Erri De Luca sul gasdotto Tap: “Il sabotaggio se c’è lo sostengo, se non c’è non ci posso fare niente”
Lo scrittore, a Lecce per la presentazione del suo nuovo libro, intervistato per noi da Alessandro Cannavale
Per alcune frasi, rilasciate in un’intervista del settembre 2013 contro i cantieri della TAV, è stato rinviato a giudizio per istigazione a delinquere. Il 19 ottobre 2015 è stato assolto perché il fatto non sussiste.
Lei ha detto agli studenti salentini che il sabotaggio dell’infrastruttura Tap è auspicabile. Ci può spiegare cosa intenda per “sabotaggio”?
Ho usato la parola sabotaggio, che per me è il risultato di una combinazione di molte cose, dell’unanimità di una popolazione che si batte contro, che impedisce, intralcia, rimanda, ritarda, ostacola anche fisicamente, con il proprio corpo posto a sbarramento. Questa risultanza di azioni collettive diventa, poi, un “sabotaggio” dell’opera. Non lo auspico: se c’è, lo sostengo. Se non c’è non ci posso far niente.
Rivolgendosi a popolazione, politici e sindaci locali che abbiano raccolto questa idea di unanime contrarietà, che suggerimento darebbe?
La prima cosa che fa una comunità che si senta minacciata è quella di prendere la parola, cioè convocare la più ampia assemblea possibile o le più ampie assemblee possibili e prendere la parola. Parola che, in quel momento, va presa, perché non viene consegnata né regalata. All’interno di questa parola presa, stabilire delle linee di condotta e poi mantenere le parole che vengono pronunciate lì dentro. Ecco, la più forte arma di battaglia che possieda una comunità è, appunto, la parola, la parola condivisa, quella dell’assemblea. Bisogna dare all’assemblea, in quanto strumento di democrazia di base, la massima importanza. All’interno di questa vanno isolate le posizioni di quegli amministratori che si prestano a svendere per qualche compensazione miserabile delle fette della salute pubblica.
Le chiederei anche quanto, a suo avviso, sia cruciale la questione energetica nel futuro del Sud e dell’Italia tutta
Energia: noi abbiamo il sole, abbiamo il vento, abbiamo come energia la bellezza, che produce a sua volta energia e ricchezza. Abbiamo per energia un deposito di arte gigantesco. Escluderei il fatto di dover produrre acciai e siderurgie nocive; questo lo possono fare meglio di noi altre nazioni. Noi abbiamo delle specialità nostre, che ci potrebbero far campare di rendita sulle energie che possediamo.
Sono ottimista sul fattore energetico e poi, comunque, questo gasdotto serve all’Europa e non a noi. Inoltre, ho saputo che questo gasdotto è riuscito ad aggirare la Legge Seveso, una legge di tutela ambientale che scaturì proprio dalla disgrazia di Seveso. Questo è abusivo, in quanto non si tratta soltanto di una conduttura ma anche di un impianto di trasformazione e questa centrale viene completamente taciuta dagli organi di informazione che sono evidentemente collusi, a pagamento, perché è una collusione che si compra. L’impianto di trasformazione di questa centrale rientrerebbe nella Legge Seveso.