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Mafia, Di Matteo: Il Ros non catturò Provenzano per rispettare il patto sulla trattativa

26 gennaio 2018 | 12:29
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Mafia, Di Matteo: Il Ros non catturò Provenzano per rispettare il patto sulla trattativa

“Mori e Subranni non sono corrotti, collusi o mafiosi ma erano preoccupati di fare rispettare l’accordo”

Il boss di Cosa nostra Bernardo Provenzano “non poteva essere catturato perché l’eventualità di una sua collaborazione avrebbe scoperto le carte sparigliato gli accordi e comportato per i Carabinieri del Ros la possibilità che il loro comportamento sciagurato e illecito venisse scoperto dall’autorità giudiziaria e dall’opinione pubblica”.

Lo ha detto il pm Nino Di Matteo, nel corso della sua requisitoria, tornando a parlare della mancata cattura del capomafia di Corleone nel 1995 a Mezzojuso, nel palermitano. Una vicenda per la quale il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu sono stati assolti in via definitiva.

Mori è adesso sotto processo per la trattativa tra Stato e mafia con l’accusa di minaccia a corpo politico dello Stato.

“Questo era il motivo per il quale non poteva essere arrestato Bernardo Provenzano – dice ancora Di Matteo – il motivo per cui Mario Mori e Antonio Subranni, ai vertici del Ros, non potevano e non dovevano e non hanno voluto catturare Provenzano. Non perché potenzialmente corrotti, o intimiditi, o pregiudizialmente collusi con la mafia, ma perché preoccupati di rispettare il patto con l’ala moderata di Cosa nostra e di garantire la perpetuazione della segretezza di quell’accordo”.

“E’vero – ha detto Di Matteo – che il generale Mario Mori è stato assolto in via definitiva dall’accusa di favoreggiamento” per la mancata cattura di Bernardo Provenzano “però dobbiamo tenere presente che quella sentenza assolutoria venne pronunciata con una formula ben precisa: non perché i fatti contestati siano stati ritenuti non provati, ma perché il fatto non costituisce reato”. (Fonte: AdnKronos)