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Giornata della Memoria, all’istituto Einstein-De Lorenzo la mostra “Vittime e carnefici”

22 gennaio 2018 | 10:50
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Giornata della Memoria, all’istituto Einstein-De Lorenzo la mostra “Vittime e carnefici”

Sarà possibile visitare l’esposizione nei giorni feriali, dalle 9 alle 12,30, fino al 3 febbraio.

Anche quest’anno, in occasione della prossima Giornata della Memoria, l’I.I.S. “Einstein-De Lorenzo” di Potenza proporrà nella sede di via Danzi, un’occasione di conoscenza, riflessione e approfondimento di questa terribile pagina della nostra storia, attraverso una mostra fotografica intitolata “Vittime e carnefici”, a cura del prof. Enzo Bochicchio.

Sarà possibile visitare la mostra nei giorni feriali, dalle 9 alle 12,30, fino al 3 febbraio.

Shoah è un termine ebraico (השואה, HaShoah, «tempesta devastante», usato nella Bibbia come nel testo di Isaia appena riportato) col quale si suole indicare lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale; è vocabolo preferito a olocausto in quanto non richiama, come quest’ultimo, l’idea di un sacrificio inevitabile.

Il ricordo di questa immane catastrofe, di questa tempesta devastante che si è abbattuta più di settant’anni fa nel cuore dell’Europa e in modo particolare nei confronti degli Ebrei, ma che ha colpito anche altre popolazioni e categorie di persone (come zingari, omosessuali, testimoni di Geova, oppositori politici, giudicate per svariati motivi di inciampo al progetto di pulizia etnica ariana del mondo), vive due opposti e gravi pericoli.

Il primo, consiste nel rischio atroce di finire nell’oblio, soprattutto con la morte dei testimoni e di essere relegata a una semplice pagina da studiare (forse) nei libri di storia e in certi casi di essere addirittura attaccata e vilipesa da smanie negazioniste, alimentate da ideologie razziste e antisemite mai sopite e da alcuni fondamentalismi religiosi purtroppo ancora vivi e attivi nel mondo.

Il secondo, di essere ipocritamente utilizzato per condannare la barbarie e la disumana violenza di cui furono capaci il regime nazista ed i suoi alleati, guardandosi bene però dal menzionare e condannare con altrettanta convinzione ed impegno le multiformi riproposizioni di una cultura contro la vita e la dignità di ogni essere umano che ancora oggi e con inusitata violenza, affliggono il mondo.

Ancor più grave quando taluni delitti contro la vita, contro i diritti umani fondamentali, contro la libertà religiosa e di pensiero, vengono ignorati o sminuiti o strumentalizzati o addirittura tollerati. Non a caso a più riprese, fino a farlo diventare un tema ricorrente del suo pontificato, papa Francesco ripetutamente parla di cultura dello scarto che inquina, distrugge, mortifica la nostra società, fino ad annullare i valori della solidarietà e della pietas.

Non dimentichiamo che la nostra ora è caratterizzata da guerre fratricide, da corsa ad armi distruttive che minacciano il mondo, da torture, sfruttamenti e stragi infinite sulle rotte dei trafficanti di vite, da rigurgiti nostalgici di antisemitismo, da odio e persecuzione di minoranze etniche e religiose, da milioni di persone torturate e uccise per le loro scelte di fede e politiche.

La mostra, offre uno spaccato di quello che realmente accadde: l’ascesa al potere di Hitler presentato come uomo della Provvidenza, gli sviluppi dell’attuazione del suo programma attraverso la progressiva emarginazione degli Ebrei, le leggi di Norimberga del 1935 che legittimarono il boicottaggio economico e l’esclusione sociale dei cittadini ebrei, il riferimento alla cosiddetta ‘notte dei cristalli’ (8-9 novembre 1938, quando in tutta la Germania le sinagoghe furono date alle fiamme e i negozi ebraici devastati), l’intensificazione del processo di segregazione e repressione che sfociò nella decisione di porre fine alla questione ebraica attraverso lo sterminio sistematico dalla Germania e via via , con le conquiste del Terzo Reich, colpendo gli Ebrei dei paesi occupati, vale a dire di quasi tutta Europa.

Le immagini si riferiscono anche ai ghetti che furono in una prima fase utilizzati per concentrarli forzosamente in appositi quartieri delle città , e in seguito per deportarli nei campi di concentramento e di sterminio disseminati in Europa.

Ci sono riferimenti sia a coloro che erano stati salvati temporaneamente perché giudicati in grado di lavorare, sia ai cadaveri ammonticchiati e alle testimonianze dell’esistenza delle camere a gas a cui venivano inviati i deportati. Non mancano riferimenti a propagande antisemite e ad esperimenti pseudoscientifici su cavie umane. Alcune foto ritraggono superstiti, testimoni delle atrocità che subirono, il cui sguardo sembra ancora oggi cercare il nostro e cercare una nostra risposta, una nostra precisa presa di posizione, un nostro umile inchino di fronte a tanta barbarie e sofferenza.

La mostra può suscitare diverse riflessioni ed emozioni. C’è da augurarsi che aiuti tutti i visitatori, in modo particolare i nostri studenti, a prendere coscienza che quegli orrori sono davvero accaduti e che il “mai più” non si limiti ad un semplice slogan riferito a una catastrofe del passato recente ma che non si richiama più all’oggi, ma a un convinto e permanente stile di vita.

Magari cominciando dallo sport, dalla scuola e dalla politica, dove anche recenti tentazioni e atteggiamenti violenti e razzisti, alimentati da ignoranza e odio, purtroppo coinvolgono ancora tante persone e tanti giovani.

Buona visita a tutti e un sentito e appassionato ringraziamento al prof. Enzo Bochicchio che ha curato la mostra mettendo a disposizione il suo ricco materiale fotografico e al Dirigente scolastico prof. Domenico Gravante che ne ha consentito con spiccata sensibilità la realizzazione nei locali del nostro Istituto.

Sergio Coviello