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Scandaloso. La Regione Puglia e l’Arpa non hanno verificato le prescrizioni sulla Tap. Perché?

24 settembre 2017 | 08:55
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Scandaloso. La Regione Puglia e l’Arpa non hanno verificato le prescrizioni sulla Tap. Perché?
Scandaloso. La Regione Puglia e l’Arpa non hanno verificato le prescrizioni sulla Tap. Perché?
Scandaloso. La Regione Puglia e l’Arpa non hanno verificato le prescrizioni sulla Tap. Perché?
Scandaloso. La Regione Puglia e l’Arpa non hanno verificato le prescrizioni sulla Tap. Perché?

Il Governo ha così ricondotto a sé i controlli. E adesso? Intanto Renzi va in Puglia a parlare di un piccolo e necessario tubino, e a dire che non si deve polemizzare sulle trivelle

Secondo il Ministero dell’Ambiente i gasdotti verso l’Italia “rivestono carattere di interesse strategico” sono una “priorità a carattere nazionale”, sono di “pubblica utilità”, e addirittura hanno carattere “indifferibile e urgente”.

Il Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto sopranominato TAP fa parte di questa serie di lavori.

Il gas partirà dall’area del Mar Caspio e arriverà  in Europa.  L’allaccio iniziale sarà dal Trans Anatolian Pipeline, al confine fra Grecia e Turchia, si passerà poi in Grecia, Albania e finalmente si arriverà in Italia, dove il gas sarà immesso nella rete nazionale.

La parte italiana di tale gasdotto si snoda per 45 chilometri in mare Adriatico prima e in terra ferma a Melendugno, in provincia di Lecce. Percorrerà poi altri 8 chilometri in Puglia prima di arrivare alla rete nazionale.

Il consorzio che costruisce la TAP si chiama TAP-AG e appartiene alla British Petroleum per il 20%, alla SOCAR, la ditta di stato petrolifera dell’Azerbaijan, per il 20%, alla SNAM italiana per il 20%, alla Fluxys del Belgio per il 19%, alla Enagás di Spagna per il 16% e alla Axpo di Svizzera per il 5%.

La sede centrale della TAP-AG è a Baar in Svizzera; ci lavorano 200 persone. Il suo ruolo è solo di trasportare gas verso l’Italia, non di produrlo o di commercializzarlo.

In Italia, il permesso per la realizzazione della TAP è stata accordata nel 2014. Come parte del progetto approvato nel 2014, ci sono tutta una serie di prescrizioni: è compito dell'”ente vigilante” controllare che queste prescrizioni siano eseguite correttamente. Alcune sono affidate alla regione Puglia, altre all’ISPRA, altre al Ministero dell’Ambiente.

Ma la Regione Puglia e l’Arpa danno forfait (Continua nelle pagine seguenti)

Il giorno 18 Settembre 2017, il Ministero stesso informa che la TAP-AG ha segnalato ritardi da parte della regione Puglia e dell’ARPA Puglia nel verificare queste prescrizioni. Avevano mandato documentazione già a partire dal 2015, ma queste verifiche non  sarebbero state mai completate.

E così, siccome gli enti vigilanti non hanno vigilato, il Governo revoca questi compiti di verifica alla regione Puglia e all’ARPA Puglia.

Perché  la regione Puglia e l’ARPA Puglia non hanno eseguito questi controlli? Chi controllerà adesso la correttezza del lavoro? Quali sono le conseguenze di questa revoca dei permessi di verifica?  Ovviamente, tutti ci chiediamo dell’utilità di questo gasdotto nei mari e lungo le spiagge salentine, ma visto che la sua realizzazione è stata accordata ormai da tre anni, perché nessuno controlla lo stato dei lavori?
O è una tecnica per rallentare la costruzione della TAP?
La cosa interessante però è che nell’Aprile del 2017 la stessa regione Puglia, almeno secondo i documenti ministeriali aveva chiesto di “avocarsi” i procedimenti per la verifica dei controlli.

Non si sa. 

Le verifiche mai concluse

Quello che però sappiamo è che le seguenti verifiche non sono mai state portate a termine:

dalla Regione Puglia: A18) studi sismici per verificare la vulnerabilità della condotta in caso di sisma con parametri fisici del suolo e del sottosuolo, e in caso di saturazione del carico del gas; studi sulle dimensioni della condotta per verificare sicurezza massima in rischio di frana;

dalla Regione Puglia: A.23) valutazione di rischio di incidenti, “spillamenti e spandimenti” in fase di cantiere;

dalla Regione Puglia: A.31) redazione di un Progetto di Monitoraggio Ambientale che dovrà presentare le criticità ambientali, azioni per il monitoraggio, minimizzazione dell’impatto su atmosfera, ambiente idrico, ambiente marino, suolo, sottosuolo, vegetazione, flora, fauna, ecosistemi, rumore e paesaggio

dalla Regione Puglia: A.32) capitolato di appalto con tutte le azioni progettuali, mitigative, e compensative con particolare alla salvaguardia di ambiente marino, acque superficiali e sotterranee, salute pubblica, clima acustico, qualità dell’aria, stoccaggio del terreno di scotico

dalla Regione Puglia con il coinvolgimento dell’ARPA Puglia: A.41) piano di monitoraggio della fauna stanziale e migratoria per assicurare che le tutele imposte dalla Rete Natura 2000 per la protezione della fauna nelle aree protette vengano rispettate; controllo che i lavori vengano eseguiti fuori dei periodi di nidifcazione e riproduzione delle specie protette

dall’ARPA di Puglia: A.24) monitoraggio delle emissioni degli inquinanti e rumore, con le azioni da intraprendere nel caso in cui i valori limite verranno superati, numero e posizione delle centraline, sistema di allerta per la popolazione in caso di emissioni critiche

dalla regione Puglia con il coinvolgimento dell’ARPA di Puglia: A.28) Interventi di mitigazione dell’impatto paesaggistico con interventi di mascheramento e di fabbricati “armonizzati” al contesto territoriale circostante

dalla regione Puglia con il coinvolgimento del comune di Melendugno: 
A.44) Approvazione delle misure di mitigazione e di ripristino vegetale, specie per la ricollocazione delle piante di ulivi,

dall’ ARPA di Puglia con il coinvolgimento della regione Puglia: A.45) Presentazione di un progetto quinquennale sulla rivegetazione, specie per gli ulivi

dalla regione Puglia con il coinvolgimento dell’ARPA di Puglia: A.40) Siccome c’è la “accertata interferenza” del metanodotto a terra con alcuni habitat protetti, la TAP-AG avrebbe dovuto presentare varianti nel percorso per cercare di eliminare tali interferenze, considerando le caratteristiche floro-vegetali dell’area. Se questo non fosse stato possibile, la TAP-AG avrebbe dovuto presentare un progetto con i dettagli per il ripristino utilizzando le migliori tecniche di ingegneria naturalistica. L’ampiezza della fascia di lavoro deve essere limitata a 18 metri

Perché chi doveva controllare non ha controllato?

Ecco.  La Regione Puglia e l’ARPA di Puglia non hanno verificato niente di tutto ciò, almeno dal 2015 ad oggi. Perché?

Perché la regione Puglia e l’ARPA di Puglia non hanno controllato? Perché avevano paura di dover dire “si” a prescindere? Perché non hanno gli strumenti? Perché non gliene importa? O è una strategia per opporsi in modo “passivo” a questa TAP odiata da tutti?

È certo uno scandalo al giorno d’oggi continuare con gas e petrolio e scavi e trivelle e oleodotti. È uno scandalo fare le cose contro la volontà popolare, estirpando ulivi centenari e mettendo a soqquadro il carattere delle nostre regioni e dei nostri campi

Ma è uno scandalo anche il far finta di niente, e neanche assicurarsi che quei pochi controlli che il nostro governo impone, sulla salute pubblica, la sismicità indotta, la preservazione della natura, la qualità dell’aria e dell’acqua, poi non vengano eseguiti

Intanto Matteo Renzi arriva tutto bello in Puglia a parlare di un piccolo e necessario tubino, e a dire che non si deve polemizzare sulle trivelle.
Nel 2017. Che stoltezza.

Maria Rita D’Orsogna