Lotta di classe. Gli insegnanti sul piede di guerra

31 dicembre 2017 | 09:54
Share0
Lotta di classe. Gli insegnanti sul piede di guerra

L’8 gennaio aprono le scuole e 50 mila maestri che insegnano con il diploma magistrale conseguito entro il 2001 non saranno assunti ma licenziati

Le scuole dell’infanzia e della primaria non garantiranno il regolare svolgimento delle lezioni a causa dello sciopero indetto per il giorno 8 gennaio.

Il disservizio sarà provocato dalle crescenti proteste di noi maestri precari con diploma magistrale, a seguito della sorprendente sentenza della plenaria del Consiglio di Stato che ha violato il giudicato espresso in altre sentenze del tenore totalmente opposto.

Il giorno 20 dicembre il Consiglio di Stato a sezioni riunite ha deciso in via definitiva che gli insegnanti in possesso di diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 dovranno essere esclusi dalle Gae (Graduatorie a Esaurimento), cioè le graduatorie a cui sono iscritti i docenti in possesso di abilitazione all’insegnamento e che sono utilizzate per l’assunzione in ruolo.

Negli ultimi anni altre sette sentenze sempre del Consiglio di Stato avevano invece inserito i diplomati nelle Gae; la sentenza definitiva smentisce queste decisioni precedenti.
Noi insegnanti diplomati e le associazioni che ci difendono annunciamo una manifestazione in piazza il prossimo 8 gennaio e che contro la sentenza del Consiglio di Stato presenteremo appello alla Corte europea dei diritti dell’Uomo.

Nella sentenza i giudici hanno scritto che le decisioni prese dovranno essere eseguite dall’autorità amministrativa,cioè dal ministero dell’Istruzione,ma la faccenda è complicata e non è chiaro cosa succederà.

Uno degli avvocati in difesa dei docenti con diploma magistrale ha spiegato: “Quello che si profila è un licenziamento di massa, il più grande della storia italiana. A noi risultano 55 mila iscritti con riserva nelle GaE e dopo che per oltre due anni la giurisprudenza ha ritenuto questo titolo utile anche a ottenere il ruolo, oggi si fa un passo indietro e si dice che è buono solo per le supplenze. I numeri sono enormi e di difficile quantificazione e il Miur ha giustificato scelte politiche senza dare mai la possibilità di un vero riscontro”.

Si parla di noi precari che da numerosi anni permettiamo al servizio scolastico di funzionare: mai un’assenza ingiustificata,mai uno sciopero, mai un giorno di malattia o un giorno per il diritto allo studio. Sempre presenti.

I principi su cui si basa la decisione definitiva del Consiglio di Stato sono due. Si dice innanzitutto che i docenti con diploma magistrale avrebbero dovuto presentare domanda di inserimento nelle GaE in occasione dei precedenti aggiornamenti delle graduatorie stesse: i ricorsi sono arrivati insomma troppo tardi.

E si dice infine che il titolo di diploma magistrale in passato è stato considerato valido per l’abilitazione all’insegnamento, ma non per l’accesso alle graduatorie e all’assunzione. Prima del 2001/2002 il titolo magistrale era sufficiente per insegnare alle elementari, mentre ora è obbligatoria la laurea.

Per tutti noi diplomati magistrali è una delusione cocente, siamo 50mila maestri che speravamo di essere stabilizzati dopo anni di precariato e invece per il Consiglio di Stato siamo solo utili a fare supplenze fino alla pensione.

Ma c’è di più. Chi intanto era entrato nelle graduatorie con riserva, grazie ai provvedimenti cautelari dei tribunali, con tutta probabilità sarà espulso.  Il rischio riguarda anche chi è  già stato assunto. Molte nostre famiglie faranno i conti con un futuro incerto, difficile da sostenere.

Rischiamo il più grande licenziamento di massa della scuola italiana e della pubblica amministrazione.

Ubaldo CroceMovimento rivendicazione diritto al lavoro Insegnanti Diplomati)