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Cronaca
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Vie Blu deve cessare di esistere: la rabbia degli addetti al progetto per i mancati pagamenti

29 gennaio 2018 | 16:23
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Vie Blu deve cessare di esistere: la rabbia degli  addetti al progetto per i mancati pagamenti

A ogni elezione per il progetto Vie Blu è la stessa storia

A ogni elezione per il progetto Vie Blu è la stessa storia. “Alla data odierna – scrivono Mario Di Noia e Mariano Nicola Benedetto dipendenti della base operativa di Ferrandina – gli addetti segnalano i troppi mancati pagamenti delle dovute retribuzioni, novembre dicembre e tra qualche giorno gennaio, da parte del Consorzio di bonifica della Basilicata”.

Parlano di “scaricabarile tra Consorzio e Regione” e di “strane convergenze di interessi personali e politici, che stanno facendo emergere una raccapricciante strumentalizzazione dei dipendenti, da ambo le parti”. E ciò si scrive nel comunicato, “al fine del raggiungimento di un unico obiettivo: “Vie Blu deve cessare di esistere”.

Al fine di evitare gravi, atipiche e clamorose manifestazioni di protesta, opportune e legittime, si ricorda nel comunicato che quelli che alcuni vorrebbero far passare come “il problema lucano”, esaminato in modo approfondito fa emergere altro.

“Dal 2008 al 2016 – si scrive – il progetto per un importo complessivo annuo di 12.500.000 euro risultava finanziato nell’ambito del PO FESR 2007-2013 (Programma Operativo – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), dunque fondi comunitari, come obiettivi strategici inquadrati all’interno dell’Asse IV Valorizzazione dei beni culturali e naturali e Asse VII Energia e sviluppo sostenibile.

A partire dal 2017 il progetto grava interamente su capitoli di spesa esclusivamente rinvenienti dal bilancio regionale. Riteniamo incomprensibile e scellerata tale scelta”. “Operando una sintesi del PO FESR 2014-2020 – proseguono – si evince una dotazione finanziaria complessiva totale pari a circa 850 milioni di euro (50% sostegno Ue/ 50% finanziamento pubblico nazionale), risorse destinate alle regioni meno sviluppate. Grave e incomprensibile la scelta della Regione Basilicata di non aver individuato, nelle attività del progetto Vie Blu, gli Assi strategici dello stesso, attraverso gli strumenti finanziari che la Comunità Europea (CE, ndr) mette a disposizione”.

“La sintesi del Dipartimento Programmazione e Finanza che accompagna il documento PO FESR 2014/2020 – precisano – , descrive uno scenario economico-sociale devastante.

Inesorabile declino di quasi tutti gli indicatori principali: crescita, sviluppo, occupazione e altro. Pertanto, in coerenza con la strategia della CE riferita a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e al raggiungimento della coesione economica, sociale e territoriale, la Regione Basilicata individua gli Assi prioritari. Nove per la precisione.

Ora la domanda diventa legittima: la lenta e progressiva spoliazione, attuata con inganno, delle attività di Vie Blu, sarà pagata a caro prezzo da tutti i lavoratori, operai, impiegati, circa 700 persone? Non è forse vero che in Basilicata stiamo assistendo da molti anni a un aumento delle diseguaglianze tra persone, quella che oppone la democrazia e la giustizia sociale all’ascesa di lobby e oligarchie?”

“Si palesa – concludono – sempre più quella violenza sociale attuata tramite la concentrazione della ricchezza nelle mani dei pochi, che aumentano a dismisura le posizioni di rendita finanziaria. Certo è che risulta sempre meno incisiva l’azione del Governo regionale per ridurre le disparità. Triste e mortificante ormai il lassismo delle parti sociali che, da molto, tollerano tali gravose situazioni.

Auspichiamo un ravvedimento della Giunta regionale, affinché possano essere adottate soluzioni concrete e condivise, nonché finanziamenti inquadrabili nei summenzionati Assi prioritari. Non saremo gli agnelli sacrificali di qualche Ente deciso a sopravvivere a se stesso e alla devastazione economica che ha prodotto, come non saremo e non diventeremo il sacrificio al fine del riordino di gruppi di potere all’interno della macchina regionale”.