Lavoro: ex Firema Potenza, la vertenza resta aperta
Fiom Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil insoddisfatti dell’incontro in Prefettura. Chiesto un incontro al Mise
Le organizzazioni sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil esprimono insoddisfazione per l’esito dell’incontro che si è svolto oggi alla Prefettura di Potenza sull’ex Firema di Tito alla presenza del Prefetto di Potenza Giovanna Cagliostro, l’assessore regionale alle Attività produttive Roberto Cifarelli e il sindaco di Tito Graziano Scavone.
All’incontro è stata ribadita la necessità di convocare un incontro al Mise per dare seguito agli impegni assunti e agli accordi sottoscritti in precedenza e dare risposte sia sul nuovo piano industriale – che doveva essere presentato il 14 novembre – sia sulla ricollocazione dei lavoratori e delle lavoratrici del bacino dell’ex Firema che a fine dicembre finiscono gli ammortizzatori sociali. Poiché l’azienda Tfa si è detta disponibile a riassorbire solo 5 lavoratori su 16, risulta necessario, come per lo stabilimento di Caserta, che anche per Tito vi siano delle garanzie.
La Fim Cisl, la Fiom Cgil e la Uilm Uil hanno pertanto rigettato l’ipotesi dell’azienda di trasferire temporaneamente circa 30 lavoratori di Tito allo stabilimento di Caserta, scaricando su Tito le attività e suscitando non poche preoccupazioni.
Il rischio – si legge in una nota congiunta dei tre sindacati- è che la discussione sulle nuove attività di Tito e sulla ricollocazione dei lavoratori venga sostituita da quella sul trasferimento temporaneo dei lavoratori a Caserta.
Solo alla presenza di eventuali problemi particolarmente convincenti e solo in presenza di garanzie sul futuro dello stabilimento di Tito e sulla salvaguardia dei livelli occupazionali, saremo disponibili a un eventuale accordo sul trasferimento.
Fino ad allora- concludono i sindacati- sin da lunedì prossimo, proclameremo lo stato di agitazione per impedire qualsiasi azione unilaterale.
Intanto sia il Prefetto di Potenza sia la Regione Basilicata si sono impegnati a sollecitare il Mise affinché si diano garanzie sullo stabilimento di Tito.