La Regione finanzia una guida turistica che si dimentica parte della Basilicata

1 dicembre 2017 | 12:33
Share0
La Regione finanzia una guida turistica che si dimentica parte della Basilicata

Ci si affida alla ristampa di una guida realizzata nel 2015, non vengono neanche citati gli attrattori quali la “Magna Grecia” di Senise o il Ponte alla Luna di Sasso di Castalda e non vengono citati altri eventi

Il nostro compito è far sì che ogni esperienza di viaggio sia indimenticabile. Visitiamo i luoghi di cui scriviamo, tutti e per tutte le edizioni. Non accettiamo omaggi in cambio di recensioni positive, quindi potete fidarvi di noi: diciamo solo le cose come stanno”.

Ecco il presupposto su cui si basa la Lonely Planet, una delle più diffuse guide turistiche al mondo, eppure nel caso della guida “Matera e la Basilicata”, forse le cose non stanno proprio così.

Perché mi chiedo com’è possibile, di fronte alla ghiotta occasione culturale e turistica quale potrà essere Matera 2019, dimenticare una parte della Regione come la Val d’Agri e ridurla e tre paginette messe lì proprio perché non citarla sarebbe stato troppo brutto. 

Una dimenticanza o una scelta voluta, data la precisazione dell’autrice nel paragrafetto sulla valle: “Sono questi i luoghi di cui avete letto sui quotidiani, perché qui ci sono anche i pozzi di petrolio dell’Eni, e le inchieste sulla contaminazione delle acque”, quasi a dire, lasciate ogni speranza voi che entrate…oppure mettiamo due belle barriere e nella Valle potranno accedere solo gli addetti Eni, Total e i pochi abitanti che vi rimarranno.

Una cantonata di non poco conto se con un colpo di spugna Montemurro viene citato di passaggio per il rafano mentre ci si dimentica della Fondazione Sinisgalli o della Scuola del Graffito Polistrato; il sistema museale Aiello di Moliterno con ben 6 musei diventa inesistente e dove si arriva, addirittura, a modificare la geografia considerando l’Area Archeologica di Grumento Nova come dintorni di Viggiano, senza neppure citare il comune che ne è scaturito, ovvero Grumento Nova.

Questi sono solo alcuni esempi perché la lista sarebbe lunghissima visto che dell’intera Val d’Agri i paesi che la guida consiglia di visitare sono solo Viggiano (Eni), Guardia Perticara (con vista sulla Total) e Sant’Arcangelo (paese defilippizzato).

Ci si chiede a questo punto perché spendere tanti milioni di euro dell’ormai defunto Programma Operativo Val d’Agri per riqualificare e ristrutturare i centri storici della Valle se la Regione Basilicata non ha ritenuto importante citare quasi nessuno di questi comuni nella guida che molti turisti useranno in occasione di Matera 2019.

Non un cenno a Spinoso e ai suoi portali, all’Abbazia di Monte Sant’Angelo a Raparo di San Chirico Raparo, dove sono stati spesi milioni di euro, ad Armento con San Luca e San Vitale.

Misteriosamente i comuni della regione in cui rivive il rito arboreo diventano quattro perché ci si dimentica di Castelsaraceno, il comune che unisce i due parchi (Pollino e Val D’Agri). Beh anche il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese non ne esce alla grande, poiché le uniche attività che sembra si possano realizzare siano il birdwatching e lo sci a Viggiano, in barba a tutte le associazioni e i CEA (Centri di Educazione Ambientale) che in questi anni hanno cercato di condurre i turisti lungo i boschi dell’area.

E’ triste e desolante constatare che difronte ad un appuntamento quale quello di Matera 2019, la Regione si trova ad agire ancora una volta in maniera approssimativa e poco professionale, quasi fosse uno scolaretto che ha paura di mostrare il suo sapere.

Ci si affida alla ristampa di una guida realizzata nel 2015, non vengono neanche citati gli attrattori quali la “Magna Grecia” di Senise o il Ponte alla Luna di Sasso di Castalda, nella lista degli eventi principali non vengono neanche nominati il Festival La Luna e i Calanchi di Aliano o “Sogni di una notte a quel paese” di Colobraro.

Teana con le sculture del maestro Marino di Teana viene rilegata come una località piuttosto remota della Valle del Serrapotamo, insieme a Calvera e Carbone.

Tante le mancanze ma siamo sicuri che l’Agenzia di Promozione Territoriale potrà riparare a questi errori dopo aver assunto l’ennesimo esperto “vicino al palazzo” con un contratto da 50.000 euro per 17 mesi o sfruttando le altre assunzioni che si stanno effettuando mediante il Formez.

Sic transit gloria mundi e mentre i sindaci interessati dormono, all’ombra protettiva dei Pittella’s, a me, lucano della Val D’Agri fuori sede, tocca ricordare che per questa omissiva guida sono stati utilizzati i Fondi per la Coesione e lo Sviluppo.

Pietro De Sarlo