Grazie al petrolio, le balene sono salve e i boschi sopravvivono

17 gennaio 2018 | 12:32
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Grazie al petrolio, le balene sono salve e i boschi sopravvivono

Così parlò il maggiordomo dei petrolieri. E noi, come mosche d’estate, ci tuffiamo nella merda

Sulle dichiarazioni sconvolgenti del dirigente Total, Massimo Dapoto, per il quale la Basilicata è un posto di merda, abbiamo già scritto. In quel colloquio, però, tra il dirigente e lo studente di giornalismo Stefano Lorusso Salvatore, c’è dell’altro.

Per esempio il cinismo e il nichilismo gratuiti, (oppure l’ignoranza?) con cui l’uomo della Total, ha trattato alcuni argomenti. Ricordo che lo studente era a Potenza, a fine dicembre scorso, nella sede della compagnia petrolifera, per scrivere una tesi su petrolio e sviluppo.

Dal pulpito di Dapoto sbavano parole che ho già sentito da altri paggetti delle multinazionali del petrolio e che però avevo confuso con uno scherzo. Invece questi non scherzano, sono convinti o fanno finta di essere convinti che “grazie al petrolio, le balene sono salve”. E già, perché “un tempo la Basilicata è stata disboscata per utilizzare la legna come fonte di energia. Poi utilizzavano l’olio di balena. Grazie al petrolio e al kerosene le balene sono vive! Questo non lo sanno gli ambientalisti!”

Ora, non voglio fare una dissertazione sulle problematiche di sopravvivenza dei mammiferi marini, non ne sono capace, non è il mio campo di studio. Però, cavolo, lo sanno tutti che i cambiamenti climatici, l’assottigliarsi della fascia d’ozono, l’inquinamento chimico, compresi gli sversamenti di idrocarburi in mare, la scarsità di cibo e la pesca selvaggia, sono tra le principali cause di estinzione delle balene, da sempre. Non voglio neanche discutere sulle cause del disboscamento. So però che nell’era del petrolio, la deforestazione è cresciuta a dismisura e il fenomeno ha raggiunto una tale portata che sembra difficile, ormai, rimediare. Il dirigente Total fa ridere o piangere, dipende dai punti di vista.

Fanno ridere, o piangere, anche quei lucani che hanno commentato le offensive parole di Dapoto, secondo i quali è vero: “La Basilicata è un posto di merda.” Potrebbe essere vero. Credo però che chi succhia il sangue dei lucani, in questo caso la Total, non possa permettersi un’esternazione di quel tipo. Un lucano può permetterselo, ma non può farlo dando ragione alla multinazionale francese. Non può farlo giustificando l’insulto del “carnefice.” Sappiate che se la Basilicata fosse un posto di merda sarebbe per causa della prepotenza e della violenza delle compagnie petrolifere che devastano il territorio, l’ambiente, la salute. Sarebbe per causa di una politica che ha lucrato e continua a lucrare sui suoi stessi fallimenti, che ha spolpato le ossa alle opzioni di sviluppo del territorio, una politica arruffona, stracciona, incapace. Sappiate che se la Basilicata fosse un posto di merda, sarebbe per causa di quei lucani che alimentano quella politica e quella devastazione, girandosi sempre dall’altra parte, sempre attenti a custodire gelosamente i propri interessi e le proprie illegittime prebende.

Ma la Basilicata, fatevene una ragione, non è un posto di merda. E’ un territorio bellissimo che va difeso da chi la cacca la produce e ce la porta ogni giorno nelle nostre case. La cacca alloggia nei cervelli di quei politici e di quei lucani che si turano il naso per non sentire la puzza e in tutti quelli che vivono come le mosche d’estate.