Morte generale Conti, la procura indaga per istigazione al suicidio
Aperto un fascicolo a Sulmona: saranno eseguiti accertamenti tecnici. Spunta una strana telefonata alla redazione del quotidiano on line Primadanoi.it fatta poche ore prima del ritrovamento del cadavere
Istigazione al suicidio. E’ questa l’ipotesi di reato con cui la Procura di Sulmona ha aperto un fascicolo sulla morte dell’ex generale dei carabinieri forestali, Guido Conti, trovato senza vita, lo scorso 17 novembre nelle campagne di Pacentro, in provincia dell’Aquila. Titolare dell’inchiesta il pm Anna Scarsella che acquisirà tutti i documenti informatici e telefonici. Conti si sarebbe suicidato sparandosi un colpo di pistola alla testa.
Nel pomeriggio di ieri, lunedì 20 novembre, l’ultimo saluto al generale nella chiesa di Santa Maria della Tomba a Sulmona.
Guido Conti dal primo novembre scorso aveva assunto l’incarico di addetto alla sicurezza ambientale alla Total. Sembra però che il 15 novembre avesse rassegnato le dimissioni dal quel nuovo incarico che lui stesso aveva annunciato, senza rivelare il nome dell’azienda, in un post sul suo profilo facebook.
Prima di morire l’ex generale, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Centro, aveva scritto tre lettere, due delle quali indirizzate rispettivamente alla moglie e alle figlie e una alla sorella; della terza, al momento non vi sarebbe traccia.
Gli accertamenti tecnici che, grazie all’apertura del fascicolo, verranno eseguiti dovrebbero servire a fare chiarezza su una morte che ha lasciato nello sgomento e nell’incredulità chi conosceva bene Guido Conti.
Ed è proprio chi aveva lavorato con lui e gli stessi familiari che escludono un collegamento del gesto con la tragedia di Rigopiano. In una delle lettere lasciate ai familiari il generale avrebbe scritto di non aver mai superato il dolore e il senso di angoscia per quella tragedia spiegando “tra i tanti atti, ci sono anche prescrizioni a mia firma”.
“Non per l’albergo- avrebbe scritto- di cui non so nulla, ma per l’edificazione del centro benessere, dove solo poi appresi non esserci state vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa mi sono sempre posto la domanda: Potevo fare di più?”.
Ad escludere un qualsiasi collegamento con la tragedia del Rigopiano, oltre ai familiari, c’è il procuratore della Repubblica di Perugia, Luigi De Ficchy: “Guido Conti non mi ha mai parlato delle problematiche di Rigopiano. Non l’ho mai visto depresso, piuttosto pieno di entusiasmo per il nuovo lavoro che stava iniziando».
Uomo integerrimo e rigorosissimo, il generale Conti, durante il suo servizio, ha condotto inchieste giudiziarie molto rilevanti in ambito ambientale, tra queste quella sulla mega discarica dei veleni di Bussi, che ha portato alla condanna di ex dirigenti della Montedison per reati ambientali.
A testimoniare la stima nei confronti di un uomo con la schiena dritta i tanti messaggi di cordoglio e la chiesa gremita nel giorno del suo funerale.
Intanto proprio oggi il quotidiano on line abruzzese Primadanoi.it, in un articolo (che puoi leggere cliccando qui) parla di una telefonata anonima giunta in redazione e registrata dalla segretaria telefonica, in cui, alcune ore prime del ritrovamento del corpo senza vita del generale Conti, qualcuno con la voce camuffata annunciava che aveva lasciato l’incarico Total. Il file è stato acquisito dalla polizia giudiziaria.