Permesso premio al serial killer Bilancia, Di Giacomo (SPP): Il nostro Paese non sa più distinguere i carnefici dalle vittime

17 novembre 2017 | 09:34
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Permesso premio al serial killer Bilancia, Di Giacomo (SPP): Il nostro Paese non sa più distinguere i carnefici dalle vittime

“Ha sulla coscienza 17 omicidi, commessi in poco più di un anno, è una vergogna”

La concessione del permesso premio al serial killer Donato Bilancia, che ha sulla coscienza 17 omicidi, commessi in poco più di un anno, è una vergogna che attesta come il nostro Paese soffre di strabismo giudiziario perché non sa più distinguere i carnefici dalle vittime.

E’ il commento del segretario generale del SPP (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo che è giunto al 25esimo giorno di sciopero della fame per protestare contro l’attuale sistema penitenziario e l’emergenza sicurezza fuori dal carcere.

Di Giacomo aggiunge: sempre per Bilancia si pensa persino alla possibilità di uno sconto di pena. E chi pensa invece ai familiari delle sue vittime, coniugi, giovani con famiglia, donne barbaramente assassinati? Non ci meravigliamo se la strategia del Ministro di Grazia e Giustizia e del Governo è dunque “celle aperte per i detenuti” persino per i serial killer e i mafiosi sottoposti al 41 bis e “carcere a vita” per i poliziotti.

Mi riferisco – precisa – alla circolare che modifica i colloqui per i detenuti sottoposti al 41 bis  e consente ai Garanti nazionale e regionali delle persone soggette a restrizione della libertà personale  l’incontro in qualsiasi momento e, altra faccia della stessa medaglia, alla discriminazione dei lavoratori delle forze dell’ordine che non rientrano tra le categorie che beneficeranno della pensione a 67 anni.

Ogni giorno dalla cronaca quotidiana – conclude Di Giacomo – trovo un motivo in più per continuare lo sciopero della fame che ho iniziato il 20 ottobre scorso con un tour tra istituti di pena e piazze delle principali città italiane per difendere il diritto alla sicurezza dei cittadini e fare chiarezza su chi sono realmente le vittime e chi invece i carnefici, i condannati che godono di permessi premio e di grandi attenzioni all’insegna del buonismo per il loro ravvedimento e reinserimento sociale.