I lati oscuri della rimborsopoli lucana. Se siete innocenti rinunciate alla prescrizione




Un processo che non finisce mai. La Basilicata ancora non sa se alcuni rappresentanti del popolo sono gentiluomini o mascalzoni
Domande legittime e ingenue
Siamo a dicembre 2013. Il gup ammette la costituzione di parte civile della Regione. Dunque se la Regione è parte civile, alcuni consiglieri sarebbero sanzionabili di incompatibilità, anche Pittella. Sì anche lui, nonostante qualcuno ritenga che il presidente non sia sanzionabile poiché la legge 154/81 circoscrive l’ipotesi ai consiglieri regionali e non al presidente e ai componenti della Giunta. In quale condizione giuridica si trova oggi Pittella? Rappresenta un ente che si è costituito parte civile in un processo che vede se stesso imputato? E’ parte attiva di una lite in quanto chiede a se stesso il risarcimento per rimborsi non dovuti? Lui oggi è parte passiva di una lite che lo avrebbe reso anzitempo incompatibile se non fosse intervenuta la legge Cifarelli? E gli altri consiglieri sono o no incompatibili? Qualcuno in Consiglio regionale ha mai più sollevata la questione? La Condanna della Corte dei Conti non vale nulla? Con un processo che cammina a passo di lumaca quando mai ci sarà una sentenza passata in giudicato? La Regione è ancora parte civile? Ormai la legislatura è alla fine e ancora non sappiamo se alcuni rappresentanti del popolo sono gentiluomini o mascalzoni.
Ad oggi una cosa è chiara: l’oscurità. Sarebbe tuttavia utile uno spiraglio di luce che restituisca un briciolo di dignità alla politica. Tutti i consiglieri ed ex consiglieri coinvolti come imputati nel processo diano un segnale: una bella dichiarazione pubblica preventiva con la quale rinunciano alla prescrizione qualora dovessero allungarsi i tempi del processo fino a quel punto. Si chiede troppo?