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Processo Eni: “Agli esclusi dalla costituzione di parte civile chiediamo di restare uniti”

21 dicembre 2017 | 16:58
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Processo Eni: “Agli esclusi dalla costituzione di parte civile chiediamo di restare uniti”

L’appello di Liberiamo la Basilicata ed Ehpa: ” In questa partita o si vince tutti insieme o si perde tutti insieme”

Il 20 dicembre si è tenuto in composizione collegiale- Presidente il Giudice Rosario Baglioni unitamente ai Giudici Marianna Zampoli e Marina Rizzo- l’ultima udienza del 2017 del noto processo “petrolgate”.

Sono state definite le associazioni che continueranno il percorso di parte civile e quelle escluse dal diritto di parteciparvi; sia Liberiamo La Basilicata sia Ehpa sono state ammesse a proseguire nel dibattimento in qualità di parte civile, diverse invece sono state le associazioni che non hanno superato la valutazione della Collegiale, tra queste diverse associazioni di produzione alimentare solo per fare dei nomi: il Consorzio tutela Doc Alta Val d’Agri e Comprobio non sono state ammesse, così come il gruppo degli Speleologi Lucani ed altri ancora.

Liberiamo La Basilicata ed Ehpa comunicano sin da adesso la propria totale ed assoluta apertura a tutte le associazioni che, spinte dall’interesse collettivo e dalla difesa del territorio e dell’ambiente di Basilicata avevano proposto attraverso i loro legali la Costituzione di parte civile nel processo e che non si sono viste riconoscere tale diritto.

Noi riteniamo che il fronte non si deve stringere ma allargare il più possibile e diventare, sia se singoli individui sia se comitati o associazioni, la maggioranza del popolo lucano e perché no del popolo dell’intero Mezzogiorno d’Italia perché in questa partita o si vince tutti insieme o si perde tutti insieme.

Sicuramente non produce alcun effetto benefico perdere pezzi della società civile per strada e sicuramente la libertà di pensiero e la libertà di scelte ancor prima di un palazzo di giustizia sono garantite dalla nostra Costituzione ed è rivolta alla completa attuazione degli articoli della Costituzione a cui noi aspiriamo ed è a quella a cui noi affidiamo la nostra sete di giustizia di partecipazione.

Nei giorni scorsi abbiamo assistito all’ennesimo inspiegabile rilascio di autorizzazione alla reiniezione nel Pozzo Costa Molina2 e, nello stesso giorno del rilascio in una sola notte l’equivalente di 30 autocisterne è stato inviato a mezzo condotta a smaltimento nel sottosuolo in agro del Comune di Montemurro (Potenza) in un pozzo appunto quello denominato C. M.2 che da 16 anni è utilizzato per la reiniezione.

La cosa triste è che nonostante le nostre analisi rese pubbliche, nonostante gli atti dell’Autorità Giudiziaria e della Direzione Nazionale Antimafia e nonostante l’intero universo degli organi di stampa ed informazione si siano interessati alla questione estrazioni petrolifere e smaltimenti dei reflui petroliferi … ancora oggi a seconda dei periodi la politica è in grado di far dire ad un proprio ente strumentale ovvero l’Arpab un giorno che i valori sono fuori norma l’altro che si sono sbagliati e che quindi si possa continuare a smaltire.

Il tutto si badi bene nel mentre il Depuratore di Viggiano nei giorni scorsi è stato interessato da un altro sversamento anomalo di greggio, il tutto mentre è ancora in corso il prelievo a mezzo pompe sommerse di greggio dalla falda a causa degli incidenti scoperti di fine gennaio 2017.

Se da una parte della società civile vi sono fronti granitici a favore dello sfruttamento delle risorse alle tristi ed incodivisibili condizioni che tutti noi conosciamo, dall’altra occorre puntare alla massima unitarietà e condivisione della lotta civile e democratica che abbiamo di fronte.

Il Coord. Nazionale No Triv, sapendo che la costituzione di parte civile li avrebbe visti esclusi in quanto l’atto costitutivo è avvenuto nel 2016, ha dimostrato di sostenere le parti civili ammesse con la loro fattiva presenza fisica e politica, noi non possiamo non condividere questa impostazione ed è per questa ragione che invitiamo le associazioni escluse e tutti i cittadini ad intervenire e ad arricchire il dibattito con i loro contributi avendo come meta imprescindibile la difesa dei cittadini, del territorio e dell’ambiente di Basilicata e dell’intero Mezzogiorno d’Italia.

Invitiamo le Istituzioni a cambiare rotta, l’esercizio legittimo di un ruolo non può prescindere dalle modalità con cui quel ruolo viene esercitato, rivendichiamo il diritto alla partecipazione attiva, il diritto all’applicazione della Convenzione di Aarhus di Copenaghen ed all’art. 32 della Costituzione Italiana.

Che si inizi a pensare un po’ di più alla sicurezza e meno al profitto, per le altre richieste di estrazioni petrolifere il buon senso dovrebbe spingere tutti a dire “o c’è saturazione” del territorio che non può non essere trascurato nelle future scelte politiche Nazionali e locali.

Giuseppe Di Bello, Liberiamo la Basilicata ed EHPA