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Permesso Tempa la Petrosa: “La Regione si opponga al Tar”

31 gennaio 2018 | 13:26
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Permesso Tempa la Petrosa: “La Regione si opponga al Tar”

L’appello del Movimento No Scorie

Il permesso di ricerca petrolifera Tempa la Petrosa che parte da Sant’Arcangelo e investe tutta l’area jonica sinnica coinvolgendo Senise vicino la sua diga  per terminare nell’alto ionio cosentino a Montegiordano  è un vecchissimo permesso di  ricerca  della Total   oggetto di forti opposizioni da parte di cittadini, associazioni e sindaci dal lontano 2007, da  quando è stato avviato il procedimento.

Fu il primo fronte del No cittadino- istituzionale dei territori che fece capire alla regione Basilicata con la presidenza De Filippo che la politica fossile  messa in campo nei propri territori non avrebbe portato alcun beneficio, ma che sarebbe stata penalizzante per ambiente,  economie e popolazioni locali (Val d’Agri docet).

La regione Basilicata  avviò il procedimento Via di competenza della regione nel 2012, nello stesso momento si raccolsero solo pareri negativi di gran parte dei sindaci  e delle comunità interessate.

La regione Basilicata però temporeggiò  e nicchiò sul permesso  prima di chiudere il procedimento, solo dopo le pressioni delle comunità,  il  20 aprile 2015 con  l’ex assessore Berlinguer  il presidente Pittella diede il suo parere negativo  alla compatibilità ambientale del progetto.

Delibera che fu impugnata poi  dalla compagnia petrolifera  e che nel frattempo aveva chiesto  in base alla legge n.164 dell’11 novembre 2014, meglio conosciuta come Sblocca Italia – ” in applicazione dell’articolo 38 chiede: espressamente la conversione del procedimento in corso per il rilascio di permesso in quello per rilascio del titolo concessorio unico, con ciò optando inequivocabilmente per il passaggio alla nuova disciplina, ivi inclusa la competenza statale sulla Via”.

In data 29 gennaio 2018 con procedimento n.85  il tar di Basilicata  ha rigettato il parere di compatibilità ambientale negativo formulato dalla regione Basilicata sul permesso di ricerca tempa la petrosa con delibera di giunta n.364  in data 20 aprile 2015.

Per il Tar Basilicata  “all’epoca dell’emanazione della deliberazione giuntale impugnata, la Regione Basilicata non era più investita del relativo potere.” Si evince nel procedimento  “a seguito dell’entrata in vigore del d.l. n. 133 del 2014, Total ha inteso avvalersi delle facoltà di cui all’articolo 38, n. 8, di detto decreto, chiedendo espressamente la conversione del procedimento in corso per il rilascio di permesso in quello per rilascio del titolo concessorio unico, con ciò optando inequivocabilmente per il passaggio alla nuova disciplina, ivi inclusa la competenza statale sulla VIA”.

In poche parole se la regione Basilicata avesse deliberato qualche mese prima  dell’approvazione del  decreto sblocca Italia del novembre 2014 il procedimento sarebbe stato chiuso (non sappiamo se sarebbe re-iniziato con lo sblocca Italia  direttamente con il ministero): Decreto sblocca Italia contro il quale  la Basilicata si mobilitò nella manifestazione del  4 dicembre 2014 a Potenza per far impugnare  proprio alla regione Basilicata  il predetto decreto ..

Allo stato attuale la Regione Basilicata ha l’obbligo morale verso le popolazioni locali  di opporsi al procedimento del Tar  di Basilicata al Consiglio di Stato e trovandoci  in piena campagna elettorale  chiediamo ai cittadini di votare rappresentanti del territorio (non quelli che fanno falsa opposizione)  che  cancellino  definitivamente assieme al  job acts anche il decreto sblocca Italia in parlamento.

Rientrano nel permesso di ricerca tempa la petrosa le aree circostanti alla diga di monte Cotugno (che serve milioni di cittadini per il potabile prima di quella del Pertusillo), le colline del Sinni con le colture pregiate, il parco letterario Isabella Morra, parte del  parco del Pollino, numerose Aree Sic, i centri  storici  dei paesi piu belli della costa jonica, litorale jonico di Nova Siri  e  aree vicino il  centro nucleare Itrec,  per poi  passare ai  comuni calabresi del litorale jonico fino a Montegiordano.
Anche la regione Calabria si era espressa in merito dopo il dissenso di comuni e comunità.

Con espresso riferimento ai procedimenti avviati dalla società Total E&P Italia denominati “Fonte della Vigna” e “Tempa la Petrosa”,  la Regione Calabria in qualità di autorità competente, ha espresso pronuncia negativa di non valutabilità delle istanze, trasmettendone le relative determinazioni al Ministero dell’Ambiente con nota prot. n. 105517 del 2/4/2015.

Movimento NoScorie