L’inquinamento c’è e fa bene alla salute. L’ultimo paradigma dell’Eni

15 dicembre 2017 | 16:08
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L’inquinamento c’è e fa bene alla salute. L’ultimo paradigma dell’Eni
L’inquinamento c’è e fa bene alla salute. L’ultimo paradigma dell’Eni
L’inquinamento c’è e fa bene alla salute. L’ultimo paradigma dell’Eni
L’inquinamento c’è e fa bene alla salute. L’ultimo paradigma dell’Eni

Gli scienziati del cane a sei zampe tentano l’ennesimo gioco di prestigio. Ma i lucani non sono fessi

“In perfetta buona fede scientifica, possiamo dire che in Val d’Agri non c’è nessun allarme sanitario”: lo ha detto ieri, a Potenza, il professor Gianfranco Tarsitani, uno dei quattro esperti incaricati dall’Eni per esaminare e fare osservazioni sulla Valutazione di impatto sanitario (Vis) studiata nei mesi scorsi da un team di scienziati guidato dal professor Fabrizio Bianchi. Nella Vis veniva accertata la presenza di associazioni di rischio tra l’attività petrolifera e la salute pubblica.

Gli esperti interpellati hanno spiegato che lo studio dei comuni di Viggiano e Grumento Nova non ha le caratteristiche scientifiche per essere considerata una Vis. Viceversa, esaminando dati Istat, il team dell’Eni ha osservato un eccesso di mortalità cardiovascolare nella zona del Centro Olio di Viggiano che risale a prima dell’apertura dello stabilimento; successivamente la mortalità fino al 2014 diminuisce a Viggiano, Grumento Nova e in molti altri Comuni lucani. Mentre sono rimaste invariate le malattie respiratorie, gli studiosi hanno rilevato che dal punto di vista dei tumori a Viggiano e a Grumento il dato non è superiore a quello nazionale, né prima né dopo l’apertura del Centro Olio. In conclusione gli scienziati dell’Eni, escludono un collegamento tra le attività estrattive e alcune patologie nell’area della Val d’Agri.

Ebbene. Non sono uno scienziato, né un appassionato del piccolo chimico come tanti altri improvvisatori, credo però di essere un cittadino avveduto. A sentire gli esperti del cane a sei zampe sembra che il professor Bianchi e i suoi collaboratori abbiano preso una cantonata. Sembra anche che la Basilicata negli anni 80 avesse un sistema sanitario informatizzato e capace di raccogliere ed elaborare informazioni complesse sulla salute dei suoi cittadini. Per cui i dati Istat (quali dati?) relativi agli anni 1980-1999 sarebbero ineccepibili. E’ come se volessimo conoscere il numero delle pecore che pascolano in Basilicata basandoci sulle informazioni di pastori che non sanno leggere né scrivere, né far di conto. C’è di più. Gli amici dell’Eni fanno rilevare che dall’avvio del Cova fino al 2014 nei comuni di Viggiano e Grumento, la mortalità diminuisce. E aggiungono: “La mortalità per malattie respiratorie è aumentata rispetto al dato nazionale in numerosi comuni della Basilicata, ma non a Viggiano e a Grumento Nova; la mortalità per neoplasie, a Viggiano e Grumento Nova, non è superiore al dato nazionale né prima né dopo l’apertura del Cova.

In conclusione l’Eni è una manna dal cielo. Grazie alle estrazioni petrolifere i cittadini della Val d’Agri scoppiano di salute, mentre nel resto della Basilicata si muore per malattie respiratorie. E’ un messaggio chiaro a coloro che si oppongono all’attivazione di  nuovi pozzi petroliferi. Non volete i pozzi? Bene, peggio per voi, continuate pure ad ammalarvi.

Incredibile. Tutto incredibile. Sappiamo che il Cova inquina. Questo è certo. Lo ammette anche Eni. A sentire gli scienziati del “tutto a posto”, dovremmo dedurre che l’inquinamento non crea alcun problema alla salute, anzi, esattamente il contrario.

Ieri, grazie agli illustrissimi chiarissimi, megagalattici professori dell’Eni è nato un nuovo paradigma: le estrazioni petrolifere fanno bene alla salute!