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Il politico cazzaro e l’arte di galleggiare

10 ottobre 2017 | 14:16
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Il politico cazzaro e l’arte di galleggiare

Artista delle facezie, esibisce spettacolari virtuosismi di vanteria e coglioneria e manipola la realtà come nessuno sa fare. Il suo mondo è la verosimiglianza che sgorga tra ipotetiche citazioni filosofiche e paccottiglie di stronzate preconfezionate

Non so voi, ma io ne ho conosciuti tanti. Tutti con diverse sfumature di personalità, ma fondamentalmente cazzari allo stesso modo. Il politico cazzaro lo riconoscete subito. Millanta virtù, successi, competenze che, naturalmente, non ha.

Quando accenni a criticarlo lui la butta sullo scherzo e assume un atteggiamento ondeggiante tra il fanfarone e lo spaccone. Ci avete fatto caso? Di solito il politico cazzaro non ha studiato, è senza mestiere, ma ci sa fare. E quando ha studiato, ingegneria o medicina o giurisprudenza, il cazzaro è molto più qualificato e raffinato anche se non sa dove sta di casa la cultura. Il primo tipo è anche fancazzista e usa la politica per campare. Il secondo tipo, quello laureato, usa la politica per arricchirsi.

Se i cazzari di paese si esibiscono al “Bar da Peppino” o alla “Trattoria della Vecchia” o anche nella piazza alla domenica, il cazzaro politico va in scena in altri posti. In Consiglio regionale, in parlamento, nel consiglio comunale e, spettacolo imperdibile, nei luoghi di incontro della gente: assemblee, meeting, dibattiti, cene, matrimoni e prime comunioni. Qui mostra il meglio di sè. Artista delle facezie, esibisce spettacolari virtuosismi di vanteria e coglioneria e manipola la realtà come nessuno sa fare. Il suo mondo è la verosimiglianza che sgorga tra ipotetiche citazioni filosofiche e paccottiglie di stronzate preconfezionate.

Tutti i suoi discorsi appaiono seri, ma sono facezie e più spesso furfanterie. Sa farsi ascoltare con piacevolezza, non appare burlesco, ma elegantemente cinico. Ad un matrimonio, invitato d’onore, il politico cazzaro tra strette di mano di circostanza e abbracci ipocriti, è capace di avvicinare chiunque possa fornirgli un voto nel futuro. “Come sta suo marito? E’ stato poi assunto l’estate scorsa? Sa, ho dovuto fare i salti mortali per ottenere quel posto”.  Ma mio marito è morto sette anni fa! E lui, senza alcun imbarazzo: “Lo so lo so, mia cara, per me è stato un dolore indescrivibile, ma la mia domanda retorica aveva lo scopo di ricordarlo vivo in questo momento di festa”.

Millantatore e cinico, sempre con la risposta pronta, narratore di paraverità. All’opera nelle sue stanze di amministratore o legislatore risolve ogni problema con spettacolari facezie.

Per non farla lunga e dare un esempio conclusivo e sintetico del politico cazzaro all’opera nelle sue funzioni, parafrasiamo una delle facetiae di Poggio Bracciolini. “Assessore quel ponte può cadere da un momento all’altro, bisogna fare qualcosa”. Stia tranquillo ingegnere, il ponte non cadrà”. Qual è la ragione di tanta certezza assessore? “I miei testicoli, ingegnere, già da cinquant’anni ciondolano, pare che cadano, e non sono mai caduti”.

Ecco, il cazzaro ha risolto il problema. Il ponte resterà in piedi fino a quando lui smetterà di fare l’assessore e si trasferirà su altre poltrone. Ne passerà di acqua sotto quel ponte prima di crollare! Sapete? Il politico cazzaro è anche fortunato. Statene certi lui la farà franca.