Al Parco dell’Appennino Lucano fanno che cazzo vogliono

5 novembre 2017 | 13:26
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Al Parco dell’Appennino Lucano fanno che cazzo vogliono
Al Parco dell’Appennino Lucano fanno che cazzo vogliono
Al Parco dell’Appennino Lucano fanno che cazzo vogliono
Al Parco dell’Appennino Lucano fanno che cazzo vogliono

Le indagini della magistratura contabile sull’Ente. Danno da illegittimo conferimento di funzioni dirigenziali al “Direttore” Vincenzo Fogliano. E non solo. Le nostre fonti non hanno dubbi: “Fanno che cazzo vogliono”.

Le contestazioni riguardano anche i rimborsi spese (carburante, buoni pasto), le indennità di missione, illecito arricchimento, indebito utilizzo delle auto di servizio.

Nel nostro lavoro giornalistico ci siamo spesso occupati dell’Ente Parco dell’Appennino Lucano. Un gioiello della Basilicata che purtroppo sembrerebbe mal gestito. Una curiosità non siamo mai riusciti a soddisfarla: verificare le voci secondo cui il Direttore del parco, Vincenzo Fogliano, assume illegittimamente quell’incarico. Riusciamo finalmente a trovare il cassetto con le risposte. Un bel carteggio della Corte dei Conti che fa luce sull’andazzo nella gestione dell’Ente il cui protagonista principale è proprio “l’illegittimo” direttore Fogliano.  Andiamo a vedere.

Le indagini della Guardia di Finanza

La procura generale della Corte dei Conti ha voluto vederci chiaro nella gestione del Parco. Dopo intense e lunghe indagini delegate alla Guardia di Finanza, invita 15 tra dirigenti, funzionari e dipendenti dell’Ente a dedurre circa le irregolarità, le spese illegittime, sprechi di pubbliche risorse. Le contestazioni riguardano nello specifico i rimborsi spese (carburante, buoni pasto), le indennità di missione, illecito arricchimento, indebito utilizzo delle auto di servizio, ma soprattutto il danno da illegittimo conferimento di funzioni dirigenziali al “Direttore” Vincenzo Fogliano.

Chi è Vincenzo Fogliano

Dirigente “unico” del Parco dal 2009 a tutt’oggi. Nel frattempo, è scritto nel suo curriculum, dal settembre 2010 al febbraio 2011 è contemporaneamente direttore del Parco Regionale Gallipoli-Cognato Piccole Dolomite Lucane. Cinquantasei anni, architetto dal 1990, ha lavorato per diverse società. Dal 1999 al 2004 è funzionario tecnico ad Acquedotto Pugliese spa. Nel complesso ha svolto incarichi per oltre cento milioni di euro di lavori, tra Aqp e altri enti pubblici. Collaudatore tecnico, presidente di commissioni di gara. Il suo campo principale sono le reti idriche, difesa del suolo e dissesto idrogeologico. Eppure, diventa dirigente unico di un Parco naturalistico. Sarebbe forse l’appartenenza ad un partito politico uno dei meriti di Vincenzo Fogliano? O forse potrebbe essere un merito l’essere esperto di appalti? Non lo sappiamo. (continua nelle pagine seguenti)

Le risultanze delle indagini

Sappiamo però che la Procura Generale della Corte dei Conti lo descrive come uno dei principali responsabili di un presunto danno erariale che ammonterebbe a circa 165mila euro in diversi periodi. E sappiamo che la quantità del danno non è il dato più eclatante. Emergerebbe, invece, una modalità di gestione dell’Ente, personalistica, disinvolta, della serie “fanno che cazzo vogliono”.

Le indagini della Guardia di finanza si concludono con un’informativa del 15 giugno 2016. Su richiesta della Procure Generale l’11 luglio 2016 il presidente del Parco Domenico Totaro costituiva in mora il direttore Vincenzo Fogliano. Le indagini confermano l’esistenza di una serie di sprechi di pubbliche risorse nella gestione dell’Ente, “relativi in particolare all’incarico conferito all’arch. Fogliano, ad alcuni emolumenti a lui attribuiti, alle spese per carburante a lui indebitamente erogate, a spese per una consulenza”

Danno da illegittimo conferimento di funzioni dirigenziali

L’aspetto più interessante dell’indagine riguarda la nomina “illegittima” di Vincenzo Fogliano a direttore del Parco. In pratica non aveva i requisiti per diventare direttore. Non era e non è iscritto all’Albo degli idonei all’esercizio dell’attività di direttore di parco istituito presso il Ministero dell’ambiente, al quale si accede mediante procedura concorsuale per titoli. Iscrizione richiesta dal Fogliano, ma mai ottenuta. Inoltre il direttore è nominato, in base alla legge vigente, con decreto del Ministero dell’Ambiente. Decreto e nomina inesistenti. Lo stratagemma che sarebbe stato usato per raggirare l’intoppo è stato identificato dal pm illegittimo e dannoso. In pratica Fogliano viene incaricato come dirigente amministrativo, più volte prorogato, ma con la retribuzione prevista per la figura professionale del Direttore. L’organigramma del Parco prevede solo un posto da “direttore”, nel quale si accentrano tutte le funzioni dirigenziali, non essendo previsto alcun altro posto da dirigente. Dunque l’Ente avrebbe dovuto mettere in campo tutte le azioni e le procedure per nominare un Direttore, ma preferisce incaricare un dirigente amministrativo pagandolo con la retribuzione di Direttore. Il Consiglio direttivo non sapeva? I revisori dei conti non sapevano? Lo scherzetto sarebbe costato ai cittadini circa 100 mila euro tra emolumenti, premi e indennità incassate “indebitamente” da Fogliano.

Perché? Per quale interesse pubblico? Se sono obbligato ad avere un direttore, perché anziché avviare le procedure legittime per individuarne uno idoneo, incarico un dirigente amministrativo “facente funzioni?” In questa faccenda oltre la magistratura contabile, dovrebbe metterci le mani anche la magistratura ordinaria. (continua nelle pagine seguenti)

A seguire tutti gli altri danni

La Corte dei conti, avrebbe accertato che il nostro “Direttore”, si monetizzava le ferie non godute che, oltre a non essere documentate, non potevano per legge essere monetizzate. Altro danno da 42mila euro al quale si aggiungono circa 10mila euro per indebita corresponsione di buoni pasto. Emergono anche rimborsi per alberghi, ristoranti senza alcuna autorizzazione di missione e senza alcuna autocertificazione di Fogliano sui motivi e sulla durata delle presunte missioni. Altri 10mila euro. E le spese di carburante? Qui la vicenda si fa grottesca.

Il comodato d’uso dell’auto privata

Per gli inquirenti è illegittimo l’utilizzo delle due autovetture di servizio per gli spostamenti da casa alla sede di lavoro e viceversa da parte sia del presidente sia del “direttore”. Ancora più illegittimo sarebbe il contratto di concessione in comodato che il Fogliano ha stipulato con l’ente Parco. Con questo contratto il “direttore” concede in uso all’Amministrazione, cioè a sé stesso, un’autovettura di sua proprietà alle seguenti condizioni: uso esclusivo dell’auto al direttore e al suo autista; uso promiscuo e cioè l’auto può essere utilizzata anche per motivi personali e quindi estranei alle finalità e agli interessi propri dell’Ente; spese di manutenzione, assicurazione e tassa di circolazione a carico del Fogliano; spese di carburante per l’uso istituzionale e polizza assicurativa per infortuni del conducente a carico dell’Ente. Tutto illegittimo. In più, vai a capire le spese di carburante!  E qui siamo a oltre 5mila euro di danno nel periodo considerato luglio 2014 – aprile 2016.

La giostra sul filo della legalità

Tutto gira intorno a interessi privati, a raccomandazioni, clientele, favoritismi. L’Ente Parco non è nuovo a vicende di questo tipo. Le abbiamo ampiamente trattate su questo giornale. Assunzioni, concorsi anomali, carriere sospette, comandi di favore presso altri enti. Questa volta però, appaiono più chiare le dinamiche di potere all’interno dell’amministrazione del Parco. Un presidente, ormai ex, anche egli nominato dalla politica, che suo malgrado sarebbe stato costretto ad adeguarsi a un certo andazzo per restare a galla. I dipendenti e i funzionari sarebbero, loro malgrado, coinvolti anche in questa indagine della magistratura contabile e ne avrebbero fatto volentieri a meno. Lui, il presunto artefice di tutte le faccende, Vincenzo Fogliano, ritorna al centro di vicende poco chiare. “E’ il sistema bello, è il sistema”. Una giostra che gira sulla corda tesa ai limiti della legalità e della trasparenza. Chi, da quella giostra, ottiene vantaggi, la fa quasi sempre franca.