Le mafie avanzano e loro fanno i convegni

24 settembre 2017 | 21:12
Share0
Le mafie avanzano e loro fanno i convegni
Le mafie avanzano e loro fanno i convegni
Le mafie avanzano e loro fanno i convegni
Le mafie avanzano e loro fanno i convegni

Alcuni gruppi criminali mirano a diventare punto di riferimento per la soluzione dei problemi delle persone e delle famiglie più fragili. E ci stanno riuscendo

Chi ha sottovalutato i fenomeni criminali nel Metapontino, oggi è preoccupato del fatto che “le denunce da parte di cittadini sono diminuite nel tempo”. Mentre i fatti criminali si espandono. E già.

Quando quattro “poveracci, sensazionalisti”, compreso il nostro giornale, lanciavano l’allarme, nessuno sentiva il campanello. Il danno è che la criminalità sta costruendo quel radicamento di cui ha bisogno per il controllo sociale del territorio. La beffa è che certa magistratura, avvezza alle archiviazioni facili e alla sottovalutazione di certi fenomeni, espone in televisione lacrime di coccodrillo.

Abbiamo scritto in tutte le salse quali fossero i processi in atto in quel territorio. Abbiamo persino fatto ironia sulle auto che per certi inquirenti si bruciavano da sole. Siamo stati in quei luoghi non oggi, ma anni fa, a percepire con tutti i sensi la paura dei titolari delle aziende nelle aree artigianali. Siamo stati lì a fotografare il terrore negli occhi degli agricoltori, già in ginocchio per le alluvioni. Usura, dubbie acquisizioni di aziende agricole, vite all’asta, ricatti finanziari delle banche, promesse politiche in cambio di promesse di voti.

Non soltanto noi, ma alcune associazioni di agricoltori, hanno spinto nella direzione di una maggiore allerta da parte delle forze dell’ordine e della magistratura, oltre che da parte dell’associazionismo civile e della politica. Indicando soluzioni per rendere meno permeabile il territorio alle infiltrazioni mafiose.

Purtroppo si sta verificando ciò che abbiamo temuto. E la politica, nel migliore dei casi, sonnecchia.

Si sappia, le manovre “civili” dei gruppi criminali legati alla ‘ndrangheta, e non solo, si stanno dimostrando efficaci. Tacite alleanze, regole silenziose che diventano consuetudine nella vita sociale, pagano molto di più che un colpo di pistola. Alcuni gruppi mirano a diventare punto di riferimento per la soluzione dei problemi delle persone e delle famiglie più fragili. E ci stanno riuscendo. Quando i delinquenti si sostituiranno completamente al politico locale che “risolve i problemi”, il gioco sarà fatto. Perché saranno loro a risolvere i problemi della gente: il lavoro, la multa, la prenotazione in ospedale, e così via.

E badate, ve lo dico da sociologo più che da giornalista, ormai non c’è zona della Basilicata che non sia esposta a strategie di radicamento sociale delle mafie esogene e di quelle indigene nuove e replicanti. Accanto all’aumento delle fragilità sociali, dovuto anche all’espandersi del nichilismo e del cinismo nella politica locale, assistiamo a fenomeni sotterranei di accoglimento civile della cultura mafiosa.

Ogni volta che si spara emergono dai cassetti i “convegni” e le “riunioni al vertice”. Gli addetti ai lavori facciano gli addetti soprattutto nei 360 giorni in cui non si spara, piuttosto che fare convegni e tavoli nei 5 giorni in cui qualcuno tenta di ammazzare qualcun altro. Sappiate che è negli altri 360 giorni che il malaffare, ad ogni livello, agisce, si organizza e conquista terreno. Sveglia. E soprattutto, competenza.