugualmente. Alla base di alcune turbine abbiamo documentato accumuli di acqua, dei veri propri laghetti. Alcune pale sono state installate a fianco dei tralicci di alta tensione.
Insomma, ci siamo trovati di fronte ad uno spettacolo assurdo. Una zona piena di pericoli. Pericolo di esplosione delle turbine a pochi metri dalle abitazioni, pericolo di rotture delle pale con lancio di frammenti sulle case. A maggior ragione se si considera che le turbine sono di vecchia generazione. Le torri sembrano assemblate con materiali fatiscenti, di provenienza anonima.
Chi ha autorizzato questo scempio?
E’ la domanda, retorica, che pone Mario da molto tempo. Sembrerebbe che il progettista sia Domenico Teta, già noto e citato in una delle puntate della nostra inchiesta sull’eolico. E’ l’ex vice sindaco di Balvano, di cui ricordiamo una vicenda recente a proposito di un altro impianto nella zona.
E’ il 23 ottobre 2015. La Giunta Comunale di Balvano “autorizza Enel Distribuzione spa, all’attraversamento della viabilità comunale alla contrada Montagna nel tratto aereo in cavo MT n.1, per l’allacciamento di n. 8 impianti di mini eolici da 59kw cadauno.” Chi ha chiesto l’autorizzazione lo stesso giorno della delibera? La società capofila che deve connettersi alla rete Enel con il suo impianto eolico.
E qual è la società? La Te.Ge.st. s.r.l. il cui amministratore unico, al 25 giugno 2015, è il nostro Domenico Teta, allora vice sindaco di Balvano, oggi consigliere comunale di maggioranza. Tra i soci della Tegest srl vi sarebbero, sempre a quella data, cugini dell’allora e attuale sindaco e alcuni noti imprenditori del posto. E chi sarebbero questi imprenditori? Gli stessi titolari di un’altra società a cui il Comune di Balvano avrebbe riaffidato, senza alcuna gara di appalto, la concessione di una Cava in località Pedicara per l’esercizio dell’attività estrattiva.
Il vice sindaco, nonché amministratore unico della Te.Ge.st. srl, il 23 ottobre del 2015 è presente alla seduta di Giunta che delibera l’autorizzazione.
Chi chiede la procedura abilitativa semplificata? Il vice sindaco amministratore unico che firma quelle richieste per conto della Te.Ge.st. srl.
Il nostro vice sindaco deve essere un vero appassionato di eolico. In un’altra società, la R&D Engineering, socio di maggioranza, sempre in quel periodo, al 49%, è Pasqualina Teta, moglie del vice sindaco Domenico Teta, e componente dell’assemblea regionale del Partito Democratico. La R&D Engineering ha la sede secondaria a Balvano al Corso Garibaldi n. 89, e cioè al medesimo indirizzo della Te.Ge.st. srl.
La R&D Engineering ha ottenuto la procedura abilitativa semplificata il 6 settembre 2017 per un impianto eolico a Balvano in località ”Montagna”.
Che dire?
E’ evidente una trama di interessi tra amministratori pubblici, imprese, società che, fino ad oggi, hanno dimostrato di essere al di sopra della legge. L’impianto di Contrada Serra dei Visconti a Balvano, in provincia di Potenza, è un’offesa alla dignità dei cittadini. Quelle torri eoliche sono un monumento al dominio di amministratori pubblici senza scrupoli
Alla prossima puntata